La clownterapia messa in atto dai volontari dell’Associazione ViviamoInPositivo. Sgroi: “Siamo circa 40 volontari clown, professionisti, studenti, insegnanti”
Catania – Aiutare a guarire con un sorriso, questo è lo scopo di un nuovo metodo di cura conosciuto come “Clownterapia”, che esalta l’importanza salutare della risata dimostrando evidenti effetti benefici sulla psiche e sul corpo, e riducendo nei pazienti quel disagio di adattamento di lunghe permanenze in ospedale.
L’origine della “Clownterapia” moderna si deve al rivoluzionario medico americano Hunter Patch Adams che iniziò a formulare una teoria sulla felicità proprio dopo una lunga degenza in clinica, e a suo dire in seguito ad una crisi depressiva che lo stava conducendo lentamente al suicidio.
In Italia l’introduzione della Clownterapia nelle corsie delle strutture ospedaliere risale in via sperimentale verso la metà degli anni novanta, attivata inizialmente come supporto psicopedagogico per i bambini, e solo in un secondo tempo per gli adulti, col fine di aiutarli a inserirsi con serenità nell’ambiente ospedaliero utilizzando la comicità dei clown per instaurare un rapporto di familiarità con il medico.
Secondo un’indagine condotta tra medici e volontari clown, la “terapia della risata” porta benefici generali al corpo e alla mente risultando da specifiche ricerche cliniche che ciò è dovuto alla riduzione dell’ormone e dell’ aumento delle difese immunitarie attraverso la stimolazione e la produzione di beta-endorfine da parte delle ghiandole surrenali che producono cortisolo; inoltre con la “risata” vi sono dei relativi benefici legati alla respirazione, al livello di ossigeno nel sangue, al controllo della pressione alta, al migliore controllo del linguaggio, alle relazioni interpersonali e all’aumento della creatività. Peraltro è stato provato che negli adulti quotidianamente i tre quarti dei loro pensieri sono negativi e la voglia di ridere diminuisce negli uomini con una media di quindici volte al giorno rispetto ai bambini che ridono circa quattrocento volte, senza tacere che si utilizzano per ridere oltre sessanta muscoli contro una ventina per piangere.
L’intervento dei “clown dottori” in tanti ospedali consiste abitualmente nell’accogliere il paziente indossando un camice per così dire trasgressivo perché ricco di colori e disegni, nel fare il giro dei reparti solitamente in gruppi di tre o quattro, nell’instaurare un rapporto diretto con i pazienti, e dopo aver accertato tramite il caposala se vi sono degenti che non vogliono essere disturbati, ed avuto il diretto permesso del paziente si inizia a interagire stimolando la risata con scenette, gags e battute; secondo il caso specifico si andrà ad eseguire o la comico-terapia passiva, cioè far ridere, oppure la comico-terapia attiva ovvero stimolare una produzione umoristica da parte dell’interlocutore.
Negli ultimi anni la Clownterapia si è diffusa in diversi paesi del mondo riportando quell’immediato riscontro scientifico degli effetti benefici della risata, come antidolorifico e antidepressivo, attraverso le associazioni di volontariato onlus e gli operatori socio sanitari che utilizzano la terapia del sorriso in tutti quei contesti di disagio sociale o fisico, quali ospedali, cliniche, case di riposo e centri di accoglienza, assicurando ai degenti indipendentemente dalla loro età quei momenti di svago e di serenità idonei per distrarli dalle loro sofferenze ed aiutarli a guarire.
Focus. Nella città etnea nasce nel 2005
Nell’area della Clownterapia in Italia, la prima Associazione ViviamoInPositivo nasce a Torino nel febbraio del ‘97, e i primi volontari clown iniziano a prestare servizio negli ospedali dal 2000. La presidente VIP Catania, Adriana Sgroi ci chiarisce.
Quando nasce a Catania l’Associazione di ClownTerapia VIP?
“Nasce nel 2004 dall’incontro di due persone Adriana Sgroi e Antonella Biondi, che inizialmente facevano il loro servizio di volontariato in altre sedi Vip presenti in Sicilia, Palermo e Messina. L’Associazione ViviamoInPositivo VIP Catania onlus viene costituita il 31 luglio 2005”.
In quali ospedali operate e quanti siete come volontari?
“Ad oggi siamo 40 volontari clown di tutte le età, liberi professionisti, studenti universitari, insegnanti. Dal 2005 a tutt’oggi siamo presenti tutte le domeniche pomeriggio all’ospedale Garibaldi di Nesima e nella casa di cura per anziani Villa Lisa di Misterbianco”.
Avete trovato difficoltà?
“Agli inizi tra il 2004 e 2005 abbiamo trovato molte difficoltà, forse perché la clown terapia non era molto conosciuta o per la mancanza di fiducia che molta gente ha verso le associazioni di volontariato. Il nostro percorso è stato lungo e faticoso, con tanti ostacoli spesso di tipo burocratico, ma i risultati ottenuti dopo tanta fatica sono stati molto positivi, adesso la gente ci conosce, crede nei benefici della clown terapia e soprattutto crede in ciò che facciamo”.
Bellissimo articolo, cerco sempre i pezzi su clownterapia in Sicilia, mi farebbe piacere leggere altri articoli sul vostro giornale in merito al terzo settore, leggo con piacere le interviste di approfondimento del settore no profit, e non dei semplici comunicati stampa copia e incolla. Bravi.