Vendemmia 2011, si fa il conto delle perdite - QdS

Vendemmia 2011, si fa il conto delle perdite

Roberto Di Trapani

Vendemmia 2011, si fa il conto delle perdite

martedì 20 Dicembre 2011

Assoenologi: annata nera per il settore viticolo e la Sicilia registra il -25% delle produzione rispetto al 2010. Tra le cause la peronospora e l’abbandono delle vigne. Ma la qualità del prodotto resta alta

PALERMO – Vendemmia 2011 cosa ne è stato del vino siciliano? Annata scarsa, quantitativamente parlando, questo è un dato accertato e confermato. 2011, annata nera per il settore viticolo, raccolta nazionale più scarsa degli ultimi 60 anni, così asserisce Assoenologi. Il 14 per cento in meno di prodotto rispetto al 2010, solo 40,3 milioni di ettolitri prodotti in tutt’Italia. Disastro annunciato, da cui la Sicilia non è rimasta immune, anzi è la regione che ha subito il maggior numero di perdite di prodotto.
Notizia che era già nell’aria dall’inizio della vendemmia. Un comunicato dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino datato 30 agosto 2011 diceva: “Per quanto concerne in generale gli aspetti quantitativi, considerato un lieve attacco di peronospora e di oidio, verificatosi nel periodo compreso tra la fioritura e l’allegagione, visto inoltre le domande di abbandono definitivo e vendemmia verde, in Sicilia la vendemmia del 2011 sarà caratterizzata da una diminuzione dell’ordine del 20 per cento”.
Ora non resta che quantificare le perdite. Stando al bollettino annuale pubblicato da Assoenologi sull’andamento della vendemmia, il 2011 per la Sicilia si è rivelato un anno disastroso. Si registra il -25 per cento della produzione rispetto al 2010.
 
L’anno scorso la Sicilia ha prodotto 5.676.000 ettolitri tra vino e mosto, per il 2011 la media prevista è di soli 4.260.000 ettolitri. Un calo rilevante per il comparto vitivinicolo dell’Isola, ben 1.400.000 ettolitri circa di vino e mosto in meno tra le due annate.
Annata negativa per tutta l’Italiane, le produzioni nazionali registrano tutte il segno negativo, fatta eccezione per la Sardegna che riporta il + 5 per cento. In una situazione del genere si potrebbe far ricorso al detto: mal comune, mezzo gaudio; ma non credo che la Sicilia possa trovare motivi di gioia. Ultima regione in classifica, preceduta da Marche, Abruzzo e Puglia che a pari merito hanno totalizzato il – 20 per cento di produzione prevista nel 2011 in vino e mosto rispetto al 2010.
Quantità inferiore ma qualità buona. L’abbassamento del volume prodotto quest’anno in Sicilia non deve far temere per la qualità. Poco ma buono queste saranno le caratteristiche del vino siciliano del 2011.
Ma a cosa è dovuto questo calo di produzione? I motivi principali sono due, ben riconosciti e ben chiari a tutti. Sia Assoenologi che l’IRVV che la Confederazione Italiana Agricoltori, infatti, sono concordi nell’attribuire le rese inferiore di questa vendemmia in primis ad un fattore fisiologico, legato agli effetti di oidio e peronospora (due malattie fungine della vite), ed in secondo luogo sono effetto della “vendemmia verde”, per la quale hanno fatto domanda sempre più agricoltori. Gli ettari di terreno coinvolti nella “vendemmia verde” in Sicilia sono circa 13.000 ettari. Altro fattore preoccupante che contribuisce in modo non indifferente alla riduzione della produzione di uva e quindi di vini e mosti nell’Isola sono l’abbandono delle vigne, che avviene sia attraverso il riconoscimento dei contributi comunitari – ed in questo caso interessa più di 2000 ettari – sia come abbandono volontario. Abbandono, comunque causato dal preoccupante stato del mercato che allarma gli agricoltori.
 

 
In ripresa i prezzi delle uve e le quotazioni di mosti e vini
 
Poca uva ma di buona qualità, tale notizia fa sperare che ci possa essere una ripresa del mercato. In ripresa i prezzi delle uve nel corso della vendemmia 2011, e così pure per le quotazioni all’ingrosso di mosti e vini . Che, in parte, la “vendemmia verde” abbia avuto l’effetto desiderato? Tutto fa pensare a questo. Minor quantità d’uva sul mercato equivale a prezzi di vendita più ragionevoli. Il tutto non si ferma, però, alle uve; anche le previsioni del mercato vinicolo fanno ben sperare. I dati riguardanti il primo semestre del 2011 del mercato internazionale dei vini italiani indicano incrementi del +14,1 per cento in valore e del +15,4 per cento in volume rispetto al 2010. Annata, che, dopo tutto, può avere i suoi aspetti positivi, la vendemmia 2011 dovrebbe segnare una ripresa del settore vitivinicolo. L’ottima qualità dei vini ma la scarsa quantità di volumi suona come campanello d’allarme per la Confederazione Italiana Agricoltori. I dati del 2011 fanno temere, infatti, che possano nascere truffe e frodi sulla produzione di vino siciliano. La Cia Siciliana chiede maggiori controlli che possano essere a garanzia e tutela dei viticoltori e delle cantine siciliane, e a tal proposito il presidente regionale della Cia, Carmelo Gurrieri,ha annunciato che la Confederazione ha chiesto un incontro all’assessore regionale D’Antrassi.

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