Per dare la possibilità di votare, chiuse troppe scuole nel Paese. Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale, "si dice sempre che presenza è importante ma poi non si agisce di conseguenza"
“Ancora una volta la scuola viene considerata come un’appendice delle altre istituzioni, una sorta di dependance da utilizzare per fini utili non alla scuola! Dopo tanto parlare dell’importanza della didattica in presenza, della necessità di evitare a ogni costo la Dad, ecco che si presenta l’ennesima prova dello scarso interesse del potere pubblico per la formazione dei nostri ragazzi”.
Lo scrive in una lettera Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi, a proposito della chiusura delle scuole in occasione delle prossime elezioni amministrative.
“Si devono svolgere le elezioni amministrative in molte realtà italiane? Invece di pensare o solo ipotizzare per il futuro soluzioni alternative, rispettose delle necessità educative delle future generazioni, si ricorre stancamente al tradizionale rito dell’uso delle scuole per i seggi elettorali” si legge nella missiva.
“Per anni – continua la lettera – abbiamo denunciato questa irragionevole scelta, comoda per chi conduce le istituzioni politiche, negativa per chi ha a cuore la preparazione culturale dei nostri bambini e ragazzi. Di fronte alla pandemia abbiamo assistito e tuttora assistiamo a innumerevoli appelli alle misure di profilassi e alla necessità irrinunciabile della didattica in presenza, nel rispetto del distanziamento, evitando assembramenti, ribadendo la funzione socioculturale del fare scuola, guardandosi negli occhi, non perdendo nemmeno un minuto dell’imparare in presenza. Cosa diciamo ai nostri bimbi e ragazzi sulla chiusura annunciata delle scuole sede di seggio, centinaia nella sola Roma?”.
” Possibile – conclude il rappresentante dei Presidi – che le nostre ormai vecchie proposte di luoghi alternativi non abbiano trovato spazio nemmeno in uno dei programmi politici sbandierati in questi giorni dai candidati alle elezioni?”.