Cantieri lavoro, la Regione dà il via alle attività ma i fondi non bastano - QdS

Cantieri lavoro, la Regione dà il via alle attività ma i fondi non bastano

Michele Giuliano

Cantieri lavoro, la Regione dà il via alle attività ma i fondi non bastano

venerdì 07 Settembre 2018

Le singole amministrazioni potranno decidere se abbandonare i progetti o distribuire le cifre. Stanziati 400 mila euro ad Agrigento e Caltanissetta, 2 mln a Catania e 4 a Palermo. Una amara sorpresa per i Comuni siciliani che hanno avuto accesso ai contributi, ma che hanno presentato tanti, troppi progetti che non potranno essere coperti per intero dalle cifre disponibili

PALERMO – La Regione apre i cordoni della borsa per le attività dei cantieri lavoro, ma è evidentemente troppo vuota per accontentare tutti. Una amara sorpresa per i Comuni siciliani che hanno avuto accesso ai contributi, ma che hanno presentato tanti, troppi progetti che non potranno essere coperti per intero dalle cifre disponibili, e che adesso avranno l’onere di scegliere tra le diverse attività per le quali era stata fatta richiesta o comunque riducendone gli importi potenzialmente destinati.
 
In pratica, le singole amministrazioni potranno decidere se abbandonare completamente alcuni progetti o distribuire le cifre ricevute su tutte le attività facendo tecnicamente degli “accorpamenti”. Si tratta di piccole attività di manutenzione, per sistemare giardini, marciapiedi, strade, mini appalti per rendere i Comuni più belli ed efficienti, che renderanno l’ambiente urbano più confortevole, aumentando la qualità della vita dei propri abitanti.
 
Una boccata d’aria per le casse di tante città più o meno grandi, che devono investire in ambiti di maggiore rilevanza sociale i fondi a disposizione. Il piano del riparto dei fondi disponibili era già stato pubblicato tempo fa: guardando ai capoluoghi di provincia, sono stati stanziati circa 400 mila euro ad Agrigento, stessa cifra per Caltanissetta, quasi due milioni per Catania. Continuando, ben 4 milioni vanno a Palermo, mentre meno di 100 mila euro vanno a Ragusa, e quasi 250 mila euro a Siracusa. In ultimo rimangono Trapani, con 450 mila euro, e Messina, con oltre un milione e mezzo di euro.
 
Il resto dei 20 milioni messi a disposizione, sono stati diversamente distribuiti, in base alle richieste effettuate dai diversi Comuni, tra 157 Comuni, dei quali 5 in provincia di Enna, mentre il capoluogo ne è rimasto escluso. Nello specifico, in provincia di Messina saranno ben 48 i Comuni che potranno avviare le attività, 25 in provincia di Agrigento e 22 nei territori di Palermo. Poco meno, 19 Comuni, sono stati individuati in provincia di Catania.
 
Quindi, a scendere, 12 Comuni in provincia di Siracusa, 11 a Trapani, 10 a Caltanissetta e 5 sia in provincia di Enna che in provincia di Ragusa. E pensare che inizialmente un Comune su tre in Sicilia aveva deciso di snobbare i cantieri lavoro. Poi il “richiamo” dell’assessorato regionale al Lavoro, con conseguente slittamento dei termini, evidentemente ha colto nel segno. Alla fine appena 15 su 390 i Comuni che hanno deciso di non presentare alcuna istanza. In pratica quasi nessuno.
 
L’assessore regionale al Lavoro Mariella Ippolito aveva parlato di “opportunità” che rischiavano di perdersi, con l’obiettivo di poter accedere a tanti soldi da poter investire nelle proprie attività, aiutando le fasce più deboli. L’appello ha funzionato fin troppo bene. Se per i cantieri di servizi sono stati stanziati 20 milioni di euro, per i cantieri di lavoro sono previsti 50 milioni destinati ai Comuni siciliani con una popolazione fino a 150.000 mila abitanti.
 
Le graduatorie dei beneficiari saranno stilate dai Centri per l’Impiego e dai Comuni, che potranno in questo modo gestire i cantieri lavoro e i cantieri servizi, dando anche la possibilità a chi è meno abbiente di poter lavorare e guadagnare qualcosa per se e la propria famiglia.
 
Le somme assegnate saranno specificate in un decreto, mentre con un avviso saranno impartite le istruzioni per la redazione e la presentazione dei progetti esecutivi, nei quali indicare le cifre effettivamente svolte e i progetti che andranno inesorabilmente abbandonati.

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