Imprese, l’appello di Competere.eu: “Draghi punti su quelle femminili” - QdS

Imprese, l’appello di Competere.eu: “Draghi punti su quelle femminili”

Imprese, l’appello di Competere.eu: “Draghi punti su quelle femminili”

venerdì 12 Febbraio 2021

Il think tank italiano sull’innovazione sostenibile: “Fare di più per agevolare l’accesso agli incentivi”. Unioncamere Sicilia: “Nel 2020 cresciute soltanto dello 0,54%, quelle giovanili -5,16%”

ROMA – “Draghi punti sulle imprese femminili”.
Non ha dubbi Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio sulla ricostruzione economica post Covid-19 di Competere.eu, il think tank italiano per l’innovazione sostenibile.

“Ben vengano – avverte – incentivi all’avvio e ristrutturazione di imprese femminili come quello previsto dalle modifiche del bando ‘Nuove imprese a tasso zero’ di Invitalia, in attesa del provvedimento del Mise per attuare le importanti novità previste nello scorso dicembre, così come è prossima l’apertura del nuovo incentivo Selfiemployment di Invitalia che ugualmente elimina il requisito di ‘Not in education, employment or trading’ (Neet) alle donne pertanto agevolando l’accesso all’incentivo. è fondamentale che il governo di Mario Draghi investa ancor di più sull’imprenditoria femminile”.

“Gli impietosi dati emersi – ricorda – dallo studio dell’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere e Infocamere ha posto l’accento su una situazione gravosa in merito alle imprese rosa denunciando un notevole calo di circa 4.000 imprese specie nel settore del commercio agricoltura e manifatturiero e per la maggior parte dei casi imprese giovanili condotte da under 35”.
“Già la presenza delle imprese femminili – fa notare Arleo – sul territorio nazionale è abbastanza residuale, pari al 22% nel 2019 e le successive perdite aggravano ancora di più una situazione già precariain partenza. Pertanto ben vengano le modifiche agli incentivi Nito e Selfemployment entrambi gestiti da Invitalia”.
Il bando Nito di Invitalia – continua ad Arleo – potrà beneficiare dell’allungamento del periodo di restituzione del finanziamento agevolato, una riduzione di garanzie da prestare per investimenti meno impegnativi, la previsione di un contributo a fondo perduto, l’ampliamento dell’agevolazione all’intero territorio nazionale”.

“L’incentivo aiuta, quindi, imprese – sottolinea – in fase di start up o avviate da massimo 12 mesi che vogliano presentare un progetto nei settori economici del turismo, artigianato, servizi alle persone e alle imprese, commercio, turismo, innovazione e cultura. Sono agevolabili quindi gli investimenti in beni materiale e immateriali sostenuti dopo la presentazione della domanda di agevolazione“.
“Altresì – afferma – l’incentivo Selfiemployment dal prossimo 22 febbraio avrà notevoli facilitazioni in sede alle procedure di valutazione ed erogazione nonché sarà eliminato per le donne il requisito dei Neet sostituendolo con il requisito di inoccupazione andando così ad includere potenzialmente numerose potenziali richieste rosa”.

Imprese rosa: in Sicilia il Covid interrompe la “rincorsa”

La crisi si fa sentire anche sulle imprese femminili, interrompendone la rincorsa che andava avanti da sei anni.
A fine 2020, infatti, l’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere registra un calo a livello nazionale dello 0,29%, pari a quasi 4 mila attività in meno rispetto al 2019. Cinque regioni del Mezzogiorno vedono aumentare le attività guidate da donne, oltre al Trentino Alto Adige. In Sicilia, Campania, Sardegna, Calabria e Puglia, il confronto con l’anno scorso mostra variazioni positive comprese tra +0,63% e +0,10%. Sono 34, inoltre, le province che registrano incrementi di imprese femminili compresi tra il +1,41% di Lecco e il +0,06% di Latina. Dopo Lecco, si mantiene sostenuta la crescita di imprese siciliane guidate da donne a Ragusa (+1,38%) e Agrigento (+1,17%).
Al 31 dicembre 2020, in Sicilia su 471.289 imprese quelle femminili sono 114.896 (24,38%), +621 rispetto al 2019 (+0,54%).
Diversamente da quanto registrato dal totale delle imprese femminili, le aziende fondate da giovani donne diminuiscono in tutte le aree territoriali e in tutte le regioni, a partire da Sicilia, Campania e Lazio.

In Sicilia, in particolare, nel 2019 le imprese giovani femminili erano 16.161 contro le 15.327 del 2020 con un saldo negativo pari a -834 (-5,16%).
“La Sicilia, nonostante un 2020 da dimenticare per la maggior parte dei settori che ha messo in ginocchio l’intera economia dell’Isola a causa dell’emergenza sanitaria, si difende con un saldo positivo di imprese femminili che ci conforta – dice il presidente di Unioncamere Sicilia, Pino Pace -. I numeri penalizzano le giovani donne, un fatto che potrebbe essere ascritto all’esperienza nel lavoro e ovviamente a una questione legata alle capacità di gestione di una impresa. Ragusa e Agrigento sono le province siciliane dove registriamo la maggiore crescita di imprese gestite da donne, un dato che ci fa balzare sulla ribalta nazionale dei numeri e ci auguriamo che le aziende con le donne al timone possano essere sempre di più”, conclude Pace.

Sul fronte dei dati che riguardano la nate-mortalità delle imprese femminili nel 2020: Agrigento registrate 10.326, attive 9.018, iscrizioni 110, cessazioni 96, saldo 14; Caltanissetta registrate 6.001, attive 5.047, iscrizioni 44, cessazioni 52, saldo -8; Catania registrate 24.903, attive, 19.788, iscrizioni 38, cessazioni 41, saldo -3; Enna registrate 4.166, attive 3.779, iscrizioni 38, cessazioni 41, saldo -3; Messina registrate 14.632, attive 11.548, iscrizioni 193, cessazioni 91, saldo 102; Palermo registrate 23.623, attive 18.696, iscrizioni 302, cessazioni 196, saldo 106; Ragusa registrate 8.824, attive 7.498, iscrizioni 126, cessazioni 90, saldo 36; Siracusa registrate 10.138, attive 8.051, iscrizioni 126, cessazioni 108, saldo 18; Trapani registrate 12.283, attive 10.487, iscrizioni 144, cessazioni 140, saldo 4.

“I settori d’impresa femminile che hanno risentito di più della crisi sono il commercio ingrosso e dettaglio con -83, i servizi di alloggio e ristorazione con -62 e le attività manifatturiere, mentre si nota un maggiore incremento nelle attività professionali, scientifiche e tecniche con un saldo positivo di 18”, spiega Santa Vaccaro, segretario generale di Unioncamere Sicilia.

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