A Palermo non c’è il Piano traffico ma le multe “fioccano” - QdS

A Palermo non c’è il Piano traffico ma le multe “fioccano”

Luca Insalaco

A Palermo non c’è il Piano traffico ma le multe “fioccano”

giovedì 17 Novembre 2011

Palermo. Viabilità caotica e regole poco certe.
Ztl “cassate”. La mancanza del Put ha causato nel 2008 l’abolizione delle Zone a traffico limitato. Il Piano è approdato solo da qualche giorno in Commissione urbanistica per l’esame.
E il cittadino paga. Le associazioni di consumatori segnalano decine di telefonate e soprattutto i tanti ricorsi accolti dal Giudice di Pace contro i verbali di vigili urbani, Amat e Apcoa.

PALERMO – Si infittisce in città il mistero delle zone blu. Il Comune di Palermo non si è ancora dotato del Piano urbano del traffico, la cui assenza ha determinato, nel 2008, la cassazione delle Zone a traffico limitato per mano della magistratura amministrativa. Il famigerato Put è approdato solo nei giorni scorsi in commissione Urbanistica, elegantemente accompagnato dal parere contrario del ragioniere generale, dal momento che, per essere attuato, avrebbe bisogno di una serie di interventi e di opere che al momento non hanno alcuna copertura finanziaria.
La mancata adozione del Piano determinerebbe l’illegittimità di tutti gli atti “preordinati, connessi e consequenziali”, quali appunto le cosiddette “zone blu” e quindi anche delle multe elevate agli automobilisti nelle zone a pagamento. Ne è convinta l’associazione Noi Consumatori che ha presentato un ricorso gerarchico al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per l’annullamento dei parcheggi a pagamento. In conseguenza di ciò, il ministero ha dato mandato al Provveditorato interregionale per le Opere pubbliche per la Sicilia e la Calabria di “esperire il necessario sopralluogo ed esprimere il proprio parere con esauriente relazione” ed invitato Palazzo delle Aquile a far pervenire le proprie controdeduzioni.
Nonostante il ricorso pendente, tuttavia, in città continuano a fioccare le multe nei confronti di quanti non espongono i pass o i tagliandi “gratta e sosta”. E sono migliaia i ricorsi presentati all’ufficio del Giudice di pace del capoluogo (quattromila solo nel 2010), il quale in molti casi ha dato ragione agli automobilisti. “Il sindaco sospenda e revochi i provvedimenti istitutivi delle strisce blu, nella maggior parte dei casi in violazione delle norme del codice della strada, vessatorie per i cittadini e in quanto determinano anche un grave danno all’Erario” chiede la consigliera Nadia Spallitta, presidente della commissione Urbanistica.
“Sono decine le telefonate che riceviamo ogni giorno da parte di cittadini che si sentono vessati oltre che confusi da una situazione più che paradossale: da un lato noi, a ragione, diciamo dell’illegittimità delle strisce blu e vinciamo i ricorsi dal Giudice di pace avverso le multe di Amat, Apcoa e Vigili urbani; dall’altro questi continuano ad elevarle creando uno stato di confusione ulteriore in un comune dove le regole vengono sistematicamente disattese da chi le dovrebbe rispettare per primo”.
L’associazione capeggia una lista di sigle che intende promuovere una class action con la quale chiedere al Comune la restituzione dei soldi pagati per multe e pass oltre ad un risarcimento 1.500 euro per ciascuno degli aderenti. “Abbiamo già oltre 1.500 adesioni online e 250 sottoscrittori che hanno subito una o più multe illegittime”, rivendica con orgoglio il presidente Roberto Sauerborn. La raccolta delle adesioni proseguirà fino alla fine di novembre.
A replicare a Noi Consumatori è l’assessorato al Traffico e mobilità, che ricorda come l’associazione abbia attivato lo scorso mese di maggio un ricorso gerarchico avverso l’ordinanza con la quale il Comune aveva dettato una diversa regolamentazione della sosta a pagamento in un tratto di via Borrelli, già soggetta a tariffazione della sosta.
“In osservanza alle richieste formulate dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti – recita una nota dell’assessorato – il Comune di Palermo ha provveduto ad inviare le controdeduzioni ai motivi su cui fonda il ricorso in questione”. Quindi, il ministero ha chiarito che la nota inviata al Comune e al Provveditorato interregionale delle opere pubbliche per la Sicilia altro non era che “l’avvio di istruttoria per la definizione del ricorso gerarchico proposto”.
“Pertanto – conclude la nota – i comunicati emessi dall’associazione Noi Consumatori che eventualmente inneggino ad un accoglimento del ricorso sospendendo la validità dei parcheggi a pagamento a Palermo sono privi di fondamento”.

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