Dall'economia lineare a quella circolare: il principio del riuso e del riciclo per evitare gli sprechi - QdS

Dall’economia lineare a quella circolare: il principio del riuso e del riciclo per evitare gli sprechi

Dall’economia lineare a quella circolare: il principio del riuso e del riciclo per evitare gli sprechi

sabato 15 Dicembre 2018

Materie prime che un tempo venivano scartate, possono avere nuova vita e rientrare così nel ciclo economico producendo nuovo valore. Utilizzare un macchinario al 100% delle proprie potenzialità per evitare forme di spreco: è il principio alla base del car sharing

GELA (CL) – Dal ventesimo secolo ad oggi, vediamo girare gran parte dell’economia intorno all’industria, un’economia basata sull’estrazione di materia sempre nuova e sullo spreco di ogni scarto, la cosiddetta “economia lineare”.
 
Molte menti illustri oggi invece si pongono una domanda: e se queste materie prime (petrolio, gas ecc…) terminassero? Di conseguenza hanno trovato la risposta nella definizione di economia circolare. Si pone come alternativa al modello classico lineare (produzione-consumo-smaltimento), adottando il principio riuso e riciclo.
 
Da una fonte attendibile come l’elaborato della Ellen MacArthur Foundation sappiamo che, i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati a essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.
 
L’economia circolare è fondata su tre principi (sui quali oggi stanno investendo molte multinazionali come Banca Intesa e Google): il primo, è quello di trovare nuove materie che un tempo venivano scartate, come per esempio prendere tutto quello che buttiamo e reintrodurlo nei cicli di produzione, copiando praticamente dalla natura dove nulla viene sprecato. Uno dei casi più importanti del riciclo è sicuramente di upcycle, ovvero quando lo scarto assume un valore superiore a quello del prodotto nella “vita” precedente; ci sono varie aziende che investono nel upcycle oggi, una di queste è Aquafil che ha progettato Econyl, un sistema per valorizzare il nylon di scarto .
 
Il secondo, è legato alla fine dello spreco d’uso del prodotto. In parole povere quanti abiti, quanti oggetti di vario genere possediamo ma non utilizziamo? Questo è uno spreco, perchè non condividerlo e sfruttarlo di più? Uno dei casi più importanti di tale principio è proprio il caso delle varie aziende di car-sharing (enjoy, car2go) che ci sono in Italia; solitamente un automobile la compriamo, e usiamo circa il 5% della sua capacità reale, mentre tali aziende come enjoy la usano anche più del 50% delle capacità.
 
Infine vi è il terzo principio, ovvero fermare la morte prematura della materia, spesso anche il riciclo e il riuso possono condannare alla morte/dismissione la materia spesso perfettamente sana.
 
Spesso si rompe solo una parte di un oggetto o comunque passa solo di moda come avviene nel campo tessile, ma viene lo stesso buttato. Il terzo principio invece dice che potremmo applicare alcune strategie come, riparare o rivedere (per moda o campo tessile) per non far morire determinate materie. Un grande esempio di tale principio è il Fairphone ovvero il primo telefono che è stato disegnato per garantire longevità e riparabilità del prodotto.
 
Infine, l’obiettivo è la sensibilizzazione del popolo all’economia circolare e a ridurre tutti gli sprechi di cui il popolo del 20esimo secolo si è macchiato.
 
Andrea Cascino
Fabrizio D’amaro
Alessandro Imbrio
Gaetano la Chiusa
Classe V D – Itt Morselli di Gela

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