Imprese isolane snobbano i mercati esteri - QdS

Imprese isolane snobbano i mercati esteri

Gabriele Barone

Imprese isolane snobbano i mercati esteri

giovedì 11 Novembre 2010

Missione di sistema in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti organizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Scarsa presenza siciliana. Intanto Al Hamed scommette sul complesso La Perla Jonica di Acireale

DUBAI – Centotrenta aziende, di cui dieci gruppi bancari e dodici associazioni industriali: questi i numeri della 28ma Missione di Sistema in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti organizzata dal ministero dello Sviluppo Economico, degli Affari Esteri, da Confindustria, Ice e Abi, che si sta svolgendo nelle città di Riyad, Dammam, Dubai e Abu Dhabi.
I vertici di governo e delle istituzioni economiche del Paese sembrano aver messo da parte le divergenze politiche delle ultime settimane e “fanno squadra” per presentarsi uniti ad un mercato dalle enormi opportunità di business per le eccellenze del nostro Made in Italy. Una macro-area questa che possiede il 40% delle riserve petrolifere  mondiali ed il 25% di quelle di gas, cresciuta con tassi straordinari e che ha prodotto una ricchezza totale superiore a quella espressa da paesi come l’Australia o la Corea del Sud. L’interscambio tra Italia ed Emirati Arabi, in particolare, è stato in continua e sostenuta crescita nel periodo 2005-2008, registrando un costante aumento dell’avanzo italiano. Il trend, che si è interrotto nel 2009, è frutto dell’apprezzamento dei prodotti tricolori prevalentemente dei settori gioielleria, bigiotteria, pietre preziose lavorate e macchine di impiego generale. Oggi il nostro Paese è il 3° partner commerciale europeo (dopo Gran Bretagna e Germania) con un volume di interscambio di 4 miliardi di euro. Obiettivo della missione è approfittare delle opportunità nel campo delle infrastrutture, dei beni di consumo e del turismo.
A quest’ultimo settore è stato dedicato l’incontro tra il viceministro dello sviluppo economico Adolfo Urso e lo sceicco Hamed Bin Ahmed Al Hamed, il principale investitore del rilancio del complesso turistico La Perla Jonica di Acireale.
Il Vice Ministro ha annunciato che a breve i sindaci della zona firmeranno un memorandum d’intesa con Invitalia e la Regione Sicilia per creare un polo di sviluppo turistico con l’obiettivo di destagionalizzare il turismo, quindi non puntando più solo a quello di natura balneare.
“Un polo che comprenderà la creazione di campi da golf, strutture termali e un porto turistico – ha riferito Urso – tutto questo attorno alla PerlaJonica, che a sua volta può essere un altro asset importante per la destagionalizzazione del turismo con il suo grande centro congressuale”.
Il Vice Ministro Urso è  stato accompagnato dall’Ambasciatore d’Italia negli Emirati Arabi, Giorgio Starace e dall’amministratore delegato di Item srl, Salvo La Mantia che ha ricordato come nel progetto siano stati investiti “oltre 90 milioni di euro tra la ristrutturazione e l’avvio dei lavori che potrebbero iniziare già entro fine anno”.
Da parte sua lo sceicco Hamed Bin Ahmed Al Hamed ha riferito al Vice Ministro Urso di “voler proseguire nell’investimento, prioritario per la Sicilia” e ha giudicato “molto positivamente” il piano Invitalia per attrarre investimenti nella zona orientale della Sicilia, dicendosi molto fiducioso dell’iniziativa del governo italiano.
Le buone notizie per la Sicilia sembrano però finire qui. Basti pensare che la delegazione imprenditoriale dell’isola in questi giorni nei Paesi del Golfo è tra le più esigue con appena 5 aziende siciliane su 130 presenti. Spiccano Sicilgel nel campo alimentare-dolciario e Armonie della Casa nel settore ceramico. Due imprese che,  a giusto titolo, possono essere definite pioniere di un made in Sicily che fatica a farsi apprezzare all’estero.

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