Qualità dell'aria a Siracusa, numerose le situazioni critiche - QdS

Qualità dell’aria a Siracusa, numerose le situazioni critiche

Giuseppe Solarino

Qualità dell’aria a Siracusa, numerose le situazioni critiche

venerdì 19 Agosto 2016

Legambiente Sicilia: “Lo strumento di risanamento ci sarebbe, ma la Regione siciliana è ancora immobile”. Fenomeno collegato alla presenza di idrocarburi non metanici e idrogeno solforato

SIRACUSA – Enzo Parisi vice presidente regionale di Legambiente in merito al rapporto annuale 2015 sulla qualità dell’aria presentato dai responsabili dell’Arpa e dell’ex Provincia di Siracusa, sottolinea il fatto che “I risultati evidenziano diverse situazioni critiche (centralina Scala Greca per biossido di azoto, Acquedotto, Priolo e Melilli per ozono, Teracati per Pm10). Per un refuso viene definita ‘accettabile’ la presenza di Ozono registrata a San Cusumano, mentre essa è ‘scadente’, poiché ci sono stati 40 superamenti della media massima giornaliera su 8 ore di 120 μg/m3 quando la legge ne ammette un massimo di 25 nel corso dell’anno. Il dato di San Cusumano, che avevamo segnalato già a novembre del 2015, è da tenere sotto stretta osservazione perché proprio in quella zona, oltre alla presenza della cementeria che alimenta i suoi forni con il famigerato petcoke, si stanno concentrando diverse iniziative per la realizzazione di impianti di stoccaggio e di smaltimento di rifiuti speciali. Dal rapporto si evince che per gli idrocarburi non metanici, sempre a San Cusumano, si è registrata la media annua più elevata, pari a 127 μg/m3 con un picco di 1.841 μg/m3”.
“Giustamente, – prosegue Parisi – i responsabili di Arpa ed ex Provincia segnalano che i fenomeni di cattiva qualità dell’aria più immediatamente avvertiti dalla popolazione sono collegati alla presenza di idrocarburi non metanici e di idrogeno solforato che danno luogo alle cosiddette molestie olfattive ma, ahimè, la legge non norma più questi inquinanti – neppure in caso di contemporanea presenza di ozono oltre i limiti – e quindi siamo costretti a subirci puzza e malessere. La presenza di benzene, con la concentrazione media annuale rimasta sotto il limite di 5 μg/m3, va analizzata più a fondo perché, a fronte di un dato apparentemente rassicurante, bisogna considerare che in alcune zone – come per esempio nell’area del Marcellino, vicino alla Sasol – per mesi interi la concentrazione media è superiore a 5 μg/m3, con giornate in cui essa supera il picco di 200 μg/m3. Picchi elevatissimi che si registrano anche in città (centralina giardini pubblici di Augusta) e non solo in zona industriale”. “Lo strumento per normare e risanare la qualità dell’aria ci sarebbe – conclude il vicepresidente di Legambiente Sicilia – : è il Piano di tutela della qualità dell’aria che la Regione Siciliana – nonostante le procedure d’infrazione e le condanne della Corte Europea – non ha ancora adeguato ed attivato.
 
Proprio per prevenire gli effetti perniciosi della cattiva qualità dell’aria sulla salute delle persone e sull’ambiente è ormai indispensabile e vitale che esso venga subito messo in funzione. Dopo i rilievi del caso – in gran parte già effettuati -, alla luce dei dati sulle emissioni dei vari comparti e sui risultati delle indagini epidemiologiche, si devono dettare le norme e stabilire le misure adatte per risanare l’aria. Laddove, come nelle zone industriali, le emissioni rilevate sono costituite da numerose e diverse sostanze inquinanti, per molte delle quali non è ancora vigente un limite normativo idoneo a salvaguardare la salute umana e dell’ambiente, il Piano potrà e dovrà dare precise misure prescrittive, anche in forza del principio di precauzione. Chi non lo fa, ma anche chi non si adopera perché il governo regionale ponga fine a questa nociva omissione e tuteli finalmente aria e salute dei siciliani, si assume una gravissima responsabilità nei confronti del popolo inquinato”.

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