Avviso 22, un tirocinante su 5 non pagato in Sicilia - QdS

Il fallimento dell’Avviso 22, tirocinanti infuriati: “Rischiamo di non vedere un euro, presto in piazza”

Il fallimento dell’Avviso 22, tirocinanti infuriati: “Rischiamo di non vedere un euro, presto in piazza”

Michele Giuliano  |
giovedì 08 Giugno 2023

In 341 (uno su 5) non hanno ancora ricevuto alcun pagamento, un altro centinaio non hanno incassato tutto il compenso. Si teme una nuova protesta.

La storia infinita dell’Avviso 22 continua: quasi 1.800 i tirocini attivati, ancora in oltre 300 non sono stati pagati, e un altro centinaio ha ricevuto soltanto un acconto. Delle pratiche ancora in corso di lavorazione, alcune non sarebbero da pagare, secondo gli uffici regionali, perché le domande hanno vizi tali da non poter essere sanati.

Nello specifico: i tirocinanti ancora in attesa di ricevere il dovuto, secondo quanto affermato da Oreste Lauria, portavoce regionale dei tirocinanti, sono 412. Di questi, 207 sono idonei per 314 Ddr (i pagamenti bimestrali effettuati dalla Regione, ancora in attesa di liquidazione, ndr).

Avviso 22, 189 pratiche a rischio

Tra i rimanenti 205 tirocinanti si trovano le 189 pratiche a rischio. Cosa che ovviamente trova in disaccordo i giovani che hanno prestato un servizio e del quale adesso richiedono un giusto pagamento.

“Nonostante le continue proteste e i continui richiami alla definitiva risoluzione della ormai annosa vicenda dei tirocinanti dell’avviso 22 – ha detto Lauria – ancora oggi, con nostro grande rammarico, ci troviamo di fronte a una situazione paradossale. Non riusciamo a capire come sia possibile che fondi pubblici europei destinati a finanziare gli avvisi siano rimasti bloccati o addirittura utilizzati per altri capitoli di spesa”. Il portavoce fa quindi appello al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, il quale, secondo Lauria, “non può più esimersi dal dare una risposta concreta e definitiva a questi tirocinanti vittime di una macchina burocratica insensata e anacronistica nel 2023”.

Si paventa una nuova protesta

Il prossimo passo, quindi, sarà il ritorno alla protesta in strada, davanti all’Assessorato regionale del Lavoro a Palermo, per mostrare quanta sia la rabbia e la frustrazione di questi ragazzi che avevano investito impegno e speranze in un avviso che si è dimostrato “soltanto una perdita di tempo”. Una trafila che dura ormai da 3 anni, per un avviso che doveva essere la speranza per un futuro lavorativo sereno, eppure nulla è andato come ci si aspettava: dei 1.741 tirocinanti soltanto 170 sono stati assunti, con un risultato finale che si può assimilare soltanto al fallimento.

L’avviso 22 prevedeva lo svolgimento di un tirocinio dai 6 ai 12 mesi, con un rimborso di 500 euro al mese, con lo scopo di preparare i giovani al lavoro e quindi proiettarli verso un impiego. E invece, in pochissimi hanno raggiunto l’obiettivo, e addirittura 189 giovani si sono ritrovati a vedersi negare il proprio diritto a ricevere almeno il mensile promesso. Le pratiche, infatti, hanno criticità note alla Regione Siciliana, e si trascinano da 3 anni e mezzo, rendendo difficile ai tirocinanti anche solo recuperare e produrre la documentazione mancante di cui non sono preposti a produrla.

“Scaricabarile” sulle responsailità

Tempo fa gli uffici regionali passarono la responsabilità della vicenda dei tirocinanti dell’Avviso 22 di reperire tale documentazione ai Centri per l’Impiego e alle agenzie del lavoro accreditate, ma anche questo passaggio non ha dato i frutti sperati. Nel frattempo, per molti di questi giovani l’unica strada è stata la disoccupazione. Mentre, secondo Lauria e i giovani dei quali è portavoce, dei 25 milioni del bando, circa 18 milioni sono ancora disponibili, utilizzabili per una nuova azione occupazionale.

“Noi non vogliamo favoritismi – ha detto Lauria – ma che ci venga riconosciuto il nostro status di lavoratori della Regione Siciliana così come è stato già fatto in altre regioni d’Italia. Come ad esempio in Calabria, dove proprio poco tempo fa ai tirocinanti calabresi è stata data l’opportunità di essere stabilizzati come lavoratori regionali, grazie a un decreto fatto ad hoc”.

Immagine di repertorio

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