Svimez, Sud sempre meno attrattivo - QdS

Svimez, Sud sempre meno attrattivo

Valeria Arena

Svimez, Sud sempre meno attrattivo

sabato 25 Giugno 2016

Le accuse: carenza di infrastrutture di trasporto (26,4%), povertà del tessuto produttivo (21,3%) e presenza della criminalità organizzata (13%). La Sicilia si colloca sotto la soglia minima (2) con un punteggio di 1,99 insieme a Campania, Sardegna e Calabria

ROMA – Una “macroregione non è si conosciuta a sufficienza nelle sue varie e diverse realtà territoriali”, in cui cliché e luoghi comuni alimentano un disinteresse aprioristico da parte di imprenditori nazionali. Questo è il quadro del Sud che esce fuori dai dati emersi dallo studio “L’attrattività  percepita di regioni e province del Mezzogiorno per gli investimenti produttivi” di Dario Musolino, pubblicato sull’ultimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della Svimez diretto da Riccardo Padovani ed edito da Il Mulino.
Tra le accuse più feroci degli imprenditori, l’inefficienza della macchina amministrativa, in  particolare di politiche di investimento in infrastrutture di trasporto, politiche industriali e campagne specifiche di comunicazione.
Secondo 1 su 4 degli intervistati, infatti, il problema maggiore viene dalla carenza di infrastrutture di trasporto e logistica, quindi dalla scarsa accessibilità del territorio meridionale (26,4%), seguito dalla povertà del tessuto produttivo (presenza di clienti, fornitori, altre imprese: 21,3%), dalla presenza della criminalità organizzata (13%) e, aspetto più importante, dall’inefficienza della Pa, un problema notevole, segnalato come tale al Sud dal 3,5% degli imprenditori. Critiche che non fanno altro che aumentare in maniera drastica la forbice Nord-Sud; non a caso, è proprio la Lombardia la regione preferita dagli imprenditori italiani con un punteggio superiore a 4 (4,07), seguita da Emilia Romagna (3,92), Veneto (3,86), Piemonte (3,58), Toscana (3,37), Trentino Alto Adige (3,34).
Decisamente diversi i valori del Meridione d’Italia: se Abruzzo e Puglia si collocano a metà della forbice con valori attorno al 2,5 (Abruzzo 2,59; Puglia 2,47) e Basilicata e Molise superano anche se di poco il 2 (Basilicata 2,06; Molise 2,18) le altre si trovano sotto tale soglia psicologica. Campania e Sicilia sono infatti quasi allineate rispettivamente sull’1,98 e 1,99, la Sardegna si ferma a 1,88. In fondo alla classifica la Calabria, con il punteggio di 1,73.
La situazione viene confermata anche a livello provinciale: la Lombardia resta saldamente in testa alla classifica, con Milano che svetta al 4,07, seguita da Brescia (4), Monza e Brianza (3,99), Bergamo (3,98). A ridosso, l’Emilia Romagna, con Bologna al 3,95 e Reggio Emilia al 3,92. La prima provincia del Veneto in classifica è Verona (3,88), seguita da Vicenza e Padova (3,84). Quanto al Piemonte, l’attrattività delle province è compresa tra il 3,6 di Torino e il 3,38 di Verbanio-Cusio-Ossola. Firenze (3,36) è la prima delle province toscane in graduatoria (l’ultima è Massa-Carrara con 3,23).
Andando invece a Sud, l’Abruzzo si conferma in testa alle regioni meridionali: la prima provincia che si incontra è Pescara (2,6), seguita da Chieti (2,59) e Teramo (2,58), a pari merito con Aosta, poco distante da L’Aquila (2,56). Bari invece registra un punteggio di 2,49, Taranto, Foggia e Lecce sono allineate sul  2,43. Le province molisane e lucane confermano il dato regionale (2,18 e 2,06). In Sicilia, Catania supera Palermo di poco (2,05 contro 2), mentre Napoli si colloca già sotto la soglia psicologica del 2 con un punteggio di 1,98, quasi allineata con Salerno (1,97).  In Sardegna invece la forbice dell’attrattività è compresa tra l’1,89 di Cagliari e l’1,84 di Carbonia-Iglesias. In coda la Calabria, con valori compresi tra l’1,74 di Reggio Calabria e l’1,72 di Crotone e Vibo Valentia.
La situazione non cambia considerando considerando le varie tipologie di imprenditori coinvolti, la dimensione e il settore di riferimento dell’impresa: che sia piccola o grande, specializzata nel manufatturiero o nei servizi, la valutazione dell’attrattivà delle regioni meridionali rimane comunque negativa. Inoltre, nonostante gli imprenditori del Mezzogiorno siano orientati ad assegnare punteggi più alti di quelli settentrionali alle regioni del Sud, visto che ci risiedono e lavorano, la superemazia del Centro-Nord sul Sud continua a rimanere immutata.

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