“Avvocati d’udienza” per gli affari importanti - QdS

“Avvocati d’udienza” per gli affari importanti

Alessio Petrocelli

“Avvocati d’udienza” per gli affari importanti

sabato 30 Ottobre 2010

Forum con Ignazio Francesco Caramazza, Avvocato generale dello Stato

La sua è una lunga carriera nell’Avvocatura dello Stato, oggi è al vertice di questa importantissima istituzione, quali sono le novità che saranno introdotte?
“Ho svolto quasi tutta la mia carriera nell’Avvocatura salvo una parentesi nella quale sono stato prestato alla politica come sottosegretario agli Interni con il governo Dini nel 95/96. Il mio predecessore ha svolto una politica che condividevo, quindi la mia intenzione è di mantenere la stessa linea. Ho introdotto qualche novità di dettaglio che riguarda il tipo di catalogazione degli affari e alcune disposizioni più precise sulla presenza in udienza degli avvocati, necessari per l’enorme sovraccarico di lavoro. Le Avvocature distrettuali in Italia sono 25, una per ogni Corte d’Appello, più l’Avvocatura generale; le cito due cifre: nel 1976 l’Avvocatura aveva 41.275 affari nuovi l’anno e gli avvocati e procuratori erano 276 in tutta Italia; nel 2009 abbiamo avuto 209.988 affari nuovi per 370 avvocati e procuratori. L’organico si è incrementato del 34% mentre gli affari del 408%, poi ogni avvocato ha in ruolo di media 4.000 affari, ciò comporta un enorme difficoltà a seguire tutte le udienze. Per far fronte a questo problema sto introducendo, sia a livello centrale che periferico, un sistema di “avvocato d’udienza” che presidia quantomeno le giurisdizioni superiori per gli affari più importanti. L’avvocato d’udienza deve ricevere istruzioni adeguate, per poter gestire la fase orale, dal titolare della causa che quel giorno non può essere presente”.
Ci sono novità procedurali atte a snellire l’attività di consulenza del Governo?
“Per quanto riguarda l’attività di consulenza del Governo abbiamo introdotto un’innovazione, un canale privilegiato per rendere i pareri nella maniera più celere possibile. Ognuna delle otto sezioni dell’Avvocatura, competenti per ministeri, svolge attività sia consultiva che contenziosa. L’innovazione riguarda l’individuazione da parte del vice Avvocato generale di due avvocati della sezione deputati, principalmente alla resa dei pareri seguendo un criterio di rotazione per consentire la dovuta esperienza a tutti gli avvocati. Se il parere è di particolare importanza, tramite il coordinamento dell’Avvocato generale aggiunto, viene assegnato al Comitato Consultivo, che è il nostro organo di consulenza più importante. Il sovraccarico di lavoro ed i termini di scadenza delle cause, che i pareri non hanno, portavano a trascurare il parere, invece in questo modo anche il parere verrà reso rapidamente. Molto spesso un parere può essere molto più urgente di un atto giurisdizionale”.
I termini processuali nel rito amministrativo sono divenuti eccessivamente ristretti?
“Il nuovo rito del processo amministrativo ha ridotto di molto i termini, come ho detto in audizione al Senato, senza troppo successo, l’avvocato pubblico rispetto all’avvocato privato sconta una doppia fase burocratica: mentre l’avvocato privato riceve l’atto in tempo reale, gli avvocati dello Stato devono aspettare che l’atto arrivi sulla loro scrivania dopo vari passaggi, un atto deve essere protocollato in arrivo, deve essere fascicolato, deve poi arrivare all’Avvocato generale o al vice Avvocato generale che lo assegna ad un avvocato, tutto ciò comporta una tempistica completamente diversa”.
Esistono degli automatismi per le cause meno importanti che consentono un passaggio più celere ed una minore perdita di tempo?
“L’unico automatismo possibile avviene quando arriva l’atto di citazione o la notifica del ricorso, automaticamente parte la richiesta di rapporto all’amministrazione, che ci deve fornire gli elementi di fatto, per tutto il resto non ci possono essere ulteriori automatismi. Occorre poi individuare se c’è stato un precedente, in caso positivo il lavoro va attribuito all’avvocato che ha già svolto quel lavoro, se non c’è stato precedente deve essere indirizzato al vice Avvocato generale della sezione giusta o all’Avvocato generale se si tratta di particolari materie o particolarmente importante. Se tutto funziona nel modo più celere occorrono due giorni, nel frattempo i termini processuali corrono, l’amministrazione a sua volta deve mandare il proprio rapporto: anche in questo caso la lettera arriva, viene protocollata e va a chi deve assegnarla al funzionario competente, il quale a sua volta risponde. Noi abbiamo cercato di accelerare i tempi indicando, appena la causa viene assegnata, l’e-mail dell’avvocato incaricato per cui l’amministrazione può rispondere prima. Questo abbrevia i termini ma non elimina i due passaggi burocratici che sono presenti in avvocatura e presso l’amministrazione”.
Questa procedura burocratica è gravosa in tutti i distretti dell’Avvocatura?
“Certamente nel distretto di Caltanisetta, dove gli avvocati sono tre, il problema è meno grave, già nella sede di Palermo dove sono una ventina e Napoli dove sono quasi quaranta il problema è presente”.
 

 
Assunzioni bloccate, amministrativi insufficienti. Formazione necessaria per ridurre i tempi
 
Il supporto dei dipendenti amministrativi è numericamente adeguato?
“No, oggi i dipendenti amministrativi sono 870, erano circa 976 trenta anni fa, sono quindi diminuiti. Abbiamo una segretaria ogni tre avvocati, il servizio è quindi insufficiente perché l’ideale sarebbe una segretaria per avvocato. Una delle cose che sto introducendo è l’istituzione delle segreterie di sezione, un pool di segreteria in grado di garantire un supporto migliore. Le devo segnalare questo, una volta il personale amministrativo era proveniente esclusivamente da concorso, perché bandivamo dei concorsi specifici ad hoc. Il 1986 è stato l’ultimo anno in cui abbiamo assunto per concorso. È subentrato poi il blocco delle assunzioni sino ad oggi, così abbiamo potuto reperire nuovo personale soltanto attraverso la mobilità di personale proveniente da enti soppressi, comandi e distacchi. Oggi il personale proveniente da concorsi è meno della metà, tutti con un’età di sevizio avanzata e sono i più competenti. Il personale che arriva per mobilità, per distacco o comando invece, non ha ricevuto la formazione specifica”.
C’è qualche sezione che si occupa della formazione?
“Dobbiamo organizzarci per la formazione di chi proviene da altre amministrazioni, perchè c’è in Avvocatura una logica estranea al pubblico impiego che è la tempistica; il pubblico dipendente pensa di avere di fronte a se l’eternità, da noi i tempi del lavoro vengono dettati dagli avversari e dai giudici, scadenze precise scandite dai termini processuali e dalle attività dell’altra parte”.

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