Prendere decisioni ed eseguirle subito - QdS

Prendere decisioni ed eseguirle subito

Carlo Alberto Tregua

Prendere decisioni ed eseguirle subito

venerdì 27 Novembre 2009
Il danno maggiore per il Paese è il continuo blaterare sull’elenco di questioni aperte che vi sono senza raggiungere risultati concreti. Questo accade soprattutto nel Sud ove l’abitudine al chiacchiericcio è uno dei mali endemici dei meridionali. Non solo, ma vi è l’abitudine di teatrare e di esagerare di qualunque cosa si parli. Creare sorpresa è più importante della sorpresa stessa. Un modo inconcludente di procedere perché non va da nessuna parte.
I comportamenti conseguenti hanno inchiodato tutto il Mezzogiorno con soglie di prodotto interno lordo distanti dalla media nazionale e distantissime dalle Regioni del Nord. Le due Italie rimangono in posizioni inalterate. Anzi, secondo una rivisitazione della storia a distanza di centocinquant’anni dall’Unità d’Italia, il divario fra Nord e Sud è enormemente aumentato.
Campania e Sicilia nel 1860 avevano un Pil uguale a quello di Piemonte e Lombardia. Oggi le due regioni hanno un Pil sei volte inferiore a quello delle consorelle del Nord.

Il modo di agire dei settentrionali è concreto e mira agli obiettivi che si propone di raggiungere. Questo facilita la crescita e lo sviluppo. Quello antitetico dei meridionali, invece, è basato sulla parola e non sulle azioni. Naturalmente, vi sono eccezioni negative al Nord ed eccezioni positive al Sud.
Lo specchio dello scenario che fotografiamo è dato dai comportamenti del ceto politico e da quelli della Pubblica amministrazione. Pur con tutti i difetti che andiamo continuamente rilevando, nel Nord si prendono decisioni e si realizzano con tempestività. Nel Sud, invece, le discussioni sono infinite, si arriva raramente a decidere ed ancor più raramente a concretizzare le decisioni. È illusorio che il divario possa accorciarsi, anche per un’altra causa. Il buon funzionamento della Pubblica amministrazione settentrionale è capace di assorbire maggiori risorse, anche perché le spende presto. Mentre nel Sud, il continuo dilazionare delle decisioni non si concretizza nella spesa.

 
Prendere decisioni ed eseguirle rapidamente. Questo è un comportamento indispensabile per chi vuole essere fattivo. Esso deriva da una cultura e da una tradizione sociale e familiare. Vi sono famiglie dove si discute continuamente e non si arriva a nessuna conclusione, altre, invece, discutono poco e agiscono molto. Le prime restano inchiodate, le altre crescono.
Il comportamento delle famiglie si riverbera nel sociale. Dentro le associazioni, negli organismi collettivi, negli enti sociali, in quelli di assistenza i comportamenti non sempre sono mirati al risultato. Più spesso si esauriscono in chiacchere inutili.
Se c’è un problema proponi la soluzione, oppure tu sei il problema. È un modo di dire anglosassone che deriva in parte dalla religione protestante che, in sintesi si può racchiudere nella frase: fissa un obiettivo e vai diritto ad esso.  Contrariamente alla filosofia di fondo della religione cattolica fondata sul perdonismo e sulla comprensione di comportamenti inutili a chi li adotta ed alla collettività.

Prendere decisioni ed eseguirle rapidamente. Sappiamo che non è facile. Perché chi prende decisioni assume responsabilità e a posteriori gli si possono imputare colpe. Si sa, sbaglia chi fa. Chi rimane ad attendere non si sa cosa, non sbaglia mai. Pessimo comportamento, quest’ultimo, perché mantiene il soggetto in una condizione che può essere definita nullafacente.
Prendere decisioni è difficile anche perché altri sono investiti dalle stesse. Altri che, quando sono toccati nei loro interessi, reagiscono contrariati senza valutare se i propri contrastano con quelli generali.
Tutto ciò accade perché non siamo abituati a considerare la Cosa pubblica come una cosa nostra. Tutt’altro. Se noi possiamo approfittarne, lo facciamo, soprattutto se pensiamo che nessuno se ne accorga. Un comportamento vile, da minus habens.
Dio ci ha fornito di uno strumento valutativo importante: il libero arbitrio. Noi dobbiamo scegliere fra il bene e il male e fra l’essere buoni o cattivi cittadini.

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