Etna, chieste norme immediate per i danni da cenere - QdS

Etna, chieste norme immediate per i danni da cenere

Etna, chieste norme immediate per i danni da cenere

giovedì 18 Marzo 2021

Coldiretti, che parla di "Agrumi graffiati dalla potenza della sabbia". Ieri da Micciché i sindaci etnei con Barbagallo (Pd) che ha richiesto per quelle comunità dieci milioni di euro

Si torna a parlare di cenere dell’Etna dopo che ieri a Palermo i sindaci di alcuni dei Comuni più colpiti hanno incontrato nel Palazzo dei Normanni il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, accompagnati dal deputato e segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo.

“Abbiamo ribadito anche al presidente dell’Ars – hanno dichiarato Salvo Russo, sindaco di Zafferana Etnea, Angelo D’Anna, sindaco di Giarre, Salvo Greco, sindaco di Santa Venerina e Alfio Cosentino, sindaco di Milo – l’allarme per la situazione insostenibile per le casse comunali dovuta all’attività parossistica dell’Etna”.

I Sindaci hanno fatto presente che la situazione è aggravata anche dagli elevati costi per il conferimento.

“Il Pd – ha ricordato Barbagallo – ha presentato un emendamento alla Finanziaria che prevede lo stanziamento di dieci milioni di euro da mettere a disposizione dei Comuni. Al di là delle logiche di appartenenza politica confidiamo nel buonsenso dell’Aula e di ogni deputato”.

E della questione è tornata a parlare oggi Coldiretti, con una nota in cui afferma: “Oltre un mese di spettacolari eruzioni dell’Etna hanno riversato cenere e lapilli nelle campagne dove sono state danneggiati vivai di piante e fiori, ortaggi così come gli agrumi graffiati dalla potenza della sabbia”.

L’associazione rileva come di “fronte dei fenomeni sia ormai indispensabile in Sicilia l’istituzione di una vera ‘Comunità etnea’ che preveda norme ad hoc per chi è costretto a subire ormai periodicamente i danni della cenere”.

“Ai danni alle coltivazioni – sottolinea Coldiretti – si aggiungono i disagi per chi è costretto alla pulizia straordinaria delle canalette di scolo, o alle pulizia delle strade rurali, in molte zone la terra è stata sommersa da una coltre nera”.

“Per pulire le strutture e le coltivazioni – spiega Coldiretti – serve tempo, acqua e quindi l’impiego massiccio di manodopera. Siamo di fronte a dei cambiamenti anche del vulcano – osserva Coldiretti – e quindi bisogna avviare anche un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc”.

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