Oggi, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato un discorso commemorativo. Il Presidente ha aperto il suo intervento ribadendo l’importanza storica della ricorrenza, un momento di memoria collettiva e di gratitudine verso chi ha lottato per la democrazia.
“Celebriamo oggi qui, a Genova, l’ottantesimo anniversario della liberazione dalla dittatura fascista e dalla occupazione nazista. Una regione, la Liguria che, ricca di virtù patriottiche, tanto ha contribuito alla conquista della libertà del nostro popolo”.
Onore alle popolazioni e Medaglie d’Oro
Subito dopo, il Capo dello Stato ha reso omaggio alle comunità liguri che hanno sostenuto la Resistenza, evidenziando i riconoscimenti ufficiali conferiti a città e province.
“Rendiamo onore alle popolazioni che seppero essere protagoniste nel sostenere e affiancare i partigiani delle montagne e delle città. Dalla città di Genova, Medaglia d’oro al valor militare per la lotta di Liberazione che – recita la motivazione – ’piegata la tracotanza nemica otteneva la resa del forte presidio tedesco, salvando così il porto, le industrie e l’onore’, alla città di Savona, Medaglia d’oro, insignita per ‘l’ostinazione a non subire la vergogna della tirannide’, alle Province di Imperia e di La Spezia, anch’esse Medaglie d’oro. Così come alle Città di La Spezia e di Albenga, alla Provincia di Genova, insignite di Medaglia d’oro al valor civile per la Resistenza. Alle Croci di guerra assegnate, con la stessa motivazione, ai Comuni di Rossiglione, San Colombano Certenoli in val Cichero, Zignago, Albenga”.
Il Codice di Cichero e la moralità della Resistenza
Mattarella prosegue spiegando come la Liguria abbia offerto un esempio di condotta etica in tempo di guerra, con regole condivise e comportamenti solidali tra i partigiani.
“Dalla Liguria è venuta allora una forte lezione sulla moralità della Resistenza, sulle ragioni di fondo che si opponevano al dominio dell’uomo sull’uomo, si opponevano a un conflitto nato non per difendere la propria comunità ma come aggressione alla libertà di altri popoli. Assumendo comportamenti elementari di rispetto e di solidarietà i partigiani si uniformavano a quel Codice di Cichero, che faceva sì che, nelle formazioni, il capo dovesse mangiare per ultimo, potesse addormentarsi solo una volta accertato personalmente che tutto funzionasse e fosse in ordine, avesse i turni di guardia più gravosi, che non si bestemmiasse, che non si molestassero le donne, che non si requisisse senza pagare il dovuto, che si dovesse dividere con gli altri qualunque cosa si ricevesse. Fraternità”.
Il ricordo di Aldo Gastaldi e l’omaggio ai caduti
Nel terzo segmento del discorso, il Presidente rende omaggio alla figura di un eroe partigiano e ai sacrifici delle vittime della Resistenza.
“Un’esperienza che ha tratto ispirazione da una figura, quella di Aldo Gastaldi, il partigiano ‘Bisagno’, comandante della Divisione Garibaldi-Cichero, protagonista di un impegno per la Patria, la giustizia, la libertà, considerato come servizio d’amore, oltre che esercizio di responsabilità. Morto drammaticamente un mese dopo la Liberazione, Medaglia d’oro al valor militare, la Chiesa di Genova ha determinato di dare avvio al processo canonico di beatificazione di questo Servo di Dio. Poc’anzi, al cimitero di Staglieno, ho reso omaggio ai caduti del movimento della Resistenza e, con loro, ho reso idealmente omaggio alle figure dei patrioti dei due Risorgimenti che in esso sono ospitati”.
L’unità nazionale e le “zone libere” liguri
La quarta parte del discorso evidenzia l’unità dell’Italia divisa al Nord e al Sud e il contributo delle “zone libere” alla lotta contro occupazione e fascismo.
“Nel 1945 l’Italia si univa nuovamente – Sud e Nord – dopo che quest’ultimo era stato separato e trattenuto in ostaggio dai nazisti e dalla Repubblica di Salò. Tante le sofferenze e i caratteri originali della Resistenza ligure, solidamente collegata ai centri di Torino e di Milano e destinata, come essi, a soffrire sino in fondo la barbarie nazista e fascista. Con le stragi della Pasqua di sangue del 1944 alla Benedicta, di Fontanafredda di Masone, all’Olivetta di Portofino, a Costa Binella di Testico, alla Foce del Centa di Albenga, a Molini di Triora, Torre Paponi di Pietrabruna ove due sacerdoti vennero arsi vivi, a Ressora di Arcola. Qui si sviluppa la maturazione politica di patrioti che sanno assumere, accanto alle operazioni militari di sabotaggio e di contrasto alle forze di occupazione, responsabilità di governo – … Qui, con la libera Repubblica di Pigna e di Triora nell’Imperiese, di Torriglia nel Genovese, della Repubblica del Vara in Alta Val di Vara nello Spezzino, emerge la dimostrazione della estraneità tra regime e popolazioni …”.
L’eredità europea e le sfide democratiche
Infine, il Presidente ha volto lo sguardo al presente e al futuro, sottolineando come i valori della Resistenza continuino a guidare la democrazia e l’integrazione europea.
“Da questi principi fondativi viene un appello: non possiamo arrenderci all’assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica, all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità. Anche per rispettare i sacrifici che il nostro popolo ha dovuto sopportare per tornare a essere cittadini, titolari di diritti di libertà … Veniva ascoltato l’ammonimento rivolto da Giuseppe Mazzini ai tanti che, all’epoca, confidavano nell’intervento d’oltralpe: ‘più che la servitù, temo la libertà recata in dono’. … Anche dalle diverse Resistenze nacque l’idea dell’Europa dei popoli, oggi incarnata dalla sovranità popolare espressa dal Parlamento di Strasburgo”.
In chiusura il Presidente Mattarella ha rinnovato l’invito a custodire e a vivere ogni giorno i valori della Resistenza: “Viva la Liguria partigiana, viva la libertà, viva la Repubblica”.

