Comuni senza virtù: si salvano in 9 su 390 - QdS

Comuni senza virtù: si salvano in 9 su 390

Oriana Gionfriddo

Comuni senza virtù: si salvano in 9 su 390

mercoledì 20 Marzo 2019

Sostenibilità e buone pratiche attraverso l’attuazione di progetti economicamente vantaggiosi Questa la ricetta per una gestione municipale che punta su efficienza e benessere dei cittadini. Associazione nazionale dei Comuni virtuosi: sono pochissimi gli Enti locali siciliani aderenti

PALERMO – Un Paese spaccato in due, uno Stivale che corre a due velocità diverse, con la punta estrema, la Sicilia, ancora indietro. È un discorso sentito e risentito, che rischia di cadere nella classica retorica del binomio imperfetto Nord-Sud, ma che si tratti di economia, occupazione, lavoro o gestione della Cosa pubblica, il discorso non cambia mai. Neppure in termini di adesione all’Associazione nazionale dei Comuni virtuosi.
 
La cartina dell’Italia sul sito del sodalizio che unisce gli Enti locali più propositivi del Paese evidenzia infatti una differenza netta tra le regioni del Settentrione e quelle del Mezzogiorno, dove i Comuni virtuosi sono in numero molto inferiore rispetto al Nord Italia.
 
In Sicilia i Comuni virtuosi sono attualmente nove: Lampedusa e Linosa (Agrigento), Aci Bonaccorsi (Catania), Regalbuto e Troina (Enna), Santa Teresa di Riva (Messina), Collesano (Palermo), Ferla e Solarino (Siracusa) e Petrosino (Trapani).
 
Il primo dei Municipi siciliani ad aderire a questo progetto fu Aci Bonaccorsi nel 2010: allora la notizia rimbalzò a livello nazionale, tanto da far definire la piccola cittadina catanese la “Svizzera del Sud”. Aci Bonaccorsi entrò nell’associazione con in mano i seguenti progetti: Casa dell’Acqua (l’impianto pubblico cui possono approvvigionarsi gratuitamente di acqua minerale), il mercato del contadino, il taxi sociale a servizio su prenotazione per persone sole e appiedate, il mercatino dei giocattoli usati per i bambini, una serie di iniziative culturali, il parco giochi per bambini realizzato interamente con materiale da riciclo e infine un sistema efficiente di raccolta differenziata. Via via, negli anni, gli altri Comuni siciliani hanno seguito le orme del centro catanese, fino ad arrivare appunto al numero di nove comuni.
 
Per comprendere meglio di cosa stiamo parlando è però opportuno fare un passo indietro per conoscere più approfonditamente l’Associazione dei Comuni virtuosi.
 
Fondata nel maggio del 2005, nella sala consiliare di Vezzano Ligure, nacque per iniziativa di quattro comuni: Monsano (Ancona), Colorno (Parma), Vezzano Ligure (La Spezia) e Melpignano (Lecce). Da allora, l’associazione si compone di una rete di Enti locali che opera a favore di un’armoniosa e sostenibile gestione dei propri territori, diffondendo verso i cittadini nuove consapevolezze e stili di vita all’insegna della sostenibilità, sperimentando buone pratiche attraverso l’attuazione di progetti concreti, ed economicamente vantaggiosi, legati alla gestione del territorio, all’efficienza e al risparmio energetico, a nuovi stili di vita e alla partecipazione attiva dei cittadini.
 
Per aderire all’Associazione i Comuni devono avere già in cantiere i progetti relativamente alle cinque linee di intervento: gestione del territorio, impronta ecologica della macchina comunale, rifiuti, mobilità, nuovi stili di vita. Far parte dell’Associazione dei Comuni virtuosi, dunque, significa non soltanto aver dato vita a una nuova comunità, sostenibile e consapevole, ma anche avere un “certificato di garanzia”, accettando un impegno nel rispettare gli standard imposti dall’Associazione e, se possibile, migliorare le buone pratiche già messe in campo.
 
“Comuni virtuosi – spiega la presidente Elena Carletti, anche sindaco di Novellara (Reggio Emilia) – oggi aggrega oltre cento Enti su tutto il territorio italiano. Lo scopo dell’Associazione è quello di diffondere le buone prassi in campo ambientale, ma anche socio culturale, mettendo in atto azioni finalizzate a valorizzare progetti sostenibili e di coesione. Dal 2005, grazie all’attivazione di strumenti diversificati, siamo riusciti a raccontare l’Italia dei Comuni virtuosi: la Scuola di altra amministrazione, la nostra collana editoriale, il documentario appena uscito ‘Sogni comuni’, il Premio rivolto a tutti i Comuni italiani, la borsa di studio… insomma, lo sforzo è tutto teso a mettere in contatto realtà che sperimentano la sostenibilità e, con una buona dose di coraggio, mettono in atto azioni e progetti innovativi per tutelare le comunità”.
 
