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Messina – Scontro su evasione fiscale e morosità fra “cartelle pazze” e accuse politiche

Lina Bruno

Messina – Scontro su evasione fiscale e morosità fra “cartelle pazze” e accuse politiche

martedì 22 Gennaio 2019

Il sindaco De Luca ha denunciato l’assenza di una “banca dati unica del contribuente”. Gli avvisi relativi al 2013 inviati nei giorni scorsi hanno creato grande scompiglio fra i cittadini

MESSINA – “Un’evasione media di circa il 50% su tutti i tributi e servizi a richiesta individuale”. Il dato allarmante è stato comunicato dal sindaco Cateno De Luca in un post su Facebook, in cui ha cercato di fare chiarezza sulle “cartelle pazze” relative all’Imu 2013, recapitate nelle scorse settimane ai messinesi e causa di non pochi problemi all’Ufficio tributi. Lunghe file di utenti arrabbiati hanno alla fine fatto ammettere a qualche dirigente che era stato commesso un errore, probabilmente nel metodo, vista la quantità di avvisi inviati.
 
Per De Luca il problema “è frutto dell’inesistenza di una banca dati unica del contribuente. Ogni anno si è registrato lo stesso problema dei dati errati, ma al solito non si è proceduto alle correzioni consequenziali. Questa volta la situazione degli errori è più ampia perché sono stati notificati circa 25 mila cartelle rispetto alle tremila degli anni precedenti. Chi parla di danno erariale per il costo delle notifiche delle cartelle errate dimostra di non conoscere la materia e di aver omesso di denunziare che il danno erariale si è sicuramente avuto negli anni precedenti per la mancata notifica delle cartelle. con la consequenziale prescrizione dei tributi e danni per oltre cinque milioni di euro annui”.
 
Il riferimento del sindaco è al consigliere Pd Libero Gioveni, che in un’interrogazione ha ipotizzato il danno alle casse pubbliche. “Gli avvisi di accertamento – ha affermato – sono stati inviati a campione a circa 23 mila contribuenti, la stragrande maggioranza dei quali non deve assolutamente pagare nulla, basti pensare che hanno ricevuto le cartelle proprietari di case popolari con rendite catastali bassissime e addirittura cittadini non proprietari di casa. Su un totale di circa 156 mila euro di spese di notifica, anche volendo considerare una minima percentuale di contribuenti ‘avvisati’ che sono tenuti a pagare la mini Imu, rimarrebbe totalmente scoperto un importo di oltre 100 mila euro”.
 
Ma Gioveni, accusato dal primo cittadino di non essersi occupato del problema nei cinque anni precedenti, ha ricordato pure che “il 21 ottobre 2015 il Consiglio, proprio su un mio ordine del giorno, approvò un atto di indirizzo con cui non solo si chiese all’Amministrazione di creare una Cartella unica dei tributi, ma di avviare anche un servizio telematico, per gestire direttamente da casa davanti a un Pc le proprie posizioni su Tari, ex Tares e Tarsu, Imu, ex Tasi, accedere alle informazioni e ai dati catastali”.
 
“L’attuale modus operandi dell’Amministrazione nella lotta all’evasione – ha sottolineato ancora Gioveni – non solo è sbagliato, ma anche irrispettoso nei confronti degli onesti contribuenti. Gli errori macroscopici commessi in queste settimane, oltre a rasentare l’inverosimile, dimostrano una palese superficialità”.
 
Sull’argomento non poteva mancare l’intervento dei rappresentanti di Messinaccomuna, di cui fa parte tra gli altri l’ex sindaco Renato Accorinti. Il movimento politico ha escluso il danno erariale ma non possibili “accertamenti di entrata infondati che potrebbero costruire equilibri di bilancio in realtà senza basi, col rischio di finanziare spese in realtà non coperte e produrre “buchi” nel bilancio. Tra i documenti del Piano di riequilibrio, come sottolineato in un documento da Messinaccomuna, l’Amministrazione avrebbe adottato uno studio, ritenuto non molto rigoroso, sul tax gap “e fin dal suo insediamento il sindaco De Luca ha sbandierato l’esistenza di oltre cento milioni di evasione fiscale a Messina. Ci domandiamo se questa iniziativa improvvida e in buona parte infondata sul gettito Imu 2013 rientri nel conto a suo tempo fatto dal sindaco”.
 
“Il rischio – hanno concluso dall’opposizione – è che il bilancio del Comune di Messina venga ‘forzato’ con entrate prive di fondamento giuridico, destinate a generare buchi, aumento del contenzioso e squilibri strutturali. Sarebbe interessante sapere, in proposito, se questo accertamento incauto sia frutto dell’autonoma azione degli uffici o se sia stato sollecitato (come sembrerebbe) dall’Amministrazione”.

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