La "cura del ferro": 9 miliardi di euro per la Sicilia - QdS

La “cura del ferro”: 9 miliardi di euro per la Sicilia

Nino Sunseri

La “cura del ferro”: 9 miliardi di euro per la Sicilia

martedì 16 Maggio 2017

Gli interventi di Rete Ferroviaria Italiana (gruppo FS italiane) nei prossimi 10 anni porteranno al lavoro circa 2.000 persone al mese. Tra maestranze dirette e indotto, una pillola ricostituente contro la disoccupazione e occasione di sviluppo

PALERMO – La cura del ferro in Sicilia vale oltre nove miliardi in dieci anni e occuperà mediamente fra 1.500 e 2.000 persone al mese fra maestranze dirette e indotto. La spesa (e quindi l’occupazione) sale a dieci miliardi tenendo anche conto degli interventi minori che Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) ha già avviato e sta completando nella Regione.
Dopo molti annunci e qualche falsa partenza anche l’itinerario Palermo-Catania-Messina (inserito nella legge Sblocca Italia del 2014) sta diventando sempre più concreto e lo scorso 14 aprile è stato pubblicato il bando di gara per il tratto di 37 km fra Bicocca e Catenanuova alla porte di Catania. È un ulteriore passo per la realizzazione del corridoio ferroviario Scandinavia-Mediterraneo che, partendo da Helsinki, arriverà in Sicilia proseguendo via mare fino a Malta. La fine dei lavori è prevista per il 2027 con un anticipo di tre anni rispetto alle indicazioni dell’Unione Europea che ha messo il 2030 come scadenza entro la quale dovranno essere completati i nuovi collegamenti veloci ferroviari in Europa. Si tratta di nove corridoi che costituiscono l’asse portante della Trans European Network-Transport (TEN-T), destinata a integrare l’Europa in maniera sempre più connessa.
Quattro interessano l’Italia, attraversandola da nord a sud e da ovest ad est: Baltico-Adriatico (dalla Polonia a Ravenna), Scandinavia-Mediterraneo (da Helsinki a Palermo attraversando Messina e Catania per arrivare a Malta e poi ritornare via mare a Taranto), Reno-Alpi (da Genova al Mare del Nord) Mediterraneo che partendo dal Portogallo arriverà al confine ucraino, attraversando la Pianura Padana da Torino a Trieste, passando per il valico Torino – Lione in costruzione.
La conclusione dei lavori in Sicilia consentirà di alzare la velocità di percorrenza fino a un massimo compreso tra 200 e 250 km/h. Questo significa che il tratto fra Messina e Catania sarà coperto in 45 minuti (oggi ne servono 70) e quello fra Catania e Palermo (243 km) in un’ora e 44 con un risparmio di circa un’ora rispetto alla percorrenza attuale. Per arrivare da Messina a Palermo (via Catania) basteranno due ore e dieci minuti. Ovviamente si tratta di miglioramenti cui si arriverà progressivamente.
Già nel 2024, per esempio, è prevedibile che la Palermo-Catania si possa percorrere in un’ora e cinquanta minuti utilizzando i segmenti di linea già completati. Per il primo lotto Bicocca – Catenanuova sono previsti appalti per 250 milioni di euro su un totale di 415,valore totale dell’intervento. La conclusione dei lavori è prevista nel 2022, con l’attivazione di un primo binario velocizzato nel 2020.
“A breve attiveremo il tratto di linea Catania Centrale – Catania Ognina, un’ulteriore dimostrazione del fatto che la cura del ferro promossa dal ministro Delrio prosegue concretamente”, spiega Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, la società che gestisce l’infrastruttura ferroviaria nazionale.
