“Università del Sud a rischio chiusura” - QdS

“Università del Sud a rischio chiusura”

Elisa Latella

“Università del Sud a rischio chiusura”

mercoledì 10 Novembre 2010

Allarme dei vertici degli Atenei meridionali riuniti a Palermo in occasione delle Giornate dell’Economia del Mezzogiorno. Dito puntato su tagli e federalismo. Lagalla: “Il governo non contragga le risorse per la ricerca”

PALERMO – Università a rischio. “Con tagli e federalismo le Università del Sud rischiano la scomparsa”. è questo l’allarme lanciato dai rettori degli atenei meridionali, che si sono riuniti allo Steri, nell’ambito delle Giornate dell’Economia del Mezzogiorno.
Le proposte dei rettori riguardano finanziamento e valutazione, didattica, ricerca e innovazione tecnologica, processi di internazionalizzazione, soprattutto verso il Mediterraneo. Il rettore Lagalla ha fatto un appello al governo “perché non contragga le risorse economiche a sostegno sia dell’intero sistema sia dei singoli attori che in esso operano, a partire dal ricercatori universitari, le cui istanze l’Ateneo sostiene pur nel rispetto dei diritti degli studenti a regolari lezioni ed esami”.
Secondo Massimo Giovannini, rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, “tutte gli atenei del Sud dovrebbero costituire un cartello unico di offerta, facendo uno sforzo di messa in rete di informazioni tra i delegati di queste università”. Giovannini ha inoltre criticato l’ipotesi, già ventilata, di trovare fondi supplementari per l’Università nelle pieghe del decreto “Milleproroghe”. 
Intanto, lunedì e martedì 8 e 9 novembre si è svolto il Simposio internazionale di fisica nucleare presso l’aula magna dell’Università di Messina. Organizzato dal docente Giorgio Giardina, chairman del simposio, con la compartecipazione dell’Università di Messina e la Fondazione Bonino-Pulejo,  il meeting riunisce studiosi e ricercatori provenienti da vari paesi dell’Europa, Stati Uniti, Russia, Cina, Giappone, India ed altri paesi dell’Asia, per presentare i risultati sperimentali e teorici nel campo della dinamica delle reazioni nucleari e sul processo della quasifissione che ostacola la formazione del processo di sintesi. Oggetto dell’incontro anche la presentazione dei nuovi progetti scientifici sostenuti da diverse collaborazioni internazionali presso i più importanti laboratori europei, giapponesi, americani ed asiatici.
Ma c’è di più. “L’evoluzione del sistema politico-istituzionale e ruolo del Presidente della Repubblica” è il titolo del prossimo appuntamento di rilievo nazionale organizzato dal mondo universitario siciliano, che si svolgerà  il 19 ed il 20 novembre prossimi nell’Aula Magna dell’Università di Messina e all’Hotel Roma di Siracusa. è prevista una tappa a Taormina, gli interventi di rappresentanti universitari di tutta Italia, in particolare di Sicilia e Calabria e in chiusura dell’incontro, la relazione di sintesi del docente Paolo Caretti, dell’Università di Firenze e l’intervento del professor Robert Leonardi (della London School of Economics).
Ma non finiscono qui le novità del mondo universitario siciliano. Una nuova figura professionale si propone nel mondo del lavoro, il 5 novembre presso l’Aula Magna della Facoltà di Medicina Veterinaria si sono svolti infatti gli esami di Laurea del Corso in Scienze dell’Enogastronomia mediterranea e salute. “I tre giovani laureati, Vincenzo Rigoli, Cristina Scigliano e Ivan Vinci”, spiega la nota stampa, “potranno svolgere la loro attività nel settore enogastronomico, dalla preparazione e somministrazione di pasti nella piccola e grande ristorazione al ruolo di guida alimentare nel turismo culinario; dalla valorizzazione e promozione dei prodotti alimentari tipici alla valutazione della qualità e delle caratteristiche chimico fisiche degli alimenti, senza mai prescindere dal rapporto che intercorre tra alimentazione e salute”. Infine, conclude la nota: “L’ istituzione di questo corso di laurea, attualmente trasformato in Scienze Gastronomiche ai sensi del decreto ministeriale 270/04, rappresenta un grosso successo per l’Ateneo di Messina ed in particolare per la Facoltà di Medicina e Chirurgia poichè colma un vuoto di offerta in un territorio come il nostro, ad alta vocazione turistica".

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