L’Ars comincia a fare carburare il motore verde della Sicilia - QdS

L’Ars comincia a fare carburare il motore verde della Sicilia

Antonio Casa

L’Ars comincia a fare carburare il motore verde della Sicilia

sabato 16 Gennaio 2010

La commissione Attività produttive ha approvato il decreto di attuazione in favore dei biocarburanti. Fino al 2013, nella filiera previsti interventi PO Fesr per 120 milioni di euro

PALERMO – La Sicilia inizia a carburare verde. La nomea di “isola degli idrocarburi”, acquisita negli lunga storia di attività industriali pesanti sul suolo isolano, sembra adesso cominciare una parziale decostruzione grazie ad una serie di attività legislativa che mirano ad incentivare la filiera verde.
L’ultima in ordine di tempo è arrivata il 14 gennaio scorso quando la commissione Attività produttive dell’Assemblea regionale siciliana ha approvato il decreto di attuazione relativo alle proposte di contratto regionale per lo sviluppo e le attività industriali nel settore energetico per l’attivazione di filiere produttive tecnologiche, agro energetiche e biocarburi.
L’accordo di programma regionale per la prima applicazione prevede interventi di PO Fesr 2007/2013 per un importo di 120 milioni di euro. Le promesse del governatore Lombardo, che si sintetizzavano in “per l’industria pesante abbiamo già fatto tanto”, sembrano adesso trovare adeguato seguito legislativo, infatti saranno le piccole e medie imprese le prime a godere dei benefici del contratto di programma. Si prevede quindi la realizzazione di filiere produttive d’ambito regionale di “respiro verde”, che diano cioè concretezza progetti ed interventi nel settore del solare termico, fotovoltaico, biomasse sulla ecoefficienza, biocarburanti e bioelettrico. Settori in cui l’isola, pur godendo di un patrimonio assolutamente privilegiato non brilla affatto e si trova staccata dalla altre realtà italiane.
Infatti solo nel 2011 sorgerà a Priolo il primo impianto di biodiesel che produrrà 200 mila tonnellate annuali, ce ne sono già 13 in Italia, principalmente nel settentrione, che ogni anno realizzano oltre due milioni di tonnellate, sulle biomasse l’isola è uno dei fanalini di coda nazionali, 5 impianti per una potenza pari a 19 MW e 1,3% di quota nazionale, mentre sul solare, pur godendo del maggior irradiamento tra le regioni, arranca ancora nelle ultime posizioni della graduatoria del fotovoltaico, da 342 impianti del 2007 a 1.546 impianti del 2008 per una potenza installata pari a 17 MW ma staccata da Lombardia (49,3 MW), Piemonte (32,6 MW), Veneto (28,1 MW), Trentino (31,3 MW) e Puglia (51,7 MW).
Il decreto sembra quindi essere la strada giusta da intraprendere. “Si tratta di una serie di misure destinate alla piccole e medie imprese siciliane – Salvino Caputo, presidente della commissione – che consentiranno di attivare interventi con il regime del cofinanziamento al 40-50% per oltre 700 milioni di euro. È una misura di particolare importanza destinata al settore energetico, nella sua complessità, che potrà essere utilizzata per migliorare il sistema energetico siciliano nel rispetto della tutela ambientale. La caratteristica di questi bandi è che consentirà alle piccole e medie imprese di realizzare gli interventi”.
La strada verde del futuro siciliano sembra adesso trovare quella compatibilità tra richieste del territorio e politica, visto che sui temi energetici si giocherà il futuro dello sviluppo economico e della salute dei siciliani.

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