Sanità: 13 mln € alle consulenze - QdS

Sanità: 13 mln € alle consulenze

Giovanna Naccari

Sanità: 13 mln € alle consulenze

giovedì 22 Luglio 2010

Spesa in più. Sanità: dal 2008 al 2009 +2,5 mln per consulenze.
Esubero di dirigenti. Si ricorre alle consulenze eppure nella Sanità in Sicilia ci sono 27 dirigenti ogni 100 dipendenti contro 19 in Toscana e 17 dirigenti ogni 100 dipendenti in Lombardia.
Un freno dalla L.r. n. 5/09. La riforma della Sanità, art. 21, pone il “divieto di affidare all’esterno funzioni il cui esercizio rientra nelle competenze di uffici o unità operative aziendali

Palermo – Tredici milioni di euro sono stati spesi l’anno scorso dalla Sanità per consulenze e collaborazioni esterne. è il dato complessivo che riguarda le Asl, diventate Asp, aziende sanitarie provinciali con la riforma del 2009, e le aziende ospedaliere. Nel 2008 avevano sborsato poco più di 10 milioni di euro. Sono 1.065 le collaborazioni attribuite nel 2009, compresi gli incarichi agli avvocati. Escludendo i legali, nel 2008 erano 651 e, nel 2007, “soltanto” 457. Numeri che si leggono nella requisitoria del procuratore generale d’Appello della Corte dei Conti, Giovanni Coppola.
 
Cifre diffuse in occasione del Giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2009. Il “Quotidiano di Sicilia” le ha confrontate con quelle riferite all’anno 2008 per verificare se la cinghia si stringe, oppure no. Nel 2009, tra le aziende sanitarie provinciali con il più alto numero di collaborazioni, ai primi posti risultano l’Asp di Messina (238 incarichi) e l’Asp di Trapani (259). Secondo l’indagine istruttoria del 2008, invece, la città dello Stretto contava soltanto 13 incarichi attribuiti ad esterni. E l’Asp di Trapani ne aveva 6. Sono in aumento le collaborazioni all’Asp di Siracusa: 81 incarichi contro i 75 dell’anno 2008. Per l’Asp della città aretusea, il ministero della Pubblica amministrazione, secondo un rilevamento che risale a gennaio di quest’anno su dati riferiti al 2008, ha raccolto le spese nelle voci che riguardano: tutela di giudizio, consulenza economico-finanziaria, prestazioni mediche, docenze. Le stesse “voci” sono state evidenziate, sempre nel 2008, per l’Asp di Enna, Palermo, Trapani e Messina.
 
A gennaio non sono stati forniti al ministero i dati dalle Asp di Ragusa e Agrigento. Per le aziende che hanno risposto nelle voci di spesa è predominate il supporto legale. Nel 2009, invece, risultano in diminuzione gli incarichi affidati dalle aziende ospedaliere o universitarie. Sono 257, ma due anni fa gli esterni erano 303 per una spesa di 4 milioni 400 mila euro e, nel 2007, solo 217 per una spesa di 3 milioni 214 mila euro. Salgono a 7, ma nel 2008 erano 2, gli incarichi all’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. L’Asp di Caltanissetta cresce più della metà con 14 collaborazioni al posto delle 6 precedenti. In lieve aumento l’Asp di Ragusa (sono 14 contro gli 11 incarichi del 2008). Risparmia l’Asp di Enna che nel 2008 aveva 64 incarichi (21 più 43 veterinari), mentre nel 2009 le collaborazioni risultano 59. Stringe la cinghia anche l’Asp di Catania che passa dai 72 incarichi del 2008 alle 15 collaborazioni del 2009. L’Asp di Palermo nel 2009 conta 67 incarichi più 54 veterinari, ma nel 2008 le collaborazioni erano 99.
 
La magistratura contabile evidenzia la lievitazione della spesa anche nel triennio 2006-2008: “Il numero delle collaborazioni è passato da 212 unità nel 2006 a 240 nel 2007 e infine a 348 nel 2008”, sostiene il procuratore. Un’attività a fronte “di una spesa – dice Coppola – che da 4 milioni 700 mila euro nel 2007 è diventata di quasi 6 milioni di euro nel 2008”. E se aggiungiamo le aziende ospedaliere: “Nel 2008 i collaboratori esterni aumentano di altre 303 unità” rispetto al 2007. Sull’affidamento degli incarichi esterni la Regione ha messo un freno con la legge di riforma sanitaria 5 del 14 aprile 2009, voluta fortemente dall’assessore Massimo Russo. In sostanza, le aziende non possono chiamare esterni, se le risorse umane per quei servizi specifici sono presenti all’interno delle strutture.
 
Stabilisce l’articolo 21, primo comma della norma: “E’ fatto divieto alle aziende del servizio sanitario regionale ed agli enti pubblici del settore di affidare mediante appalto di servizi o con consulenze esterne l’espletamento di funzioni il cui esercizio rientra nelle competenze di uffici o di unità operative aziendali”. La violazione della legge “comporta diretta responsabilità, anche patrimoniale, del direttore generale”.

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