Quando le cose vanno bene, quando siamo in ottima salute, quando i nostri cari non hanno problemi potremmo essere tranquilli. Spesso non lo siamo perchè dentro di noi albergano insicurezza e paura del nulla, due sentimenti difficili da controllare perchè non se ne capisce la ragione.
L’incertezza è insita in tutte le vicende che valutiamo. Non sappiamo, in linea superficiale, se facciamo bene o se facciamo male, naturalmente quando siamo in buona fede. Invece, quando siamo in malafede, ci risulta evidente se ci troviamo al di qua o al là della linea di demarcazione fra bene e male.
L’incertezza governa le nostre decisioni e i nostri atti se non abbiamo metodo di valutazione. Quando, invece, fissiamo un obiettivo fra tanti possibili, la scelta fra i modi diversi per raggiungerli è più abbordabile. Vanno più determinati i mezzi, i tempi e il cosa fare per restare in tabella di marcia. Vi è anche la verifica prefissata per confrontare risultati e obiettivi parziali.

La paura del nulla è uno dei guai maggiori che ci possa capitare perché non ci possiamo difendere da essa. è persino difficile capire quale sia la ragione per cui ci appare questa insensata paura. Tuttavia  dobbiamo compiere uno sforzo di razionalità per convincerci di dare corpo a un eventuale pericolo se c’è, oppure a farci passare quella paura dal momento che non esiste una reale causa.
Vivere è difficile, ma spesso noi ci complichiamo la vita, perchè non cerchiamo costantemente i punti di riferimento di un’ideale rosa dei venti, che ci faccia capire ove si trovino i punti cardinali. Abbiamo bisogno di sapere perché scegliamo di andare a Nord piuttosto che a Sud, in relazione al traguardo che vogliamo raggiungere.
Vivere in questo modo, cioè presenti a se stessi, comporta la necessità di autoaddestrarsi sin da quando si è molto giovani, cioè dalle scuole superiori. Capire gli ingranaggi e i meccanismi della vita ci consente di maturare esperienze utili a migliorare il nostro modo di essere.

 

Quanto precede ci consente di acquisire forza mentale per affrontare momenti difficili che inevitabilmente capitano nel nostro percorso terreno. Quello che incontreremo quando diventeremo energia, non possiamo saperlo, ma solo immaginarlo. Ognuno di noi lo immagina secondo la propria cultura, le proprie letture, le proprie conoscenze e i propri convincimenti. Si tratta di una preparazione complessiva che ci consente di affrontare le avversità, piccole e grandi.
Alla bisogna vi sono due regolette: la prima consiste nella capacità di rialzarsi ogni volta che si cade e, se occorre, ricominciare da capo, ritentare, non fermarsi di fronte alle difficoltà e trovare nuove strade per superare gli ostacoli che si presentano lungo il cammino. La seconda, trasformare le difficoltà in opportunità. Come si fa?

Non c’è mai un fatto, una circostanza, un evento che non contenga contemporaneamente elementi positivi e negativi. Basta valorizzare i primi e minimizzare i secondi, per costruire e non distruggere.
Ci sono persone che sono pessimiste ed altre ottimiste. I pessimisti, di solito, sono dotati di un carattere debole, invece, gli ottimisti di un carattere forte. I primi si fanno sommergere dalle difficoltà e hanno ampie probabilità di affogare nelle prove che devono affrontare. I secondi lottano con tutte le energie e hanno alte probabilità di salvarsi. Poi, le cose vanno come debbono andare, ma ciascuno di noi ha il dovere di fare tutto quello è nelle proprie possibilità per essere utili agli altri e a sè medesimi.
Così si cerca di fare prevalere la forza della ragione che è anche quella dell’ottimismo, mai la ragione della forza, che è quella brutale della prevaricazione. Stringere i denti nei momenti difficili, concentrarsi su quello che si deve fare, isolare le emozioni, respingere le prepotenze: un complesso di comportamenti non facili che ognuno di noi ha il dovere di mettere in campo quando incontra situazioni complicate.