Anche Apple pronta a inserirsi nella sfida della TV in streaming - QdS

Anche Apple pronta a inserirsi nella sfida della TV in streaming

redazione

Anche Apple pronta a inserirsi nella sfida della TV in streaming

domenica 20 Agosto 2017

Un mercato in grande espansione, soprattutto negli Usa, già battuto da colossi quali Netflix, Amazon, Hulu e Disney

ROMA – Sembrano lontani una vita i tempi in cui, per vedere un film in TV, bisognava attendere l’inizio del film o del telefilm di turno, quando era necessario aspettare la pubblicità per andare in bagno o quando la telefonata di turno rischiava di rovinare irrimediabilmente la visione del programma preferito.
La TV del presente, e quella del futuro, come ormai molti sanno è on demand o in streaming ed è proprio su questi versanti che si stanno concentrando le maggiori aziende che producono servizi d’intrattenimento: da Netflix a Disney, passando per Amazon, Hulu e Apple.
Nei giorni scorsi, è stato proprio il rapporto fra le prime due realtà citate a scuotere con vigore il mondo della TV in streaming, con la Walt Disney Company che ha deciso di ritirare i propri contenuti da Netflix, mettendo fine all’accordo a partire dal 2019. Questo perché la casa di Topolino punta a offrire direttamente ai consumatori i propri prodotti, grazie a due nuovi servizi che dovrebbero prendere il via nel 2018: il primo dedicato a Espn, la rete sportiva che offrirà 10.000 eventi dal vivo l’anno, disponibili per abbonamenti anche a seconda dello sport preferito; il secondo riguarderà invece i film Disney.
Una separazione che gli analisti prevedevano sarebbe prima o poi arrivata – ma non in tempi così rapidi e con effetti così immediati – e dettata probabilmente dalla forte crescita di Netflix, che nei giorni scorsi ha messo le mani anche sui diritti di Millarworld (etichetta che fa riferimento alle creazioni dello scrittore scozzese Mark Millar, sceneggiatori di fumetti che hanno avuto fortunate trasposizioni cinematografiche quali “Wanted” o “Kick Ass”), aprendo la strada anche a ulteriori operazioni.
Proprio in virtù del grande sviluppo registrato, i vertici Netflix non sembrano comunque scottati dallo strappo di Disney e hanno minimizzato fatto anche alcune importanti precisazioni su ciò che accadrà da qui ai prossimi anni. “I nostri accordi con Disney al di fuori dagli Stati Uniti – ha precisato un portavoce della piattaforma straming – rimangono esattamente come sono e la decisione di Disney non ha alcun impatto sui film che potremmo avere tramite accordi separati nei mercati internazionali”.
“La scelta di Disney – ha aggiunto – riguarda esclusivamente gli Stati Uniti ed è relativa solo ai film cinematografici. I membri di Netflix negli Stati Uniti avranno accesso ai film Disney disponibili sul catalogo fino alla fine del 2019, compresi tutti i nuovi film che verranno proiettati nelle sale cinematografiche entro la fine del 2018. Continuiamo a collaborare con la Walt Disney Company a livello globale su molti fronti, inclusa la Marvel TV”.

Intanto, un nuovo competitor potrebbe unirsi alla sfida:
secondo quanto scritto di recente dal Wall Street Journal, infatti, Apple sarebbe pronta a investire un miliardo di dollari per produrre contenuti audiovisivi originali nel 2018. L’azienda di Cupertino starebbe puntando su dieci serie tv da distribuire sulla piattaforma Apple Music o su un nuovo servizio dedicato ai video.
Il budget sarebbe stato affidato a Jamie Erlicht e Zack Van Amburg, ex di Sony incaricati della strategia video e dell’acquisizione di contenuti, che avrebbero già iniziato a incontrare agenti di Hollywood.
Stando alle anticipazioni uscite finora, i costi dei programmi potrebbero spaziare dai 2 milioni di dollari a puntata per serie tv che rientrano nel genere della commedia, a 5 milioni per le serie drammatiche (tanto per farsi un’idea, produzioni di fascia alta come “Il trono di spade” della Hbo possono anche superare i 10 milioni a puntata). Complessivamente, il budget di Apple sarebbe in linea con quello stanziato da Amazon nel 2013, agli esordi nel settore, ma comunque ben inferiore dei 2 miliardi spesi da Netflix quando entrò sul mercato con serie di enorme successo quali “House of cards” e “Orange is the new black”.

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