Rischio sismico, gli edifici siciliani non sono pronti all’emergenza - QdS

Rischio sismico, gli edifici siciliani non sono pronti all’emergenza

Rosario Battiato

Rischio sismico, gli edifici siciliani non sono pronti all’emergenza

mercoledì 05 Gennaio 2011

Due giorni di convegno ad Acireale sulla nuova normativa antisismica per le abitazioni in calcestruzzo. Ghersi: “Vulnerabili le case fatte negli anni ‘60 e ‘70. Considerare la demolizione”

ACIREALE (CT) – Due giorni di lavori sulla nuova normativa antisismica con l’ausilio di autorevoli esponenti del settore. Così è  stato presentato il cuore del convegno “Edifici antisismici in calcestruzzo armato, aspetti strutturali e geotecnici secondo le NTC 2008”, patrocinato dal Qds, organizzato da un gruppo di giovani professionisti del campo dell’ingegneria della provincia di Catania, composto da Giampaolo Grasso, Giuseppe Puglisi, Arianna Ragusa, Salvatore Scavo e Giuseppe Urso.
L’evento, completamente gratuito, è stato ospitato in un noto hotel acese il 16 e 17 dicembre scorso e si è avvalso di relatori di alto profilo tra cui Aurelio Ghersi, ordinario di Tecnica delle costruzioni presso la facoltà di Ingegneria di Catania, e Vincenzo Venturi, docente a contratto presso l’Università di Messina e autore di numerose pubblicazioni sul tema.
I conferenzieri hanno esposto le ultime novità in tema di normativa antisismica di fronte una platea numerosa, proveniente da diverse province isolane. “Le normative sono cambiate in materia anche abbastanza radicale – ha spiegato Ghersi – ed iniziative come queste, che consentono a tutti di partecipare, sono fondamentali per mantenere alto il livello, già buono, dei nostri tecnici”. La sala conferenze ha fatto registrare il tutto esaurito per entrambe le giornate dei lavori, circa 150 i professionisti presenti, come a testimoniare la sete di stare al passo coi tempi dei tecnici siciliani, approfondendo uno dei settori più delicati per la sicurezza dei cittadini.
“Certamente la nuova normativa ha introdotto molte novità – ha proseguito Ghersi – frutto di anni studi ma questo non vuol dire che le vecchie leggi non fossero adeguate. Semplicemente adesso è stato chiarito e messo su carta quello che molto tecnici facevano già prima”. Del resto il tema è particolarmente toccante per tutta l’area orientale della Sicilia dato il particolare connubio di pericolosità sismica e strutture abitative non adeguate alle normative antisismiche più aggiornate.
“La situazione del patrimonio abitativo isolano non è buona – ha dichiarato Ghersi – perché molte zone sono state considerate sismiche in tempi recenti, e tutto il costruito degli anni ‘60 e ‘70 appare in generale molto vulnerabile. Di norma può essere più facile intervenire sugli edifici in muratura piuttosto che su quelli in cemento armato, ma in ogni caso bisogna prendere in considerazione – ha spiegato il docente dell’Università di Catania – anche la possibilità di demolire”.
L’allarme lanciato da Ghersi è stato puntualmente ripreso da Vincenzo Venturi, altra personalità di prestigio presente all’incontro. “Molti dei fabbricati – ha spiegato Venturi – necessiterebbero di un upgrade alla luce della nuova percezione della sicurezza”. Quindi una sorta di screening sulle strutture abitative e non dell’Isola. Ma si può parlare di un processo già avviato? “Lo screening che si sta facendo – ha puntualizzato Venturi – è solo una percentuale minima”. La due giorni è stata il primo convegno di formazione sul tema per la città di Acireale. 
“L’incontro – ha spiegato Giampaolo Grasso, a nome della segreteria organizzativa – si proponeva di fornire al progettista, gli spunti per la formulazione di un essenziale giudizio critico in fase progettuale. In conclusione, parafrasando lo slogan scelto quale totem dell’evento, bisogna solo applicarsi per cercare di capire e non rinunciare”.

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