Da due esercizi bilancio chiuso con un avanzo - QdS

Da due esercizi bilancio chiuso con un avanzo

Alessio Petrocelli

Da due esercizi bilancio chiuso con un avanzo

sabato 03 Aprile 2010

Forum con Antonio Mastrapasqua, presidente e commissario straordinario Inps

ROMA – Qual è la situazione economica dei conti dell’Inps?
“Devo fare una premessa: le proiezioni a 10 anni nella previdenza non sono significative, per avere un senso si fanno a 50 anni. In questo senso, dopo 50 anni l’Inps chiude il bilancio con un avanzo finanziario, un fatto molto positivo. Questo, peraltro, avviene già da due esercizi”.
Questi sono gli effetti delle riforme che sono intervenute negli anni?
“Sì, possiamo distinguere gli effetti positivi delle riforme ma anche quelli di una buona gestione dell’Istituto, perché sotto quest’ultimo profilo, sono state ridotte le uscite in generale e, cosa importante, abbiamo incrementato moltissimo le entrate.
La cosa importante è vedere la previdenza nel suo complesso, la situazione finanziaria in avanzo ma soprattutto le riforme. Voglio ricordare che sulle pensioni sono intervenute sei riforme complessive e 19 interventi legislativi che definirei microriforme.
L’ultima risale al 2007, la riforma Prodi-Damiano ha fissato alcune modifiche importanti. Dal primo gennaio di quest’anno osserviamo la revisione dei coefficenti di trasformazione. Tra le riforme della previdenza che si sono succedute, è quella che a me piace ricordare per farla conoscere, perché è stata l’unica ad essere approvata senza i consueti fiumi di polemiche. Essa riguarda l’aggancio dell’età pensionabile alle aspettative di vita; è una legge dello Stato poco conosciuta.
L’Italia è uno strano paese, ancora oggi su molti giornali leggo con curiosità dichiarazioni di autorevolissime persone sulla necessità di fare una riforma che aggancia l’età pensionabile alle aspettative di vita.
Questi sono già contenuti in una legge dello Stato approvata da tutte le parti sociali e sindacali, ad eccezione della Cgil, al tavolo delle trattative erano presenti più di 80 sigle.
Quando la approvarono ero presente a Palazzo Chigi, nella notte si riunì il Consiglio dei ministri ed il giorno dopo fu inserito nel maxiemendamento ed infine approvato. Tutto questo accadeva nei primi giorni di agosto, forse la gente era occupata a programmare le vacanze, ma questa è la legge dello Stato.
Una legge importantissima che non è conosciuta bene neanche dagli addetti ai lavori. Dal 2015, grazie al calcolo sul quinquennio 2010-2015 certificato dall’Istat e da Eurostat, sarà noto quale incremento sarà risultato sull’aspettativa di vita e in base a questo parametro sarà modificata l’età pensionabile. È prevista una clausola di salvaguardia per i primi 5 anni, nel senso che l’aumento dell’aspettativa di vita, potrà essere massimo di 3 mesi, nel quinquennio successivo sarà libera.
Questa innovazione è richiesta doverosamente da più parti visto che aumenta l’aspettativa di vita e che non è possibile restare legati a dei vincoli numerici di età, questo è legge dello Stato e vedrà la prima applicazione tra meno di 5 anni”.
Per quanto riguarda l’equiparazione dell’età pensionabile delle donne agli uomini, quando è previsto questo adeguamento?
“Nel 2018 c’è l’equiparazione dell’età pensionabile delle donne agli uomini nel pubblico impiego, e cioè 65 anni. Nel settore privato non è stata prevista questa equiparazione, quindi l’età pensionabile della donna rimane di 60 anni. Non è un caso che sia stata prevista questa distinzione: una donna appartenente al pubblico impiego non ha discontinuità nel rapporto di lavoro, perché ha una garanzia del posto. Ci si è accorti che nel momento in cui andava in pensione di anzianità, l’età delle donne era molto più bassa rispetto alla pensione di vecchiaia degli uomini.
Oggi ci siamo accorti, dalle statistiche effettuate dall’Inps, che una donna lavoratrice del settore privato ha una vita lavorativa molto più discontinua rispetto ad una lavoratrice del pubblico impiego, per questo motivo ha bisogno di più anni per raggiungere l’età pensionabile.
Già ad oggi, l’età media pensionabile, unendo i parametri di anzianità e vecchiaia, è sostanzialmente uguale a quella degli uomini. Se il Parlamento la dovesse innalzare, per le donne del settore privato si rischierebbe di creare una disparità al contrario, sarebbero le donne ad andare in pensione più tardi degli uomini”.
 

 
Nelle gestioni previdenziali dei fondi le risorse sono in equilibrio?
“In virtù del principio solidaristico, previsto dalla legge, ci sono gestioni di fondi previdenziali che prestano risorse ad altre gestioni previdenziali, questo è previsto dalla legge.
Credo che la previdenza non possa non fotografare la realtà del paese, in passato l’agricoltura era un settore importante della vita lavorativa italiana, poi siamo andati verso l’industria, verso i servizi, verso i parasubordinati.
Immaginare che le gestioni fossero chiuse, statiche e autonome non sarebbe stato realistico, se una gestione, in un determinato periodo storico, ha una maggiore disponibilità di risorse può tramite un prestito sostenere un’altra gestione che ha minori risorse, tutto è doverosamente registrato tramite contratti di finanziamento. L’evoluzione delle gestioni future hanno un evoluzione che segue quella della vita della società italiana".
Ogni gestione di fondi che riceve risorse in prestito paga gli interessi?
“Sì, sono previsti nei contratti che sono redatti secondo le norme di legge”.

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