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Palermo – Favorita, campo rom nel degrado. I bambini nella palude dei rifiuti

Luca Insalaco

Palermo – Favorita, campo rom nel degrado. I bambini nella palude dei rifiuti

giovedì 20 Maggio 2010

L’assessore Russo: “Vengono frequentemente bruciate sostanze tossiche che inquinano la zona”. Da anni il Comune promette soluzioni. Scoma: “Attualmente ci sono otto famiglie”

PALERMO – Da anni il Comune di Palermo promette soluzioni ad un problema che continua a rimanere immutato. Il Campo Nomadi della Favorita già tempo avrebbe dovuto essere sgomberato, trovando ai Rom una più dignitosa sistemazione. Nulla, tuttavia, è stato fatto e il degrado avanza senza sosta in quello che un tempo era il “real parco” voluto da Ferdinando III di Borbone, ancora oggi uno dei polmoni verdi più estesi d’Europa. Oltre alla riqualificazione dell’area, emerge la necessità di sottrarre il popolo Rom e Sinti dalla malsana palude in cui vivono.
“Attualmente – ricorda il vicesindaco Francesco Scoma – nel campo sono rimaste solo otto famiglie, che vi risiedono ormai da oltre vent’anni, in maniera stanziale quindi”. La sistemazione per i nomadi, tuttavia, non sembra essere all’ordine del giorno. Altre sono le priorità dell’amministrazione comunale, compresa quella dei senzatetto nati e cresciuti a Palermo. Solo qualche settimana fa, del resto, l’assegnazione di un immobile confiscato alla mafia in via Bonanno ad una numerosa famiglia di rom, ha mandato su tutte le furie condomini e residenti nel quartiere residenziale. La situazione nel campo, in ogni caso, è preoccupante. Senza acqua né fognature, i cosiddetti “zingari” vivono in condizioni inumane. Inoltre, anche i residenti nelle zone limitrofe hanno più volte manifestato il proprio disagio al Comune, chiedendo provvedimenti per porre fine all’indesiderata coabitazione. Nei mesi scorsi, poi, è stato l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, a richiamare l’attenzione sul problema della giunta municipale, attivando inoltre le ispezioni dell’Asp palermitana.
 
“Le condizioni di degrado sono evidenti. La mia preoccupazione – aveva detto Russo – nasce in particolare, dal fatto che nella zona del campo nomadi vengono frequentemente bruciate sostanze plastiche che inquinano pericolosamente la zona circostante”. E, oltre alle cose, il fuoco in questi anni non ha mancato di inghiottire anche le genti venute dall’Europa dell’Est. Gli ufficiali sanitari di via Cusmano hanno così trovato una situazione preoccupante: baracche fatiscenti, rifiuti di ogni genere (pneumatici, lamine in cemento, sfabbricidi, elettrodomestici, rottami) e, naturalmente, una fauna selvatica poco raccomandabile. Non proprio l’ambiente ideale per far crescere i bambini, insomma.

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