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Palermo – Difensore civico, l’addio di Tito dopo anni di scontri e delusioni

Luca Insalaco

Palermo – Difensore civico, l’addio di Tito dopo anni di scontri e delusioni

venerdì 19 Febbraio 2010

La relazione finale dell’ombudsman ha evidenziato anche le inefficienze delle ex municipalizzate. Scaduto definitivamente il mandato, fra molte questioni ancora irrisolte

PALERMO – Si è chiusa ufficialmente l’era del difensore civico Antonio Tito. Una stagione costellata da più di una “amarezza”, sia di ordine politico che per le questioni rimaste irrisolte. Accanto, infatti, alle criticità superate grazie all’intervento garante dei cittadini, non sono poche le sollecitazioni che non hanno trovato risposta da parte dell’amministrazione comunale. La questione dei veicoli a trazione animale, ad esempio.
 “Su 130 cocchieri – ha spiegato Tito – sono appena una quindicina quelli in regola. Il resto sono abusivi. Il problema non è stato risolto perché la Polizia municipale non dispone di un’area in cui portare le vetture poste sotto sequestro”.
Una lacuna, aggiungiamo, che è corresponsabile della moltitudine di relitti di automobili che disseminano le strade palermitane.
Quindi il problema dell’inquinamento, dei ritardi nella raccolta differenziata, fino ad arrivare alla carenza di sicurezza dell’aeroporto di Boccadifalco: “Lì c’è una situazione di rischio, sia perché le case non sono a distanza regolamentare dalla pista, sia perché si continua a costruire abusivamente”.
Quindi il capitolo delle ex municipalizzate: “Occorre ridurre i costi attivando sinergie tra le partecipate e tagliando le esternalizzazioni. Penso ai servizi affidati ad alcune ditte esterne – sempre le stesse – al cimitero dei Rotoli, per i quali i cittadini sono costretti a pagare”.
Sono proprio i servizi cimiteriali l’ultima “vergogna”, con le salme accatastate per settimane in attesa di una degna sepoltura. Proprio su questo tema è arrivato l’annuncio dell’assessore all’Urbanistica, Mario Milone: “Con la Sovrintendente Adele Mormino abbiamo intrapreso un percorso che porterà alla realizzazione di un nuovo grande cimitero in città”. Per il resto, Milone non ha potuto negare i “disagi”, pur rimarcando la “buona fede” dell’amministrazione. “Abbiamo fatto quanto era nelle nostre possibilità. Ci siamo mossi per alleviare l’emergenza abitativa con le poche risorse a disposizione, mentre per la questione dei rifiuti il nostro obiettivo è raggiungere il 60% di raccolta differenziata in due anni”.
Infine l’auspicio che il patrimonio di esperienza dell’ufficio guidato da Tito “non veda disperso”. “Peccato – ha replicato l’ombudsman – che la dirigente del mio ufficio, Giuseppina Arena, sia stata destinata ad altro incarico ancora prima della scadenza del mio mandato”.
 


Statuto. Il documento e le sue carenze
 
PALERMO – Il mandato dell’avvocato Tito è stato accompagnato da vibranti polemiche sin dal suo insediamento, avvenuto nel marzo del 2006. E il commiato non è stato da meno. “Si chiude una fase infelice di una difesa civica non voluta dal Consiglio comunale ed imposta, per esigenze clientelari, dal partito dei cuffariani” è la stoccata di Fabrizio Ferrandelli, capogruppo IdV a Palazzo delle Aquile. Nel suo saluto Tito non ha mancato di polemizzare sulla situazione di “vacatio istituzionale” che verrà a crearsi in attesa del suo successore. “Ho vanamente proposto al Consiglio comunale di introdurre una modifica allo Statuto per evitare questa situazione. Inoltre – ha sottolineato – mentre lo Statuto prevede che il difensore civico resti in carica per 4 anni, il regolamento prevede che decada dopo cinque”. L’avvocato ha definito il mancato aggiornamento dello Statuto come “la madre di tutte le carenze, visto che risale al 1995 è non è adeguato alle normative in vigore”.

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