Imprese non competitive sui mercati esteri - QdS

Imprese non competitive sui mercati esteri

Michele Giuliano

Imprese non competitive sui mercati esteri

mercoledì 25 Novembre 2009

La scarsa internazionalizzazione e la bassa propensione all’innovazione tra i problemi principali delle aziende siciliane. Intanto Confindustria lancia Reteimpresa che promuove l’aggregazione tra gli attuali 21 soci

PALERMO – Parola d’ordine una sola per uscire dalla crisi: internazionalizzarsi. Parola che ancora alle imprese siciliane è per lo più sconosciuta. Eppure considerato il momento difficile, questo nuovo atteggiamento è necessario per le aziende isolane sempre più chiuse su sé stesse e non in grado di fare importanti passi in avanti rispetto alla crisi dei mercati internazionale.
Ci ha già provato la Regione così come le organizzazioni di categoria, a creare un clima favorevole per iniziare questo processo di internazionalizzazione. Eppure i risultati un po’ in tutti i campi sono stati abbastanza deludenti.
 
Lo ha detto ad esempio il dirigente generale dell’Ufficio speciale Infrastrutture incompiute finanziate con fondi regionali ed extra regionali, Giuseppe Morale, che in una sua relazione elenca una serie infinita di problematiche connesse proprio alle imprese. Tra queste figura la bassa capacità imprenditoriale, la ridotta dimensione delle imprese in termini economici e fisici, la carenza di servizi alle imprese, la bassa propensione all’innovazione e, dulcis in fundo, la debole internazionalizzazione concentrata in poche aziende. E non è mica vero che sono solo per piccole aziende, quelle per intenderci deboli economicamente, che non sono in grado di internazionalizzarsi. Basti pensare addirittura al Distretto tecnologico di Catania.
L’assessorato all’Industria ha creato ad hoc un percorso che preveda l’attuazione di azioni di internazionalizzazione e di cooperazione economica mirate a dare visibilità all’esterno, ad aumentare la competitività dell’intero distretto, a sviluppare un percorso di crescita delle imprese affinché possano proiettarsi nel mercato globale con una strategia integrata sui temi dell’innovazione, dell’internazionalizzazione appunto, della formazione e dell’accesso al credito. Intanto lo stesso assessorato all’Industria, nel creare questo progetto, ha parlato di punto debole del Distretto proprio la scarsa internazionalizzazione delle imprese, le loro difficoltà ad essere competitive extra-regione, soprattutto quelle per le quali StMicroelectronics rappresenta il cliente privilegiato.
Per le imprese siciliane, piccole o grandi che siano, passa un altro treno ed è quello di Confindustria che ha lanciato “Reteimpresa”, l’Agenzia confederale che facilita le aggregazioni tra le imprese che vogliono andare oltre i confini locali. Per incentivare tali aggregazioni, dunque, gli industriali hanno istituto una propria agenzia, fondata da 21 soci che rappresentano associazioni di categoria, associazioni del territorio e federazioni di settore, ma i partecipanti all’iniziativa cresceranno nei prossimi giorni.
Tra gli obiettivi non c’è solo quello di facilitare l’internazionalizzazione, ma anche la promozione dell’aggregazione d’impresa per massimizzare l’innovazione industriale di prodotti e processi. Si tratta di un’ennesima opportunità che arriva dopo i tanti progetti avviati dalla Regione e dopo l’Accordo di Programma tra il Ministero dello Sviluppo Economico, Unioncamere e Assocamerestero.
 

 
La globalizzazione contro la crisi internazionale
 
PALERMO – Secondo Confindustria la globalizzazione e la crisi internazionale impongono nuove regole per rispondere alle esigenze del mercato e le aziende si stanno aggregando per superare la dimensione locale. Ecco perché gli industriali hanno lanciato Reteimpresa. Con queste nuove forme di aggregazione le imprese potranno affrontare più efficacemente i processi di internazionalizzazione e di innovazione industriale. Sul piano della governance queste aggregazioni hanno bisogno di strumenti capaci di agevolare il lavoro delle imprese senza incorrere nel rischio di nuove procedure burocratiche. Occorre che i modelli di organizzazione delle Reti siano improntati su un’estrema flessibilità e semplicità, privilegiando gli elementi essenziali di governance a forte vocazione industriale. Inoltre è necessario che la spinta all’aggregazione abbia un obiettivo condiviso e dichiarato, basato su un progetto industriale e di mercato. In questi giorni Governo e Regioni si stanno confrontando su nuovi strumenti a supporto delle imprese nel campo della semplificazione amministrativa e della definizione di misure di agevolazione.

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