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Il Governo sostenga gli interessi dei siciliani

Carlo Alberto Tregua

Il Governo sostenga gli interessi dei siciliani

sabato 27 Marzo 2010

Le riforme contro le corporazioni

Perché Obama ha ottenuto una clamorosa vittoria? Perché ha fatto approvare una legge a sostegno dell’interesse di 32 milioni di americani contro la corporazione delle assicurazioni. Se vorrà affrontare ulteriori riforme a sostegno degli americani, dovrà andare contro il sistema bancario, contro i produttori di armi, contro i petrolieri, un’impresa titanica che è già cominciata con l’accordo previsto con la Russia, per diminuire del 25 per cento l’armamento atomico.
Nella società, le corporazioni sono strutture relativamente piccole ma molto forti, cementificate da interesse economico comune ai partecipanti. Interesse economico che inevitabilmente esonda nell’interesse politico. Per rafforzarsi, crea collegamenti e raccordi con i rappresentanti delle istituzioni, in modo da fare approvare e applicare le leggi a favore di sè stessi.

Se il Governo regionale vorrà veramente fare riforme che incidano sull’economia e sullo sviluppo sociale, sarà costretto ad andare contro gli interessi delle corporazioni che in Sicilia, proprio per la sua arretratezza, hanno una presa ancora più forte. Tanto è vero che si collegano con le caste pubbliche.
Questa connessione fra corporazioni e apparati pubblici genera la corruzione. Può essere materiale se sostenuta da tangenti, ma quella peggiore è la corruzione etica, in quanto muove le attività non per dovere ma per favore.
Il clima del favore, come è noto a tutti i siciliani, è prevalente in tutte le attività politiche e istituzionali. Il ceto politico mantiene aperte le segreterie (quando invece dovrebbe chiuderle) per ricevere clientes che chiedono favori, non diritti.
Il ceto politico vecchio e barbaro ancora pensa che il consenso debba raccogliersi scambiandolo con il favore. Una parola usata in nome di una falsa amicizia, che andrebbe  carcerata.
Le riforme, dunque, devono prevedere la possibilità di accesso ad ogni procedura esclusivamente per via telematica, nella quale tutti i passaggi sono registrati con la data e l’ora. Le procedure debbono avere tempi tassativi e del loro sforamento  ne rispondano i dirigenti generali.

 
Insomma, bisogna che negli apparati regionali, comunali e provinciali si cominci a prendere coscienza, finalmente, che i siciliani (persone fisiche e imprese) sono i loro datori di lavoro da servire con puntualità ed efficienza.
La riforma in corso sulla trasparenza, nelle sue tre parti (semplificazione Pa; contrasto alla corruzione; riordino della legislazione) è un buon inizio. Si tratta di corredarla con alcuni decreti semplici e snelli, che non lascino dubbi all’applicazione tassativa della legge. La riforma delle Ato Spa ha anch’essa dei buoni requisiti di efficienza. Si tratta di applicarla senza sbavature, ma in modo rigoroso, puntando agli obiettivi previsti. La riforma delle Partecipate è urgente per tagliare enti inutili, serviti solo a procurare consensi con tante assunzioni illegittime. La riforma dell’Assemblea regionale serve a dimezzarne il costo abnorme di 170 milioni contro i 77 della Lombardia.

La riforma della Pa regionale deve comprendere il taglio di diecimila dipendenti, da trasferire nella bad company Resais Spa al fine di pagare loro lo stipendio, senza intasare uffici, creando inefficienze. Il taglio deriva dalla stesura di Piani industriali, assessorsato per assessorato, i quali determinino scientificamente quali  servizi siano da produrre e quali le conseguenti risorse umane finanziarie e strutturali siano necessarie a tal fine.
La riforma del Piano regionale dell’energia va fatta inserendo il principio generale “tutti i territori superinquinati debbono essere urgentemente disinquinati con le spese a carico degli inquinatori” così come ha stabilito la recente sentenza dell’Ue.
La riforma delle riforme riguarda il bilancio della Regione. Va frantumata l’ingessatura per farlo diventare flessibile, in modo da ridurre fortemente le spese fisse e obbligatorie, per dare disponibilità finanziarie al Governo utili agli indispensabili investimenti. A riguardo, Lombardo si ricordi di John Mainard Keynes, il quale sosteneva che l’unico indebitamento giustificato è quello finalizzato agli investimenti. Le riforme sono urgenti per raccogliere il consenso a fine legislatura.

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