Emma, una femmina di rinoceronte bianco, è arrivata in Giappone da Taiwan, alla ricerca di un compagno, nel tentativo di preservare la specie a rischio di estinzion.
Con tre mesi di ritardo sulla tabella di marcia, a causa dell’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus, Emma, una femmina di rinoceronte bianco, è finalmente arrivata in Giappone, proveniente da Taiwan, alla ricerca di un compagno, nel tentativo di preservare la specie a rischio di estinzione.
L’esemplare, di cinque anni di età, è stato trasferito allo zoo Tobu di Saitama, a nord di Tokyo, dove farà la conoscenza del rinoceronte locale, Moran, col doppio dei suoi anni, con la speranza di ‘migliorare la diversità genetica della specie. Il tentativo è frutto dell’esperienza consolidata del Leofoo Safari Park di Taiwan, che in poco più di 40 anni è riuscito a creare un branco di 23 rinoceronti, a partire dagli otto importati dall’Africa alla fine degli anni ’70.
Il direttore del programma, Sean Wu, ha spiegato che Emma è stata scelta per il suo carattere docile e il fisico più slanciato – dalla dimensioni ‘più contenute’, fattori che hanno facilitato il suo trasporto. A differenza di altri rinoceronti che superavano le due tonnellate di stazza, infatti, Emma pesa circa 680 chili, ed ha una lunghezza di due metri e mezzo.
Per un paio di settimane il mammifero sarà accessibile al pubblico di Tokyo, e verrà sottoposto ad un corso accelerato per la comprensione dei comandi in giapponese, per favorire il suo ambientamento. Gli allevamenti negli zoo si sono rivelati fondamentali per il mantenimento della specie dei rinoceronti bianchi.
Ad oggi appena 19mila esemplari ne esistono in natura, in gran parte nell’Africa meridionale, dopo aver rischiato l’estinzione nel secolo scorso. Le specie di rinoceronti asiatici, invece, presenti a Giava e Sumatra, non arrivano a superare le 100 unità ognuna. I bracconieri cacciano questi animali per potere asportare il corno, molto richiesto in alcuni paesi dell’Asia quali il Vietnam e la Cina, e molto usati nelle medicine orientali perché ritenuti curativi e apportatori di vigore.