L'appello di Cisl Catania e Fim Cisl al commissario della Zes Di Graziano
CATANIA – “La frenesia dell’election day e del ‘seggio garantito’ hanno purtroppo assunto l’interesse prioritario rispetto alla notizia della scelta di una multinazionale leader mondiale dei semiconduttori di preferire altri siti a quello della nostra Etna Valley, esaltando ancora di più la percettibile crisi della rappresentanza politica e lo scarso interesse di essa allo sviluppo socio-economico locale. Ma ad essere messa ancor più in evidenza è la non meno importante questione della valorizzazione della zona industriale catanese che dovrebbero essere tra le azioni prioritarie previste dalla Zona economica speciale. E proprio sulle diverse azioni previste dalla Zes Sicilia Orientale su area industriale, assieme all’area retroportuale, e le relative ripercussioni su occupazione, legalità e sviluppo diventa fondamentale che il commissario Di Graziano faccia partire un confronto con le parti sociali”. Le segreterie provinciale della Cisl e regionale della Fim Cisl intervengono così sulla recente vicenda del mancato insediamento della multinazionale americana.
“Ci si stupisce solo adesso del mancato insediamento di Intel a Catania – dicono Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese, e Piero Nicastro, segretario generale della Fim Cisl siciliana – ma è quasi una ‘decisione’ annunciata da tempo. Eppure allora generò una serie di dichiarazioni e prese di posizioni da qualsiasi parte politica ma che non ha visto nessuna azione concreta” .
“La vicenda Intel – aggiungono – ha svelato due aspetti tra loro interconnessi: uno nazionale, legato alla strategia industriale sui semiconduttori, l’altro più locale legato alla riqualificazione e alla valorizzazione delle aree connesse alla Zes per creare condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi per l’insediamento di aziende. Oggi, per esempio basterebbe visitare le zone industriali di Dresda o Magdeburgo, dove sorgerà un nuovo sito di Intel, per rendersi conto che a Catania manca tutto: servizi, strade, banchine, impianti idrici, elettrici, fibra ottica, videosorveglianza stradale e dei parcheggi, mezzi pubblici efficienti e sempre operativi, e poi le aree di co-working che già oggi risultano determinanti per ‘trattenere’ i nostri ingegneri”.
“Riteniamo – ribadiscono i due dirigenti sindacali della Cisl – che attraverso una progettualità di sistema la Zes debba offrire non solo l’opportunità ma anche la necessità di cambiare la zona industriale catanese, migliorandola prima di tutto per le infrastrutture e poi per nuovi luoghi tecnologicamente avanzati”.
“Purtroppo, però, mentre dalla parte occidentale sulla Zes abbiamo registrato un attento confronto programmatico con le parti sociali – concludono Attanasio e Nicastro – a Catania, invece, seppur più volte sollecitato, da luglio attendiamo che il Commissario convochi una riunione dove, oltre al credito d’imposta, si parli di tutte le altre azioni previste dalla Zes. Tali azioni, assieme all’altra opportunità che offre l’Europa con il Chip Act, possono essere lo strumento per evitare desertificazione delle eccellenze che arrecherebbe un ulteriore danno sia economico che sociale al territorio”.