La kermesse organizzata alla Kalsa, avrebbe dovuto svolgersi dal 30 luglio al 25 settembre sotto la direzione artistica di Philippe Daverio. Questo prima che il consulente del sindaco facesse le valigie da Palermo a causa dell’ormai famoso scontro (potenza dei social network) con un gruppo di senzacasa durante il Festino. La causa principale dello slittamento, tuttavia, è stata la mancanza di fondi per la manifestazione. Il Comune di Palermo, infatti, avrebbe presentato il progetto da finanziare in ritardo rispetto alle scadenze fissate. Da qui, vista l’impossibilità di reperire fondi comunali, il rinvio a data da destinarsi.
Anche la stagione estiva del Teatro Verdura è stata compromessa. I primi spettacoli del cartellone estivo sono saltati, rimandati di un mese. Il concerto di Carmen Consoli, previsto per l’inizio di agosto, è slittato a settembre “per dar modo al Comune di Palermo di risolvere gli aspetti burocratici di concessione d’uso del teatro”, come recita una nota dell’agenzia Musica e suoni.
Il Teatro, infatti, è di proprietà dell’Opera pia Castelnuovo e per la concessione al Comune si è resa necessaria una nuova convenzione con il Comune.
E che dire di Jazzopolis. Gli amanti del jazz che avevano già pregustato i concerti in programma a Villa Pantelleria, hanno dovuto chiedere il rimborso dei biglietti e degli abbonamenti acquistati. La rassegna, infatti, è stata cancellata in corso d’opera, pare per un’improvvisa mancanza di fondi dell’organizzatore.
Le cose non vanno meglio nel “privato”, tra locali non proprio attrezzati a ospitare esibizioni artistiche e rigide applicazioni di norme vetuste che rendono “abusivi” molti degli spettacoli allestiti in città. Esempio ne è la recente chiusura di alcuni locali, disposta dalle forze dell’ordine, in applicazione Testo unico in materia pubblica sicurezza del 1931. Norme ispirate al periodo fascista, superate in molte regioni, nonché da un paio di sentenza della Corte Costituzionale, ma non nella nostra. Insomma, per artisti e amanti della cultura l’estate è quasi una stagione di digiuno.