Idrogeno scisso grazie al sole. Mano siciliana sul combustibile - QdS

Idrogeno scisso grazie al sole. Mano siciliana sul combustibile

Luca Salici

Idrogeno scisso grazie al sole. Mano siciliana sul combustibile

giovedì 11 Febbraio 2010

Lo studio oggetto di pubblicazione della rivista Energy and Enviromental Science. Ricercatori del Cnr di Palermo e greci quantità utili ad alimentare le città

PALERMO -Il combustibile dell’imminente futuro potrebbe essere l’idrogeno generato per scissione dell’acqua utilizzando la sola radiazione solare. È quanto sostengono i ricercatori italiani del gruppo di ricerca di Mario Pagliaro al Cnr e quelli greci guidati da Athanasios Konstandopoulos in uno studio pubblicato dalla rivista Energy and Environmental Science.
Konstandopoulos, ingegnere chimico direttore del Laboratorio Apt di Tessalonica, coordina il progetto di ricerca comunitario Hydrosol per cui ha recentemente ottenuto il premio “Cartesio” della Commissione europea. Pagliaro, chimico, a Palermo coordina le attività del polo fotovoltaico della Sicilia.
Due gli approcci suggeriti dagli autori: la concentrazione della radiazione per generare quantità massive di idrogeno utili ad alimentare centri abitati ed industrie. E l’uso dei pannelli fotovoltaici abbinati ad un elettrolizzatore per generare idrogeno da usarsi come combustibile per usi su domanda da parte di imbarcazioni o automobili. “Usando il calore, cioé tutta l’energia solare – aggiunge Konstandopoulos – l’efficienza è molto più elevata del fotovoltaico. Usando solo acqua e stoccando l’energia sotto forma di idrogeno, risolviamo il problema dell’intermittenza della luce solare. E siccome la voce di costo principale di Hydrosol è costituita dagli eliostati il cui prezzo sta rapidamente scendendo, entro 3 anni il prezzo dell’elettricità solare generata con l’idrogeno sarà inferiore ai 6 centesimi di euro per chilowattora”.
“Le tecnologie sono due – dice Pagliaro (titolare della rubrica “Terza Ondata” sul Qds, ndr) – perché due sono gli usi del combustibile idrogeno richiesti dal mercato. E in entrambi i casi è stata l’applicazione della nanochimica alle tecnologie per la conversione della radiazione solare a rendere possibili i traguardi che le rendono ormai convenienti dal punto di vista economico”.

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