Stretta sugli enti “fuorilegge” finanziamenti solo ai virtuosi - QdS

Stretta sugli enti “fuorilegge” finanziamenti solo ai virtuosi

Michele Giuliano

Stretta sugli enti “fuorilegge” finanziamenti solo ai virtuosi

venerdì 09 Aprile 2010

L’assessore alla Formazione Centorrino prova a dare un giro di vite al settore per rimetterlo in piedi. Attese verifiche sulla regolarità dei versamenti degli oneri fiscali e contributivi

PALERMO – Non basterà soltanto essere in regola con il Fisco, ma anche con i contributi previdenziali e con il pagamento degli stipendi.
Questa potrebbe essere la grande novità per il prossimo Piano dell’offerta formativa del 2011. L’assessore regionale alla Formazione professionale, Mario Centorrino, starebbe infatti pensando di mettere ordine all’intero apparato partendo dal presupposto che “tutto debba essere ripulito, partendo dalla base”. Quindi se un ente di formazione non è “lindo” è inutile bussare alla borsa del bilancio regionale, i cordoni resteranno inesorabilmente chiusi. Interloquendo con alcuni operatori della formazione a vario titolo (dirigenti o dipendenti) l’assessore ha chiaramente fatto capire che uno dei punti di svolta potrebbe essere proprio questo.
“L’affidabilità degli enti – hanno sottolineato molti operatori della formazione – non è misurabile solo e semplicemente con il fatto se hanno o non presentato i rendiconti. All’assessore chiediamo di verificare, per il tramite degli ispettorati del lavoro, quanto enti sono in regola con il versamento degli oneri fiscali e contributivi. E di verificare inoltre quanti altri enti hanno regolarmente e puntualmente versato il trattamento di fine rapporto di lavoro. Sono certo che dall’esito delle ispezioni avrà delle belle sorprese”.
 
Punto sul quale l’assessore sembra voglia proprio concentrarsi: “Questa ed altre proposte – ha risposto Centorrino – mi sono si da subito apparse interessanti e utili rispetto all’ordine di normalizzazione del settore formazione che quest’assessorato ha inteso intraprendere. Spero in tempi brevi di comunicare a tutti i soggetti della formazione professionale siciliana iniziative in questo senso, che traggano spunto dalle queste preziose indicazioni”.  I dipendenti degli enti di formazione in realtà mostrano più di una perplessità ed è quella che ancora una volta le inadempienze dei “capoccioni” degli enti possano diventare un boomerang per gli stessi lavoratori. Infatti si dovrà verificare soprattutto in che modo attuare eventualmente questa restrizione nell’erogazione dei finanziamenti: come la mettiamo se un ente ha decine di impiegati a tempo indeterminato? Chi li pagherà se non arriveranno i finanziamenti? “Quello su cui non siamo d’accordo – dicono ancora gli operatori della formazione siciliana – è che le conseguenze della cattiva gestione degli enti ricadano sugli operatori”.
Da qui è partita una controproposta da alcuni dipendenti degli enti: al fine di corrispondere agli operatori le mensilità maturate e non percepite, l’assessorato potrebbe affidare i finanziamenti della voce personale ai direttori degli uffici provinciali del lavoro.
 Una sorta quindi di “commissariamento” per l’ente non in regola da cui non passerebbero nemmeno i soldi per l’elargizione degli stipendi. Contemporaneamente sempre per i non in regola si potrebbero avviare le procedure di tutela occupazionale previste dal contratto di categoria e dalle leggi regionali, affidando l’attività formativa ad altri soggetti.
 


L’approfondimento. Una situazione pregressa da chiarire
 
PALERMO – Al momento esiste sul piano finanziario una sola norma che regola il settore ed è quella emanata con decreto ministeriale n. 40 del 18 gennaio 2008, “Modalità di attuazione dell’articolo 48-bis del DPR 29 settembre 1973, n. 602” recante disposizioni in materia di pagamenti da parte della pubblica amministrazione, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 63 del 14 marzo 2008. Sono stati posti limiti alla erogazione di somme agli enti che non risultano in regola con l’ufficio delle entrate, per accertamento da parte di Equitalia servizi spa. Secondo la maggior parte degli operatori, che preferiscono rimanere nell’anonimato, proprio regolare al meglio il settore per quel che concerne gli “enti morali senza scopo di lucro che vivono grazie ai finanziamenti regionali come previsto dalla legge nazionale 845”, si “deve essere riformata al più presto, perché così non si può più andare avanti”. Basti pensare che questo sistema è regolato dalla legge regionale 24 del ’76. Da una prima stima provvisoria dei debiti accumulati a oggi dagli enti di formazione in Sicilia si parla di circa 50 milioni di euro. La Regione nel 2007 ha accertato debiti per 10 milioni accumulati dagli enti e la pratica è finita davanti alla Corte dei conti.

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