Le fake news (smontate) sui termovalorizzatori - QdS

Le fake news (smontate) sui termovalorizzatori

Le fake news (smontate) sui termovalorizzatori

martedì 20 Novembre 2018

Giuseppe Mancini, docente di Impianti chimici di UniCT spiega i luoghi comuni in cui è facile cadere

Dopo che lo scontro tra i leader del governo Giallo-Verde, i ministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ha riacceso il dibattito sui termovalorizzatori, per sfatare le false notizie che impazzano in questi giorni, soprattutto sul web, abbiamo intervistato Giuseppe Mancini, docente di Impianti chimici del Corso di laurea in Chemical engineering for industrial sustainability dell’Università degli studi di Catania.
 
 
Ecco alcuni luoghi comuni in cui è facile cadere
 
La raccolta differenziata risolve tutti i problemi (FALSO)
La raccolta differenziata è uno strumento, non il risultato finale da raggiungere. Se per anni hai raccontato alla gente che i termovalorizzatori sono brutti e cattivi e che facendo la RD risolvi completamente il problema dei rifiuti, quando la gente inizia a farla sul serio e con fatica, pretende che il problema sia risolto mentre del tutto risolto non è perché c’è ancora tutto il rifiuto residuale ancora da gestire ed è tantissimo. A meno che non lo si voglia continuare a mandare in discarica o peggio spedire all’estero.
E se non si mette in moto, parallelamente e nel lungo periodo, un mercato dei materiali riciclati che assorba veramente tutti i flussi (quindi anche cartiere, vetrerie, impianti per la produzione di prodotti in plastica riciclata) che sia in loco (meglio) o anche all’estero, la sola corsa all’aumento della RD, con o senza qualità, porterà comunque ad un sistema industriale insostenibile e dovremo accumulare il materiale raccolto a caro prezzo in mega depositi come abbiamo fatto per le eco-balle di Napoli. Lo sapete che queste, di sole multe, continuano a costare un caffè all’anno a tutti gli italiani, bambini compresi? Certo mi si dirà: cosa vuoi che sia un caffè all’anno? Ma 60 milioni di caffè all’anno per decine di anni, dico io, non fanno male?
 
I termovalorizzatori non producono energia (FALSO)
Ogni singolo chilogrammo di rifiuto residuale possiede circa 10 Mega Joule di energia che se immessa in discarica andrebbe persa producendo emissioni sul lunghissimo periodo. Se si realizzano impianti di giusta taglia parte di questa energia viene recuperata sia sotto forma elettrica che di calore e non persa.
Poca, molta? Moltissima. Anche se l’efficienza è solo un poco più bassa di una centrale a combustibile fossile, non stiamo bruciando un combustibile fossile ma stiamo recuperando l’energia da qualcosa, il rifiuto residuale, che andrebbe altrimenti solo a mangiarsi altre porzioni del nostro bellissimo territorio producendo molte ma molte più emissioni.
Recuperando le sue scorie in prodotti certificati, un moderno termovalorizzatore permette di ridurre il fabbisogno di discarica almeno ad un ventesimo. Quindi nei prossimi vent’anni una sola discarica invece che 20. E questo è un guadagno immenso che si somma all’energia recuperata.
 
I termovalorizzatori inquinano più di altri sistemi (FALSO)
Non conosco impianti che funzionando non hanno degli impatti. Ma i termovalorizzatori non sono più quelli di un tempo. L’avanzamento tecnologico e la grande attenzione agli stessi in passato li rende oggi sistemi avanzatissimi in grado di trattare i rifiuti con bassissime emissioni per kg di rifiuto trattato, molto ma molto inferiori a quelle prodotte in discarica dallo stesso chilo di rifiuti. è tutto qui il punto; bisogna fare il confronto quando devi scegliere. Non guardare solo a quello che produce un termovalorizzatore in termini di emissioni ma verificare quelle che evita.
è un po’ come dire che l’impianto di depurazione dei reflui produce CO2 ed acqua non pulitissima al suo scarico senza tener conto che l’alternativa è mandare la fogna tal quale in mare (cosa che mi pare succeda proprio in Sicilia). Come lo si spiega che moltissimi impianti di trattamento termico dei rifiuti siano stati costruiti proprio nel centro delle capitali europee o nelle più grandi città dell’avanzatissimo Giappone? Asserire che gli inceneritori inquinano senza tener conto che mandare il rifiuto residuale in discarica inquina molto di più i terreni, le falde e l’atmosfera, come tante inchieste sui giornali e della magistratura purtroppo ci ricordano ogni giorno, è una ulteriore balla che vi raccontano.
 
