Agricoltura “sociale”. La Sicilia è agli ultimi posti - QdS

Agricoltura “sociale”. La Sicilia è agli ultimi posti

Elisa Latella

Agricoltura “sociale”. La Sicilia è agli ultimi posti

martedì 21 Giugno 2011

Coldiretti pubblica il 1° censimento della aziende agricole che organizzano attività di inclusione sociale. In Piemonte 206 strutture, in Veneto 136. Nella nostra Isola “appena” 12

PALERMO – Si impara seduti ai banchi di scuola, tra quattro mura, ma non solo.
Sono 1.189 le aziende agricole in grado di offrire lezioni in campagna, secondo il censimento realizzato dalla Coldiretti, i cui numeri sono stati riportati nella rivista specializzata “La tecnica della scuola”. Dal censimento – il primo  italiano- risulterebbe che in base alle esperienze condotte in molti istituti, soprattutto nella scuola d’infanzia e primaria, sarebbero almeno un milione i bambini che “hanno avuto contatti diretti con le semine e la raccolta dei frutti”. Giusto per capire da dove arriva la frutta che si compra al supermercato o per vedere com’è fatta la mucca che produce il latte della prima colazione.
Il Piemonte con 206 strutture è la regione con il maggior numero di aziende agricole didattiche, seguito da Veneto (136) e Puglia (118). Le meno attrezzate sono la Sicilia (12) ed il Molise (6). Eppure in Sicilia stanno avendo un periodo di crescita fiorente le fattorie sociali, imprese agricole che offrono servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi e di inclusione sociale e lavorativa per soggetti deboli o aree svantaggiate. Cresce quindi l’agricoltura sociale nell’Isola, meno quella didattica. L’agricoltura sociale trova le sue radici negli anni Settanta, nelle forme di solidarietà e nei valori della reciprocità, gratuità e mutuo aiuto, per  persone che, provate da diverse forme di disagio psichico e sociale, possono trovare nelle attività agricole comunitarie e cooperativistiche una leva per ricominciare da capo.
A livello didattico, le realtà censite dalla Coldiretti promuovono invece come “fattorie- scuole” l’educazione alimentare attraverso una pedagogia attiva, attraverso la conoscenza delle produzioni tipiche, del rapporto tra prodotto e territorio, del binomio alimentazione/salute. Sulla base di queste esperienze i ragazzi realizzano ricerche, temi e saggi, analisi del territorio, laboratori del gusto, produzione di cd, video, volumi, grafica per etichette di prodotti alimentari. Non manca la valorizzazione di ricette antiche e la riscoperta dell’agricoltura come valore. Quel mestiere antico che insegna che i frutti si raccolgono “dopo aver lavorato e dopo aver saputo aspettare”.
Consumo critico e crescita sociale, quindi. Se le fattorie didattiche fanno comunque parte del presente degli istituti scolastici, una parte del futuro dell’agricoltura in Sicilia forse sarà scritto dalle fattorie sociali, che coniugano inclusione sociale e sviluppo “sostenibile”.
Le prime iniziative di inserimento occupazionale in agricoltura di persone a rischio di emarginazione sociale risalgono ai movimenti per l’abolizione dei manicomi, per la lotta alla tossicodipendenza e per l’inserimento lavorativo degli ex detenuti. Da allora se ne è fatta di strada. E molta è stata percorsa “nei campi”. Forse è da lì che si sta ricominciando a riscrivere l’economia. Dal punto di vista del terzo settore. Forse per raccontare una nuova Storia. Quella in cui il vero “prodotto” è il risultato anche del venir meno dell’emarginazione sociale.
E il primo “utile di bilancio” sta nel cambiamento.
 

 
Acli Sicilia. Una rete per la promozione della salute
 
A parlare sono i numeri resi di recente noti da Acli Sicilia.
Nell’Isola si contano 29 aziende agricole, prevalentemente certificate per la produzione in agricoltura biologica e 20 associazioni di genitori, di promozione della salute e del consumo critico in rete.
Questo sodalizio ha promosso una convenzione sulla promozione della salute, la riabilitazione e l’inclusione sociale con l’Azienda sanitaria provinciale di Catania; ha organizzato inoltre percorsi formativi, i gruppi di acquisto solidali, le botteghe del gusto. 
I promotori della “rete delle fattorie sociali in Sicilia” sono stati Aies Sicilia, Aiab Sicilia, Cnca Sicilia, Acliterra, Alpa, Libera di Catania, l’Osservatorio Mediterraneo Onlus, il Consorzio Ulisse, la Fondazione Siciliana per l’Autismo, le cooperative “Gli amici di Lorenz” e “Pio La Torre”, l’azienda agricola “Terra di Pace”, la cooperativa sociale “L’Arcolaio”, le fattorie “Fossa dell’Acqua”, “Cuba”, “Masseria San Marco” ed infine l’associazione “A Fera Bio”.

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