Istat introduce nel Pil sommerso e prostituzione - QdS

Istat introduce nel Pil sommerso e prostituzione

Carlo Alberto Tregua

Istat introduce nel Pil sommerso e prostituzione

giovedì 17 Novembre 2016

Servizi scadenti ed evasione

Dal 2014 il Pil nazionale è stato addizionato dalla stima dell’economia sommersa e da quella della prostituzione. Eurostat ed Istat, dunque, ora tengono conto di questi due filoni economici che non appaiono alla luce del sole, ma che esistono. Economia sommersa è, per esempio, gran parte di quella derivante da Airbnb che costituisce una sorta di concorrenza sleale nei confronti del settore turistico.
Giusta è stata, per conseguenza, l’iniziativa del Pd di presentare un emendamento alla Finanziaria 2017, che tassi l’ospitalità privata conseguente agli annunci internet e che è stata stimata in 3,6 mln di unità. Questo a Renzi non gliel’hanno spiegato bene, per cui ha fatto tagliare l’emendamento, così alimentando il sommerso.
Ð sommersa l’attività della criminalità organizzata, quella del caporalato e parte del lavoro dipendente non dichiarato e, quindi, non soggetto a previdenza e contributi.
Vi è sommerso fra le partite Iva: incredibile che chi incassi l’Iva non la riversi allo Stato, in quanto l’imposta è neutra, perché costituisce una partita di giro.
Vi è sommerso in molta parte dell’attività artigianale e delle microimprese. Si tratta di attività per le quali non vengono pagate le imposte, che, tuttavia, data la loro piccola dimensione, trovano una qualche giustificazione sociale. Per queste micro partite Iva lo Stato dovrebbe semplificare all’osso, facendo pagare loro una sola tassa fissa annuale senza alcun adempimento contabile. L’attuale semplificazione per le partite Iva fino a 30.000 euro non è sufficiente.
Perché c’è tanto sommerso, stimato dall’Istat in oltre cento miliardi? In primo luogo perché i cittadini si sentono oppressi da una pressione fiscale che formalmente è il 43,5%, ma sostanzialmente supera il 60%. In secondo luogo, perché non vedono nei servizi pubblici, di pessima qualità, la contropartita per tali gravosi oneri fiscali.
In Svezia, la pressione fiscale vera, che corrisponde a quella ufficiale è superiore al 60%, ma è ben accetta dai cittadini perché i servizi sono eccellenti e, come usano dire loro, sono prestati “dalla culla alla bara”. In Italia, i servizi pubblici non sono buoni, neanche quelli relativi alla bara.
 
Altro filone di sommerso è quello della prostituzione. La senatrice Lina Merlin, ebbe la stupefacente idea di cancellarla dal suolo italiano con una legge di ottobre del 1958. Così, disse la famosa senatrice, la prostituzione non esisterà più, una volta fermate le case chiuse.
La poveretta probabilmente non aveva letto la storia secondo la quale prostituzione e corruzione sono nate con l’uomo, perché insite nella sua natura, e moriranno con l’uomo quando questo sparirà dalla Terra, forse tra qualche centinaia di milioni di anni.
Gli impulsi sessuali sono naturali e quindi non cancellabili. Ecco perché, una volta eliminata ufficialmente l’esistenza del circuito dei “bordelli”, la prostituzione è aumentata, si è diffusa nelle strade, prevalentemente controllata dalla criminalità organizzata. Quindi proliferazione di malaffare e proliferazione di prostituzione.
Si tenta da più parti di ritornare a rendere ufficiale un fenomeno che esiste ed è dilagante, ma forse la presenza del papato rende difficile questa iniziativa, anche se, come nel caso dell’aborto e del divorzio, se la legge Merlin fosse sottoposta al voto popolare, essa avrebbe un responso positivo.  

Nello stato del Ticino della Confederazione elvetica, i gestori delle case ove si esercita la prostituzione ufficiale e legale si lamentano perché il giro di affari è diminuito a causa della rivalutazione del franco. Ma in uno Stato che non supera i 300 mila abitanti, come la città di Catania, il giro di affari ufficiale è di ben 4,5 mld di franchi. Ovviamente su di esso si pagano le tasse, tutte le persone sono regolarmente controllate anche dal punto di vista sanitario. Nessuno si nasconde, ma contestualmente nessuna prostituta si trova per le strade neanche a pagarla a peso d’oro. La stessa fotografia si trova negli altri 26 cantoni della Svizzera.
Barcellona è diventata una delle più gettonate capitali del turismo sessuale rubando il primato alla Tailandia. In Spagna le case chiuse sono ammesse e generano un modesto giro d’affari tra i 2 e i 3 mld.
Aspettiamo che anche l’Italia faccia emergere il sommerso su cui riscuotere le imposte.
 

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