Il trattamento meccanico biologico “TMB” è utile (FALSO)
è un trattamento che non recupera praticamente niente sull’indifferenziato mandandolo tutto in discarica ed è del tutto inutile se si fa a monte una buona raccolta differenziata dell’umido. Pertanto quando si parla con grande fantasia di “piattaforme” o “impianti tecnologici” da realizzare, informatevi se non è semplicemente previsto un impianto TMB che è indissolubilmente (per legge) legato ad una discarica (per quanto chiamata allegramente “di servizio”).
Il recupero di materia di un TMB è di pochi punti percentuali (2-4%), quindi state nei fatti ributtando tutto in discarica e continuando a favorire l’indifferenziato
 
I termovalorizzatori contrastano la Raccolta differenziata (FALSO)
Nei termovalorizzatori non va immesso il rifiuto organico che è composto prevalentemente da acqua e ostacolerebbe la combustione. Quindi asserire che l’inceneritore è in competizione con la digestione anaerobica o il compostaggio nel recupero di questa importante frazione (35%) è una balla.
Non va neanche immesso il rifiuto riciclabile, ma solo il rifiuto residuale che non ha altre soluzioni di smaltimento se non la discarica o il trasporto fuori regione o peggio all’estero. In tutti i paesi che hanno termovalorizzatori il riciclo è altissimo ed è la discarica ad essere stata ridotta a zero. è la discarica che si mangia la raccolta differenziata. Asserire che l’inceneritore è in competizione con il recupero di materia e la raccolta differenziata è ancora un’altra delle balle che vi raccontano.
 
Bisogna fare tantissima raccolta differenziata (FALSO)
Aumentare la RD oltre certi limiti ti porta necessariamente ad una sua scarsa qualità perché aumentano le impurezze al suo interno e ti costa molto di più raffinarla.
Se non si ammette per tempo che anche nel sistema industriale del recupero dei rifiuti occorre la qualità richiesta dal mercato, puntando su una RD di qualità, si fallirà come sono fallite in passato tante aziende in Sicilia e nel paese che hanno puntato solo sulla quantità e non sulla qualità dei loro prodotti. è chiaro che per ora in Sicilia di arrivare al 65% ce lo sogniamo e quindi occorre ancora spingerla questa raccolta differenziata ma facendola di qualità.
 
L’energia al Sud non si può recuperare perché fa caldo (FALSO)
Se è vero che è difficile ipotizzare di realizzare ormai reti per l’utilizzo del calore a livello domestico nelle città del nostro Sud e collocare i termovalorizzatori al centro della città stesse (riducendo quindi le percorrenze dei compattatori e relative emissioni, quelle sì molto inquinanti) come ha fatto per tempo Parigi o appena ri-fatto Copenaghen, è molto semplice ipotizzare di realizzare le stesse reti nelle nostre aree industriali dove non solo l’elettricità ma anche il calore può essere ampiamente utilizzato in un’ottica di piena simbiosi industriale.
Oggi gli avanzamenti tecnologici permettono anche di fare il freddo dal calore quindi l’energia termica viene utilizzata sia d’estate che di inverno. Che l’energia recuperata non possa essere utilizzata anche nelle regioni del Mezzogiorno è un’altra balla che vi raccontano.
 
Con compostaggio e selezione risolviamo tutto (FALSO)
Ci vogliono gli impianti giusto, ma tutti gli impianti, anche quelli che ti fanno perdere voti all’inizio ma guadagnarne tanti dopo.
Il compostaggio richiede molta energia, va bene per i piccoli centri ma dobbiamo pensare a soluzioni industriali più sostenibili con grandi impianti a servizio del territorio provinciale che utilizzino la combinazione di processi anaerobici – aerobici e che ci permettano di estrarre l’energia dalla frazione organica sotto forma di biogas ed eventualmente biometano. E lo scarto prodotto anche da questi impianti va a recupero energetico portando la discarica gradualmente a zero come fanno tutti i paesi più civili, ma come fa anche Milano.
 
E quindi? Qual è la soluzione?
Se non iniziamo, e abbiamo perso tanto ma tanto tempo, a programmare soluzioni capaci di chiudere veramente la filiera, come si fa in qualunque comparto industriale, prevedendo una soluzione anche per gli scarti non recuperabili, ci troveremo nei prossimi dieci anni ad affrontare la solita continua e insopportabile emergenza. Perché anche recuperando la metà o poco più dei nostri rifiuti dovremmo sempre gestirne un’altra metà. E metà emergenza sarà comunque una emergenza.

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