Ferrovie, siciliani sempre più scontenti del servizio - QdS

Ferrovie, siciliani sempre più scontenti del servizio

Alessandro Petralia

Ferrovie, siciliani sempre più scontenti del servizio

venerdì 14 Maggio 2010

Istat: l’indice di gradimento è sceso di 20 punti dal 1996 ad oggi. In calo anche la percentuale di coloro che prendono il treno

PALERMO – Mezzo di locomozione per antonomasia della storia contemporanea, inventato molto prima di automobili ed aeroplani, il treno è simbolo stesso di rivoluzione industriale e, perché no, socio-politica. Tanto che l’inaugurazione nel lontano 1839 della prima tratta ferrovia italiana, la Napoli-Portici, può essere annoverata tra i capitoli più significativi della nostra storia risorgimentale, di cui tanto si parla proprio in queste settimane. Mezzo di locomozione antico, ma di grande attualità in un presente, in cui sono sempre più ineludibili i temi del risparmio energetico e della riduzione dell’inquinamento; eppure le ferrovie siciliane sono in pessimo stato.
A dircelo sono i più recenti dati Istat: nell’ultimo quindicennio il grado di soddisfazione del servizio di trasporto ferroviario ha subito un calo impressionate.
Nel 2009 le  persone che si sono dichiarate soddisfatte del nostro servizio ferroviario sono state appena il 33,8% del totale; nel 1996 erano il 53,6%. Trend senza paragoni nel sistema Paese, che pure un calo lo ha subito, passando dal 59,4% del 1996 al 47,2% attuale.
Il confronto non regge nemmeno con il resto del Mezzogiorno, che nel 2009 ha registrato un indice di gradimento pari al 44,5%; anche la Sardegna fa molto meglio attestandosi al 51,8%. Non va meglio sul fronte dell’utilizzazione del mezzo ferroviario; in Italia infatti il numero di persone che ha utilizzato il treno almeno una volta in un anno si è mantenuto pressoché stazionario passando dal 31,8% del 1996 al 30,6% attuale. In Sicilia si è invece passati da un già basso 18,1% al misero 13,7% del 2009. Treni dunque sempre meno utilizzati e sempre meno appetibili; circolo vizioso che affossa ulteriormente il già carente sistema delle infrastrutture siciliane.  

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