Tra le principali campagne per la legalizzazione della cannabis emerge “Meglio Legale”. Il confronto con la coordinatrice del progetto.
Tra le principali campagne per la legalizzazione della cannabis emerge “Meglio Legale”. Ci siamo confrontati con Antonella Soldo, coordinatrice del progetto.
Perché conviene legalizzare la cannabis?
“Partiamo dalle analisi di due procuratori nazionali antimafia a tutti noti, quali Franco Roberti e Federico Cafiero De Raho. Nelle proprie relazioni annuali sul fenomeno hanno evidenziato come la legalizzazione toglierebbe un’importante fetta di mercato alle mafie. I dati del ministero dell’Interno ci dicono che il traffico di marijuana incide sul mercato delle droghe per ben il 40%. Pensiamo a quanti soldi potremmo togliere al mondo della criminalità organizzata, che trova spazio laddove lo Stato manca”.
La cannabis legale, però, esiste già…
“Anche qui emergono non poche criticità. La canapa industriale in Italia è un prodotto ammesso alla coltivazione e alla vendita, con un Thc che non superi lo 0,2%. è un po’ come vendere del vino senza alcol, che può piacere o meno. In ogni caso la nostra legge ha lasciato una zona grigia sulla vendita dell’infiorescenza, che non è esplicitata e non è vietata e questo sta portando il caos. Lascia alla libera iniziativa delle Procure la possibilità di avviare indagini nei confronti di coltivatori e venditori. Appare evidente che non basta e la questione non è opportunamente disciplinata”.
Cosa rispondere ai proibizionisti. preoccupati per i giovani?
“Ogni cambiamento comporta delle preoccupazioni, che sono del tutto lecite. In tal senso, però, esistono diversi Stati del mondo che hanno emanato provvedimenti relativi alla legalizzazione e alla decriminalizzazione. Basti pensare alle osservazioni del primo ministro canadese Trudeau che, in un primo momento contrario, ha cambiato idea proprio per il bene dei ‘nostri ragazzi’. La preoccupazione per le eventuali devianze dei giovani sono un po’ il cavallo di battaglia dei proibizionisti. Che bene può essere per i giovani quello di finire in mano a spacciatori che vendono erba tagliata con lacca, lana di vetro e altre sostanze tossiche? Ma c’è di più. Nel nostro Paese abbiamo una tra le leggi antidroga più severe in assoluto e un terzo dei detenuti ha commesso reati connessi alla droga. In altri Paesi, con norme meno severe come il Portogallo, solo il 14% dei giovani tra i 15 e i 19 anni consuma droghe, in Italia il 28%. C’è quindi una diretta relazione tra la severità delle leggi e la loro inefficacia”.
La cosa più difficile potrebbe essere sicuramente regolamentare il tutto al meglio…
“Sicuramente si devono prevedere delle norme di ben precise relative al consumo, connesse alla guida o alla propria mansione professionale. Ma se ci pensiamo lo stesso accade con l’alcol. Dati alla mano, la prima sostanza che causa incidenti stradali per guida in stato di alterazione è proprio l’alcol, con il 7% di incidenza sul totale contro lo 0,4% per alterazione da cannabis. Senza dimenticare che, stando agli studi medici, nell’elenco della pericolosità delle sostanze, l’alcol si trova al terzo posto, il tabacco al nono posto, mentre la cannabis all’undicesimo. La scienza parla chiaro”.