Ma con un ulteriore investimento di 21 milioni di euro – stanziati dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) – finalmente l’opera dovrebbe essere terminata assecondando tutti gli standard di sicurezza e dando sfogo alle imprese sorte in quell’area. In questi giorni, anche per via del caso Fiat, si è molto parlato di quest’opera mai finita e di recente l’argomento è stato trattato anche nella trasmissione Exit, trasmessa da La7.
La Fiat è sbarcata in Sicilia negli anni Settanta del secolo appena trascorso e da allora le infrastrutture a supporto dell’area industriale non sono state mai completate. C’è da segnalare anche una faccenda singolare: più volte, in passato, la Fiat disse che aveva bisogno di abbattere i costi di trasporto, anche utilizzando il porto. Oggi, però, le auto prodotte nello stabilimento di Termini Imerese prendono il mare da Catania. In pratica, per lasciare la Sicilia le auto potrebbero fare soltanto 7 chilometri – la distanza tra lo stabilimento Fiat e il porto – ma ne percorrono 170 su tir e vagoni ferroviari. Un vero e proprio controsenso e un aggravio dei costi non indifferente.
Con la chiusura dello stabilimento Fiat, si aprono prospettive nuove per la struttura portuale: a cosa servirà un porto commerciale se la fabbrica cesserà di esistere? Anche per questo, sarebbe ora di pensare al turismo, valorizzando lo stesso porto in un’ottica di sviluppo dell’industria blu, l’unico vero salvagente per la Sicilia.
A distanza di dodici anni il porto non è ancora perfettamente funzionante, a chi vanno imputate le colpe?
“Ai vari governi regionali succedutisi in 15 anni”.
In una recente intervista televisiva, lei ha detto che Fiat imbarca da Catania le auto prodotte a Termini, com’è possibile che avvenga questo?
“Per motivi a noi non noti, la Fiat ha fatto questa scelta, sicuramente una scelta antieconomica”.
Vi siete insediati al Comune da poco, ma quali sono i vostri programmi futuri, in tal senso?
“Abbiamo fatto una scelta che è quella di sottrarre questo Porto alla competenza della Regione siciliana, consegnandolo nelle mani dell’Autorità portuale, la quale negli ultimi due anni, mi pare abbia incasellato almeno due investimenti per circa 40 milioni di euro”.