Profitto degli studenti alto grazie alla vivibilità - QdS

Profitto degli studenti alto grazie alla vivibilità

Grazia Ippolito

Profitto degli studenti alto grazie alla vivibilità

martedì 04 Gennaio 2011

Forum con Salvo Andò magnifico rettore dell’Università Kore di Enna

Cosa distingue l’Università Kore di Enna dalle tradizionali università pubbliche?
“Le Università si distinguono in “statali” e “non statali”: le non statali, dette anche “private” o “libere”, possono avere alle spalle enti pubblici oppure soggetti privati. La Kore di Enna è una università non statale, costituita da enti pubblici. Nel distinguere le università pubbliche da quelle private, non bisogna dunque far confusione tra la natura e l’organizzazione. La natura della nostra università è pubblica: svolgiamo una “funzione certificatoria”, certifichiamo l’acquisito merito. L’organizzazione è privatistica: l’università non attinge a contributi statali, ma si autofinanzia. In Italia le università non statali sono ancora poche, ma si caratterizzano per l’alta qualità dell’offerta formativa: tra le più note ricordiamo la Bocconi, la Cattolica, la Iulm, la Luiss e l’Università di Bolzano”.
Come nasce l’Università Kore?
“L’Università  Kore viene istituita nel 2004 per venire incontro a un esigenza formativa che, negli anni precedenti, era stata affrontata con il decentramento, sul territorio di Enna, di alcuni corsi di studio delle Università di Catania e di Palermo. La nascita di un quarto polo universitario siciliano gestito autonomamente, subentrando alla formula del decentramento, favorisce il miglioramento complessivo dell’offerta formativa. Questo avviane per diverse ragioni. Intanto perché il decentramento, pur permettendo un’erogazione dei servizi sul territorio, non favorisce la creazione di una vera e propria comunità universitaria. Spesso la sede decentrata diventa canale di alimentazione finanziaria per una “casa madre” che non è realmente disposta a investire sullo sviluppo della sede locale. Raramente una sede decentrata dispone di laboratori di ricerca, biblioteche e strutture per la didattica all’altezza di quelle della sede centrale. La maggior parte dei docenti delle sedi decentrate sono giovani precari, consapevoli che non è quella la sede definitiva della loro carriera professionale. Con l’avvento della Kore, l’offerta universitaria dell’intera area centrale della Sicilia compie un grosso salto di qualità. La Kore si pone infatti come università del Sicilia centrale e si rivolge a un’utenza regionale, non provinciale, distinguendosi da università a carattere metropolitano, quali sono quelle di Catania e Palermo. Anche l’Università di Messina, dopo la nascita dell’Università di Reggio Calabria, tende a consolidare la sua vocazione provinciale, visto che gli studenti calabresi non ha più ragione di spostarsi in Sicilia”.
Quanti sono attualmente gli studenti iscritti?
“Gli studenti attualmente iscritti sono poco più di 6 mila, di cui 2300 matricole”.
Qual è la percentuale di abbandono dopo il primo anno?
“Non siamo in grado di calcolare in maniera precisa il tasso di abbandono. Alcuni studenti non hanno pagato la tassa per il nuovo anno accademico: non sappiamo tuttavia quanti, tra questi, hanno abbandonato il proprio corso di laurea e quanti, pur continuando a studiare, non hanno pagato la tassa per altri motivi. Inoltre non siamo ancora nelle condizioni di poter fare un bilancio dei flussi storici perché esistiamo solo da 5 anni”.
Che tasso di crescita prevede?
“Per analizzare le prospettive di crescita, utilizziamo come parametro di riferimento le altre università italiane che hanno lo stesso nostro numero di immatricolazioni dell’Università Kore. Secondo questo criterio, prevedo che raggiungeremo una situazione di equilibrio e stabilizzazione nel momento in cui avremo circa 11 – 12 mila iscritti. Non intendiamo sforare tale cifra per una questione di sostenibilità ambientale. Secondo i dati statistici, il profitto ottenuto dagli studenti della nostra università è elevato: io lo attribuisco sia alla notevole “vivibilità” che caratterizza la città di Enna, che a quella qualità complessiva dei servizi erogati all’università resa possibile dalla gestione di un numero di studenti non elevato”.

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