“L’associazione – ha concluso – rappresenta oggi una grande piattaforma di dialogo e confronto che mi auguro possa dare vita sempre più a una contaminazione virtuosa di politiche per i territori”.
 

 
Giansiracusa, primo cittadino di Ferla (Sr)
“Non un arrivo ma un punto di partenza”
 
FERLA (SR) – Tra gli Enti locali che hanno aderito all’Associazione dei Comuni virtuosi c’è anche questo piccolo paese del siracusano, la cui amministrazione è oggi retta dal sindaco Michelangelo Giansiracusa (scelto come coordinatore regionale per la Sicilia del sodalizio).
 
“Come comunità – spiega – abbiamo puntato tutto sui servizi. L’iscrizione ai Comuni virtuosi per noi è un traguardo, ma anche un inizio, perché rappresenta l’asticella che si deve tenere alta in tema di buone pratiche, verificate periodicamente dall’associazione stessa”.
 
“Iscriversi – aggiunge – significa avere già un percorso avviato di sostenibilità e buone pratiche, ma soprattutto impegnarsi nel mantenere determinati standard. Insomma, è uno stimolo verso il miglioramento della Carta dei servizi che i Comuni offrono alla cittadinanza. Non stiamo parlando solo di raccolta differenziata, ma anche di gestione dell’acqua, della depurazione e di tutta una serie di servizi innovativi”.
 
Come detto, però, sono ancora pochi i Comuni che hanno intrapreso questa strada nel segno della virtù, anche se c’è già chi è pronto a seguire l’esempio dei nove siciliani membri dell’Associazione. “Ci sono Comuni non ancora iscritti – sottolinea il sindaco di Ferla – che stanno avviando percorsi di buone pratiche, a fronte anche di altri Enti che invece sono ancora lontani da questa logica. Quello che mi sento di dire a quest’ultimi è che l’Associazione dei Comuni virtuosi rappresenta una buona opportunità, ma non solo: credo che non ci sia più tempo per non aderirvi, si tratta di una cosa necessaria”.
 
Tra le iniziative più importanti adottate proprio a Ferla, ci sono le buone pratiche sulla Tari, ormai abbattuta, gli incentivi per coloro che adottano un cane randagio e una maggiore diffusione del verde pubblico al posto di auto e parcheggi selvaggi.
 

 
Parla uno dei fondatori dell’associazione, Marco Boschini
“Al Sud numeri più bassi ma grande coinvolgimento”
 
PALERMO – Nonostante i numeri non certo esaltanti dei Comuni virtuosi in Sicilia, il coordinatore nazionale dell’Associaizone (e tra i fondatori del progetto), Marco Boschini, ci tiene a fare alcune precisazioni sulle differenze tra Sud e Nord del Paese.
 
“Rispetto a come sta cambiando l’adesione all’Associazione – sottolinea – negli ultimi due anni c’è maggiore vitalità, ma come sempre la differenza le fanno le persone, la volontà di chi amministra e il desiderio di mettersi in gioco verso modelli innovativi”.
 
Al di la del valore numerico, dunque, per Boschini occorre analizzare anche la qualità delle iniziative avviate. “Almeno per i Comuni che hanno aderito – spiega – la Sicilia non è affatto indietro. I progetti e le esperienze che si portano avanti sono assolutamente positive e quindi non hanno nulla da invidiare rispetto ad altre situazioni. Anzi, in Sicilia abbiamo riscontrato un coinvolgimento dei cittadini maggiore, e questo è senza dubbio un elemento positivo”.
 
“Al Nord – conclude – c’è un numero maggiore di Comuni che hanno aderito all’associazione, ma questo non significa che un pezzo d’Italia sia più virtuoso rispetto a un altro. Anzi, nel Meridione d’Italia spesso esistono realtà molto più virtuose di altre. Questo stereotipo del Mezzogiorno indietro rispetto al resto d’Italia secondo ma va superato: mi sento di dire che spesso in Sicilia abbiamo sentito molto più fermento e abbiamo visto esperienze molto più vive”.
 
“Il mio augurio – fa eco a Boschini la presidente dell’Associazione, Elena Carletti – è che i Comuni che hanno già aderito facciano da traino agli altri. Sono convinta che ci siano altri Enti che hanno già adottato progetti o politiche virtuosi, ma magari non conoscono ancora la nostra rete”.

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