Crescono timidamente le spin-off siciliane - QdS

Crescono timidamente le spin-off siciliane

Liliana Rosano

Crescono timidamente le spin-off siciliane

venerdì 25 Maggio 2018

Dati dell’ultimo Rapporto Netval: a fine ottobre 2017 erano 59 nell’Isola su un totale nazionale di 1.373. È l’ateneo palermitano a registrare il più alto numero (21) seguito da Catania (19) e Messina (14) 

CATANIA – Sono in crescita, anche se al Sud timidamente, e rappresentano il volto imprenditoriale delle università. Parliamo di spin off che, secondo l’ultimo Rapporto aggiornato di Netval – l’associazione delle Università e degli Enti pubblici italiani impegnati nella valorizzazione dei risultati della ricerca – a fine ottobre 2017 ammontano a un totale di 1.373.
 
Sono imprese di ricerca degli atenei e in Sicilia sono in tutto 59, con una quota pari al 4,3% del totale nazionale e un’età media di 4,5 anni.
E’ l’ateneo palermitano a registrare il più alto numero di spin off (21), seguito da Catania (19) e da Messina (14).
I settori di attività sono principalmente legati all’ICT anche se prendono piede e sono cresciute le imprese impegnate nei comparti dei servizi per l’innovazione (attualmente il primo settore più rappresentato, con un’incidenza del 26,4% sul totale) seguito da energia e ambiente (16,7%) e da life sciences (15,3%). La diminuzione delle iniziative in campo ICT a favore di quelle ai “servizi per l’innovazione” dimostra come la tecnologia ICT risulti ormai essere trasversale a molti altri ambiti di applicazione finale.
 
Seguono i comparti del biomedicale (6,3%), dell’elettronica (5,0%), dell’automazione industriale (3,9%), mentre si rilevano quote più modeste per il settore delle nanotecnologie (2,5%), della conservazione dei beni culturali (1,6%) ed – infine – dell’aerospaziale (0,3%), industriale (7,5).
Circa l’80% delle 1.373 imprese spin-off ad oggi rilevate e attive nel territorio nazionale è stato costituito nel corso degli ultimi dieci anni.
 
I risultati relativi alla localizzazione geografica delle imprese mostrano come le regioni nelle quali si è assistito inizialmente al fiorire più intenso di imprese spin-off sono concentrate e consolidate principalmente al Centro-Nord, ma in recente espansione anche al Sud e nelle Isole: il 47,3% delle imprese identificate è localizzato nell’Italia Settentrionale (con un’età media pari a circa 7 anni di attività, lievemente più elevata nel Nord-Est rispetto al Nord-Ovest), il Centro ne ospita il 29% (la cui età media è pari a 6,7 anni), mentre alla parte meridionale ed insulare del Paese appartiene il residuo 23,7% (con un’età media di 6,2 anni).
 
È infatti la Toscana la regione che ospita il maggior numero di spin-off (12,1%), seguita dalla Lombardia (10,1%) e dal Piemonte (9,5%). Livelli di concentrazione minori, seppure elevati, si registrano in Emilia-Romagna (8,7%), Lazio (6,9%), Puglia (6,8%), Veneto (6,6%). Quote percentuali più contenute si rilevano in Liguria, (5,7%), Marche (4,9%), Campania (4,5%) e Friuli Venezia Giulia (4,4%). Come dicevamo, si registrano presenze più modeste in Sicilia (4,3%), Sardegna (3,3%), Calabria (3,1%), Umbria (2,7%), Abruzzo (2,4%) e Trentino Alto Adige (2,3%).
 
Le imprese spin-off italiane più giovani sono infatti quelle localizzate principalmente nell’Italia Meridionale, ed in particolare quelle lucane e siciliane (età media pari a 4,5 anni), seguite dalle aziende ubicate nella Campania (5,5), Abruzzo (5,2) e Marche (5,9). Infine, in Lazio e Veneto la media è pari a 6,8, mentre in Puglia è 6,7.
 
Età mediamente più elevate si registrano per le imprese spin-off localizzate in Trentino Alto Adige (7,0), Lombardia (7,0), in Sardegna (7,2), Piemonte e Liguria (7,4) e in Toscana (7,5).

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