Catania - Che fine ha fatto il Canale di gronda? - QdS

Catania – Che fine ha fatto il Canale di gronda?

Desiree Miranda

Catania – Che fine ha fatto il Canale di gronda?

mercoledì 14 Novembre 2018

Bloccato “dalla legge”, ora c’è una svolta. ESCLUSIVO: l’odissea di una delle opere più attese ricostruita con le interviste agli esperti. Parlano l’assessore Arcidiacono, l’ex Bosco e il responsabile del Servizio idrico Ferracane

CATANIA – Era stato annunciato oltre due anni fa come la soluzione al problema della trasformazione delle strade di Catania in fiumi in piena, ma mentre non c’è ancora traccia del progetto, Catania continua ad allargarsi. Forse però, le cose potrebbero cambiare durante il prossimo anno. Stiamo parlando del progetto per il completamento del Collettore B, il cosiddetto Canale di gronda ovest, necessario a captare le notevoli portate pluviali della fascia pedemontana ovest che insiste sulla città. Sebbene annunciato nel 2015, con previsione di fine lavori in due anni, non solo non è completo, i lavori non sono mai partiti.
 
Eppure i soldi ci sono sempre stati perché stanziati nell’ambito della programmazione degli interventi nazionali per la messa in sicurezza delle Città metropolitane, prevista nello Sblocca Italia e nel nuovo Piano nazionale 2014-2020, contro il dissesto idrogeologico. A Catania sono stati destinati circa 48 milioni di euro, esattamente il costo dei lavori in programma che prevedono due gallerie – una di 454 metri di lunghezza e l’altra di 112 metri per un costo complessivo di 40 milioni di euro – e la sistemazione, sotto il profilo idrogeologico, del torrente Cubba in cui sarà riversata l’acqua piovana proveniente dal collettore, per un costo di 8 milioni di euro.
 
Ma cosa è successo, perché nulla è stato fatto? Lo abbiamo chiesto direttamente all’allora assessore ai lavori pubblici del Comune, Luigi Bosco. “Siamo praticamente stati obbligati a cambiare la tabella di marcia perché nel frattempo sono cambiate le leggi”, spiega. “Non potevamo più mandare a bando il progetto che avevamo perché definitivo e la nuova legge lo voleva già esecutivo. Servivano quindi altri finanziamenti per renderlo tale”, aggiunge.
 
Conferma tutto il responsabile del servizio idrico integrato, forniture pluviali a rete e riduzione rischio idraulico del Comune di Catania, Salvatore Ferracane. “Il progetto che abbiamo è definitivo e come tale deve essere aggiornato in alcuni aspetti perché sono cambiate alcune leggi e quindi ha bisogno di altre autorizzazioni”, dice.
 
Il problema vero però, non è questo perché facilmente risolvibile. Ciò che invece è stato difficile da risolvere è la possibilità di trasformare il progetto da definitivo ad esecutivo. “Prima la legge sui lavori pubblici permetteva a un’opera di essere appaltata anche con la progettazione definitiva perché si affidava sia la progettazione esecutiva che l’esecuzione delle opere, ma con l’introduzione del decreto legislativo del 2016 questa possibilità è stata tolta e tutti i progetti devono essere esecutivi perché possano essere appaltati”.
 
Perché il progetti diventi esecutivo però, c’è bisogno di professionisti che se ne occupino e di conseguenza serve del denaro che il Comune non ha. Non solo. Sono cambiate anche le competenze che dal Comune sono passate nelle mani di un commissario regionale. A venire incontro alle esigenze degli Enti con progetti bloccati a causa della modifica normativa ci ha pensato lo stesso governo nazionale con il Fondo per la progettazione esecutiva. Il Comune di Catania ne ha fatto richiesta d’accesso sin da subito, ma la risposta positiva da parte del governo nazionale sarebbe giunta solo di recente, dopo quasi due anni.
 
Siamo quindi arrivati ad oggi, senza un nulla di fatto, ma entro la fine di quest’anno si dovrebbe potere andare a gara per la trasformazione del progetto da definitivo a esecutivo. “Il commissario ha stanziato 403 mila euro per questo”, dichiara Ferracane. “Entro dicembre dovrebbe arrivare sul tavolo del commissario il progetto definitivo modificato dove serve, lui dovrà approvarlo e poi indire la gara per la progettazione esecutiva”, conclude.
 
“Stiamo procedendo in maniera celere per completare l’intera rete che ci permette di evitare che la città si allaghi, razionalizzando la distribuzione delle acque che arrivano improvvise in città. Il prossimo passo sarà andare a Palermo per firmare la convenzione ed avere il finanziamento per la progettazione esecutiva”, dichiara l’assessore ai lavori pubblici del Comune, Giuseppe Arcidiacono.

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