Sindacati: “Gli enti di formazione continuano ad assumere”. La Regione nega - QdS

Sindacati: “Gli enti di formazione continuano ad assumere”. La Regione nega

Michele Giuliano

Sindacati: “Gli enti di formazione continuano ad assumere”. La Regione nega

martedì 27 Settembre 2011

La denuncia della Uil scuola secondo cui la mancanza di controlli permette il perpetrarsi di certe azioni. L’unica deroga è quella di reperire eventuali figure necessarie e non presenti in organico

PALERMO – Nuove assunzioni negli enti di formazione professionale? Il tam tam è quello lanciato dai sindacati, un vero e proprio allarme in un momento in cui la Regione sta cercando di arginare le spese fuori controllo di un settore che negli anni in Sicilia si è “ingrassato” a dismisura.
Ma dalla Regione assicurano: “Nessuna nuova assunzione”. Intanto la Uil Scuola regionale dice la sua in merito e denuncia come invece gli enti continuino ad assumere perché di fatto non controllati: “A fronte di oltre 2.000 esuberi, in gran parte degli enti cosiddetti “non storici”, – rileva Giuseppe Raimondi, responsabile regionale della Uil Scuola Sicilia – quelli che hanno un costo del lavoro notevolmente inferiore rispetto agli altri organismi, si continua ad assumere, in assenza di un reale ed effettivo controllo ed in barba ai divieti posti dalla Presidenza della Regione”.
 
Secondo il sindacato la strategia messa in atto è abbastanza chiara frutto di un meccanismo non ancora consolidato. Le assunzioni non si sarebbero mai fermate per via proprio dell’introduzione del parametro unico, introdotto dalla Regione per uniformare i costi per singola ora formativa agli enti: “Gli enti che riescono già a coprire i 12/12 della spesa del personale con il solo 80 per cento del finanziamento decretato con il DDG 2116 del 17/05/2011, – dice Raimondi – continueranno ad assumere specie se sarà loro erogato non solo il saldo ma anche il restante 30 per cento recuperato con la legge regionale del 12 agosto 2011, numero 20. L’esistenza del parametro unico, nella maniera distorta in cui è stato applicato, può giustificare l’impiego di risorse in favore di enti che non hanno nessuna necessità di coprire i costi contrattuali?”.
 
Secondo la Uil Scuola Sicilia è necessario reintrodurre “l’obbligo” di assumere il personale rimasto senza incarico o collocato in cassa integrazione anziché consentire ad alcuni enti, in presenza di 2.000 lavoratori in mobilità, di pagare prestazioni con costi altissimi che oscillano tra 60 e 90 euro l’ora. Ma dalla Regione smentiscono. L’assessorato regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale comunica di “aver messo in atto tutte le contromisure previste dalla legge per arginare il problema delle assunzioni di personale esterno”. In particolare, per quanto di competenza, “l’assessorato ha avviato una verifica sul rispetto delle regole e ha inviato la lista alla Procura della Repubblica mettendo a disposizione degli organi di controllo, tutti i risultati”.
“Occorre puntualizzare, al di là di polemiche strumentali, che il ricorso alla Cassa integrazione in deroga, dovuto alla contrazione di attività formative per carenza di finanziamenti, attiene a scelte di politica aziendale – ha detto l’assessore Centorrino -. Questo assessorato e il governo regionale, si sono impegnati per reperire le risorse necessarie al completamento del Prof 2011, e quindi a salvaguardare le garanzie occupazionali. Per quanto riguarda gli esuberi strutturali del settore, collocati in mobilità, è stata diramata una circolare che prevede il loro reimpiego qualora gli enti necessitino di ulteriore personale per nuovi progetti”.
Solo dopo questo passaggio obbligatorio gli enti, e solo per il personale docente, possono per un periodo transitorio correlato alle ore dei moduli previsti dai progetti approvati e non coperti da personale interno, fare ricorso a figure specialistiche esterne. Gli uffici dell’assessorato stanno procedendo, comunque, a una verifica per accertare il rispetto delle condizioni di eccezionalità e il ricorso preventivo alle liste di mobilità.
 

 
L’approfondimento. Quest’anno già due mila esuberi nel settore
 
Il blocco delle assunzioni è stato introdotto dalla Regione per evitare che il sistema potesse ulteriormente implodere. In realtà una forte “deflagrazione” c’è già stata e quest’anno si è già potuta constatare con i 2.000 esuberi programmati da alcuni enti di formazione che avevano negli anni fatto assunzioni in maniera scriteriata raggiungendo livelli di costi di gestione oramai non più sostenibili per le magre casse del bilancio regionale. Ci sono stati casi in cui alcuni enti avevano superato anche oltre il 50 per cento del costo standard introdotto quest’anno dalla Regione in 150 euro/ora. Il problema essenziale è che nell’ultimo decennio sono cresciuti come funghi gli enti accreditati dalla Regione, raggiungendo la quota record di 1.400, e di conseguenza sono cresciute a dismisura pure le assunzioni che oggi hanno toccato le 9.200 unità. Ora si vuole arrivare progressivamente a ridurre i costi attraverso anche i prepensionamenti.

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