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Siracusa – Infiltrazioni mafiose a Pachino, Consiglio dei ministri scioglie il Comune

Oriana Gionfriddo

Siracusa – Infiltrazioni mafiose a Pachino, Consiglio dei ministri scioglie il Comune

martedì 19 Febbraio 2019

Secondo le indagini della Polizia, esponenti politici avrebbero avuto rapporti con i clan locali. Il sindaco Bruno: “Provvedimento abnorme che danneggia la città e il suo tessuto produttivo”

PACHINO (SR) – Sciolto il Consiglio comunale di Pachino per un periodo di 18 mesi. A deciderlo il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Salvini “tenuto conto – si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi – che, all’esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che espongono il Consiglio comunale di Pachino a compromissioni del buon andamento dell’attività amministrativa, a norma dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ne ha deliberato lo scioglimento per un periodo di 18 mesi, affidandone la gestione a una Commissione straordinaria”.
 
C’è da dire che il consiglio era già decaduto a gennaio per mancata approvazione di bilancio, ma con questo provvedimento cade anche il primo cittadino e la sua Giunta.
“Si tratta di un provvedimento – ha dichiarato il sindaco Roberto Bruno – ingiusto e abnorme, che danneggia l’intera città ed il suo tessuto produttivo”.
 
“Io e la mia amministrazione – aggiunge Bruno – abbiamo sempre lavorato nell’interesse della città e della collettività, nel pieno rispetto della trasparenza e della legalità. È evidente che si tratta di un’operazione politica ad opera di un governo ostile. Leggeremo le carte contenenti non solo i fatti contestati, relativi agli elementi concreti, univoci e rilevanti, ma soprattutto i nomi di quelle persone direttamente coinvolte con i fatti addebitati. Leggeremo le carte attentamente e agiremo, ad ogni livello, per rendere giustizia ad una squadra che ha lavorato con passione, energia e legalità. Affermo con forza che nessuno di noi è stato coinvolto in procedimenti penali: nè io, nè i miei assessori, nè i consiglieri comunali di maggioranza che sono stati al mio fianco fino all’ultimo” – conclude Bruno annunciando già un ricorso dietro l’angolo.
 
Eppure la notizia non arriva certamente come un fulmine a ciel sereno. Era stato, infatti, l’ex prefetto di Siracusa, Giuseppe Castaldo, a inviare la commissione per “verificare eventuali possibili forme d’infiltrazione o di condizionamento, di tipo mafioso o similare, tali da compromettere il regolare svolgimento dei servizi ovvero il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione comunale”, dopo una serie di inchieste giudiziarie che avevano coinvolto Pachino. Al termine i commissari hanno inviato una relazione al ministero dell’Interno, dando il via allo scioglimento.
 
Tante le indagini durate mesi e mesi da parte della Polizia di Stato per fare luce su questa vicenda. Secondo gli inquirenti esponenti politici avrebbero intessuti rapporti con i clan locali e avrebbero commesso una “serie indeterminata di delitti contro la persona, il patrimonio e la pubblica amministrazione” per acquisire il controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici ed anche per procurare voti per sé e per altri.

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