Bando Ato riufiti: ennesima scadenza a vuoto - QdS

Bando Ato riufiti: ennesima scadenza a vuoto

Rosario Battiato

Bando Ato riufiti: ennesima scadenza a vuoto

sabato 22 Ottobre 2011

Adesso a rischio la riforma del sistema. Dal 2004 al 2010 la crescita dei costi di gestione dovuta alle spese pazze per il personale e per i Consigli di amministrazione. Le banche disertano: nessuna monetarizzazione per 1 mld di debiti della gestione delle 27 Spa

PALERMO – Anche le prime agenzie del 20 ottobre avevano coltivato l’illusione che dopo due bandi, con relative proroghe, andati a vuoto la Regione avesse finalmente trovato degli istituti di credito disposti a monetizzare il debito da un 1 miliardo di euro maturato dai 27 Ato isolani dal 2004 al 2010. Poi il ritorno alla realtà con la precisazione di Enzo Emanuele, ragioniere generale della Regione siciliana, che, attraverso una nota, ha spiegato come, ancora una volta, nessuna manifestazione d’interesse sia giunta dagli Istituti di credito. Adesso la Regione siciliana, dopo l’infruttuoso esperimento della procedura aperta, ha già attivato la procedura ristretta per assicurare, con propria garanzia decennale, il ripianamento dei debiti. 
Le cinque banche interessate al bando della regione, in realtà, non c’erano affatto. La notizia circolata ieri in tardo pomeriggio è stata puntualmente smentita dalla realtà dei fatti.  “Le banche non hanno aderito al progetto di recupero crediti – ha detto il dirigente generale Enzo Emanuele – pertanto siamo passati direttamente alla fase della negoziazione. Abbiamo attivato diretti contatti con dieci delle maggiori banche italiane ed europee, in modo da definire l’intera operazione nel più breve tempo possibile”. Adesso, secondo fonti della Regione, la situazione è seguita con la massima attenzione dagli uffici regionali, che si sono mobilitati per dotare gli enti locali della disponibilità di quelle risorse economiche necessarie per superare la situazione di emergenza finanziaria in cui versa il settore.
La Regione ci prova da circa un anno. Il primo bando, andato a vuoto nel 2010 con relativa proroga, è stato rinnovato il mese scorso con scadenza al 30 settembre e conseguente proroga al 20 ottobre. L’’nnesimo nulla di fatto ha attestato inequivocabilmente come gli Istituti di credito non si fidino delle garanzie offerte dalla Regione. E adesso pesanti nubi incombono sul futuro del sistema.
Ma come si è giunti a questo punto? L’era Ato, massimo splendore del sistema rifiuti dell’epoca Cuffaro in Sicilia, era stata inaugurata in pompa magna come la grande rivoluzione del sistema integrato dei rifiuti. Gli Ambiti territoriali avrebbero dovuto costituire, almeno teoricamente, il rilancio gestionale del sistema rifiuti dell’Isola e, invece, come spesso accade da queste parti, sono finiti nell’alveo della mano politica. Risultato? Spese pazze per il personale come conseguenza di assunzioni clientelari e di consigli di amministrazione sovradimensionati. Persino la Corte dei Conti in un recente report sul periodo Ato in Sicilia ha riportato che “la causa dell’anormale accrescimento dei costi di produzione del settore è stata individuata, dall’Agenzia regionale, nelle sovrabbondanti assunzioni di personale (in particolare amministrativo e non operativo) effettuate, e nell’eccessivo numero di componenti degli organi di amministrazione e controllo, con proliferazione dei relativi compensi”.
L’esito finale di questo corto circuito economico-finanziario si è riversato sui vari livelli del sistema rifiuti. La differenziata non è mai decollata, attualmente l’Isola “vanta” una media inferiore al 10%, mentre lo stesso sistema  di  gestione è al collasso perché le imprese creditrici adesso pretendono che la Regione cominci a pagare i debiti.
Proprio questo blocco, all’interno del quale converge anche il Piano rifiuti che vegeta a Roma dopo due rimandi decisi dal dipartimento della Protezione civile, intrappola il seguito dell’ambiziosa riforma dei rifiuti contenuta nella l.r. 9/2010. Senza la liquidazione del vecchio sistema, azione che comprende anche il pagamento dei debiti, sarà complicato assicurare il passaggio alle 9 Srr (Società di regolamentazione del servizio raccolta).
Lo stato dell’arte della riforma rifiuti era stato spiegato al Qds dall’assessore al ramo Giosuè Marino. “Come previsto dalla legge 9/2010, abbiamo seguito la nomina dei liquidatori degli Ato, nominando, ove necessario i commissari regionali; al contempo abbiamo approvato gli schemi di statuto e atto costitutivo delle nuove Srr per fornire agli Enti locali , chiamati ad approvarli, un concreto strumento operativo”. In seguito sono stati promossi “appositi incontri con le province per spiegare loro il corretto iter da seguire nella costituzione delle Srr. Registriamo tuttavia una generalizzata preoccupazione negli amministratori degli enti locali per l’attuazione della l.r. 9/2010 anche alla luce dei recenti risultati referendari. In questo quadro infatti si profila una corrente di pensiero che vorrebbe riportare alla cura dei Comuni, talune funzioni , in particolare quelle più prossime al territorio, proponendo una rivisitazione della disciplina delineata dalla l.r. 9/2010”. Su questo punto è in corso un confronto con Anci Sicilia.

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