A Catania verranno spesi 860 milioni (di cui 230 già erogati). Serviranno per l’interramento dell’attuale stazione, per il raddoppio della linea fino a Catania Acquicella (2 km) e per l’interramento della linea nei pressi dell’aeroporto, con un duplice obiettivo: aprire la città al mare togliendo la barriera della linea ferroviaria che divide in due la città e consentire l’allungamento della pista dell’aeroporto di Fontanarossa. A giugno sarà attivata la tratta Catania Ognina – Catania Centrale con l’apertura al pubblico delle prime due stazioni intermedie: Corso Europa e Picanello.
La priorità data a Catania si spiega perchè la città è destinata a diventare lo snodo più importante della viabilità ferroviaria in Sicilia. A nord verso Messina, a ovest verso Palermo, a sud in direzione Siracusa dove proseguono i lavori di ristrutturazione che determineranno anche quest’anno l’interruzione del collegamento fra giugno e settembre. La priorità viene data ai lotti terminali per dare maggiore fluidità al progetto.
Sulla direttrice Catania-Palermo dopo la gara per la Bicocca-Catenanuova è in corso la progettazione della linea tra Catenanuova – Fiumetorto. Dal lato di Palermo verranno utilizzati 350 milioni del fondo per la coesione sociale per il raddoppio della Fiumetorto-Montemaggiore dove è già partita la progettazione con l’ambizione di avere una linea a semplice binario velocizzato sull’intera Catania-Palermo al 2024 anzichè 2027.
Purtroppo il crollo del viadotto dell’autostrada di due anni fa ha influito anche sul cantiere ferroviario. Non è stato possibile chiudere la ferrovia com’era previsto. Anzi è accaduto il contrario: la Regione ha chiesto che, per un periodo di tre anni, venissero messi nuovi treni per garantire il servizio. Dal lato di Messina c’è il finanziamento di 870 milioni per la Fiumefreddo-Letojanni che estende il raddoppio da Catania fino a Letojanni e rende possibile l’incremento del trasporto metropolitano Lentini-Catania-Taormina-Letojanni. Per chiudere il doppio binario sulla Catania-Messina dovrà essere completato il lotto Letojanni-Giampilieri.
Attualmente è in corso la progettazione definitiva dell’intero intervento. Si prevede di avviare la conferenza di servizi nei primi mesi del 2018 con possibilità di far partire entro la fine dell’anno i lavori del lotto Fiumefreddo-Letojanni.
L’anno successivo sarà la volta del secondo appalto. I cantieri saranno per l’85% in galleria. è prevista anche la realizzazione di tre nuove stazioni: Fiumefreddo, Taormina e Sant’Alessio-Santa Teresa e di tre nuove fermate (Alcantara, Nizza-Alì e Itala-Scaletta). La cura del ferro in Sicilia, però non si ferma qui. Ci sono altri lavori in corso che non fanno parte del corridoio Scandinavia-Mediterraneo.
Sulla Palermo-Messina è fissata per la fine dell’anno l’entrata in funzione del secondo binario per il tratto Campofelice – Cefalù e nel 2020 la prosecuzione a Castelbuono per il quale sono disponibili complessivamente 914 milioni. Rfi continua a investire sulla tratta a binario unico (Castelbuono-Patti) con interventi di miglioramento tecnologico e velocizzazione della linea. Gli interventi più urgenti sono stati fatti nelle stazioni di Pollina, Tusa, Caronia, Santo Stefano di Camastra e Capo d’Orlando. Sulla Alcamo-Trapani via Milo sono disponibili finanziamenti per 104 milioni. è in corso la progettazione preliminare che sarà conclusa entro l’anno.
 
A seguire il progetto esecutivo e l’affidamento dei lavori per l’anno prossimo. Molto più vicini alla conclusione gli interventi sulla città di Palermo costati complessivamente tre miliardi. Entro quest’anno sarà riattivato il collegamento con l’aeroporto di Punta Raisi, mentre entro il 2018 saranno completati i lavori del passante ferroviario. Sempre entro la fine dell’anno, con il completamento della variante di Lercara, sarà definitivamente attivata la Palermo-Agrigento costata 160 milioni.

Nino Sunseri
(Italpress)

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