La Sicilia ha una risorsa poco utilizzata ma potenzialmente fondamentale per la produzione di energia: il fotovoltaico. I numeri e gli ostacoli alla realizzazione di nuovi impianti.
“Il potenziale aumento della produzione italiana da fotovoltaico è pari a 126 GW addizionali, circa 6 volte la capacità installata odierna, con Lombardia, Sicilia e Puglia sul podio”. Questo è quanto rivelato da un recente report di EnergRed, società di servizi energetici italiana.
Il fotovoltaico per la nostra isola può essere una grande risorsa. E, in tempi di crisi energetica e cambiamento climatico, anche uno strumento per produrre energia pulita e rinnovabile. Ci sono tuttavia degli ostacoli che ritardano o impediscono il “boom” di impianti, di natura materiale ma anche culturale.
Per discutere di questo tema, spesso lasciato ai margini nel dibattito pubblico sull’energia e le alternative ai combustibili fossili, su QdS.it interviene Giorgio Mottironi, marketing manager di EnergRed.
Energia da fotovoltaico, potenzialità e vantaggi per la Sicilia
Il sole di certo non manca in Sicilia e gli impianti fotovoltaici, di conseguenza, sarebbero importanti alleati per la produzione e la transizione energetica nell’isola.
Secondo Energred, “la Sicilia è per eccellenza la ‘terra del sole’ e i numeri legati alle potenzialità del fotovoltaico per questa regione sono impressionanti‘. Al momento, la Sicilia produce circa 1,8TWh all’anno di energia da fonte fotovoltaica. Si tratta del 42% dell’intera produzione rinnovabile, ma risulta “pari al solo 12% di tutta la produzione e poco meno dell’11% dei consumi regionali”.
“In pratica – spiega Mottironi – per ogni abitante della regione è come se fossero installati circa 310Watt di potenza fotovoltaica. Sesta in Italia per potenza installata dopo Puglia, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, ma solo 13a per potenza pro capite installata e 9a per produzione di energia da questa fonte sul totale regionale”.
Fotovoltaico in Sicilia: obiettivi 2030 ancora lontani
EnergRed conferma che la Sicilia avrebbe tutte le carte in regola per sfruttare al meglio la produzione da impianti fotovoltaici. Tuttavia, l’isola è ancora lontana dagli obiettivi stabiliti dalle autorità nazionali.
“Per raggiungere gli obiettivi PNIEC 2030 (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, ndr.), allineati con il pacchetto fit-for-55 dell’Unione Europea, la Sicilia dovrebbe installare ulteriori 4,2GWp di impianti, pari a un tasso di crescita di circa il 35% all’anno”.
E per produrre gli impianti necessari al raggiungimento degli obiettivi, servono investimenti. “Parliamo di almeno 3,8mld di investimenti, che potrebbero generare benefici pari a circa 750mln€-1,1mld€ ogni anno, tra risparmi per le imprese, direttamente coinvolte nell’autoconsumo, e generali legati al calmieramento dei prezzi dell’energia”, commenta EnergRed.
Più energia, meno emissioni: i vantaggi
Investimenti e impianti nuovi permetterebbero alla Sicilia di produrre molta più energia da fotovoltaico, trovare un supporto in un momento di crisi e migliorare anche la situazione ambientale.
“Non è nemmeno un problema di spazio, perché in Sicilia vi sono circa 68.400ha di superficie agricola abbandonata, più di 20 volte quella necessaria per installare tale potenza aggiuntiva, che comunque potrebbe essere configurata come ‘agrivoltaico’ e lasciare spazio, anzi favorire, filiere agricole o zootecniche”.
A proposito dei vantaggi, Mottironi aggiunge: “La Regione in questo modo contribuirebbe a una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 3 Milioni di tonnellate l’anno, il 4% di quelle dell’intero Paese legate alla produzione elettrica, evitando circa 300milioni di euro di costi ambientali legati agli impatti climatici“.
Gli ostacoli tra infrastrutture e cultura
L’ampliamento della produzione da fotovoltaico in Sicilia è discusso, ma di fatto ancora irrealizzato. Perché? Quali sono i problemi che impediscono a questa risorsa energetica di “esplodere”?
Per EnergRed, “c’è certamente un problema di infrastrutture di rete, ma sappiamo anche la regione sarà oggetto di importanti investimenti. Il più grande ostacolo è di natura culturale e organizzativa. Le opportunità devono essere sviluppate con attenzione a sollevare invidie o fenomeni di opposizione legate a un mancato coinvolgimento sia nella fase di pianificazione che nella fase di redistribuzione della ricchezza che questi ‘pozzi di sole’ sono in grado di generare”.
“Nella nostra politica sta entrando sempre di più a far parte, ad esempio, la finanza alternativa e partecipata (lending crowdfunding) e già altri operatori in Sicilia hanno dato prova di poter essere uno strumento di dialogo con il territorio. Dovrebbe diventare una prassi, assieme all’ascolto delle necessità locali, al di là delle ‘stanze della politica’ o del potere locale”.
L’importanza dell’intervento delle istituzioni
Come per la risoluzione di un qualsiasi problema, a livello nazionale o internazionale, serve l’intervento delle autorità. Ecco l’appello di EnergRed a enti e istituzioni sul potenziamento del fotovoltaico in Sicilia:
“A nostro modo di vedere le cose, l’unico ruolo che dovrebbero avere enti e autorità è quello di normare lo spazio di intervento con ‘saggezza’ e ‘benevolenza’ verso la propria stessa terra: fare in modo che burocrazia e comunicazione politica possano abbracciare il fotovoltaico come strumento di generazione di ricchezza collettiva. Ridurre dunque i tempi di approvazione, definire regole chiare e creare degli appositi uffici da dedicare alla gestione delle richieste di costruzione degli impianti”.
“Da questo punto di vista la liberalizzazione sotto i 200kWp è già stato un passo enorme verso la semplificazione. Un gesto operato a livello nazionale che le regioni dovrebbero ben pubblicizzare e promuovere attraverso mirate campagne di sensibilizzazione e opportunità di confronto“.