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L’inferno senza uscita dell’Avviso 22: lo stop dei Cpi, fondi negati o decurtati

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L’inferno senza uscita dell’Avviso 22: lo stop dei Cpi, fondi negati o decurtati

Michele Giuliano  |
lunedì 13 Febbraio 2023

I pasticci infiniti di una misura mai decollata, l’ennesima occasione persa per rilanciare il lavoro vero.

I giovani tirocinanti dell’Avviso 22 non riescono a trovare il proprio lieto fine. “Dei tirocinanti che hanno preso parte all’avviso 22 – ha detto Oreste Lauria, portavoce dei giovani coinvolti nel progetto – ve ne sono almeno 300 che ancora aspettano, dopo ben 3 anni di essere pagati per il lavoro svolto. Intervenga l’assessore regionale al Lavoro Nuccia Albano, altrimenti vogliamo l’intervento del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani”.

Avviso 22, qual è il vero problema?

Secondo Lauria, i problemi sono molteplici: da una parte negligenza e dall’altra il mancato adempimento dei passaggi burocratici previsti. È necessario, a suo dire, individuare i responsabili e prendere provvedimenti, sanzionando i colpevoli di questo disastro. In diversi casi, infatti, alcuni tirocinanti si sono visti tagliare l’indennità spettante, con una decurtazione di centinaia di euro dall’importo previsto.

Ancora, altri sono stati informati ufficialmente del fatto che la pratica di rimborso è stata bocciata direttamente dal centro per l’impiego (Cpi) di appartenenza territoriale. In tutti questi anni i tirocinanti non si sono mai fermati: ripetute denunce in varie testate giornalistiche siciliane, sono state sollecitate interrogazioni parlamentari, audizioni all’Ars e in Commissione europea.

L’appello

“Come portavoce – ha detto Lauria – chiedo un incontro urgente con il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, per chiedere un inserimento lavorativo per gli ex tirocinanti quasi tutti disoccupati. Viviamo in una situazione economica e sociale disagiata, molti attualmente costretti a prendere il reddito di cittadinanza e altri non possono neanche percepirlo nonostante disoccupati”.

A ottobre scorso della condizione di stallo dell’Avviso 22 si era occupata anche la capodelegazione del Movimento 5 Stelle al parlamento europeo, Tiziana Beghin, che aveva presentato un’interrogazione alla Commissione “per capire se ciò non configuri una violazione delle normativa comunitaria”. Non solo per dare ai giovani coinvolti, finalmente, ciò che gli è dovuto, ma anche per dare una scossa a un sistema che evidentemente non funziona.

Le soluzioni al “dramma” Avviso 22

Per i futuri tirocini, secondo i rappresentanti pentastellati, serve una commissione che ne verifichi la correttezza. Devono essere inseriti dei paletti all’interno dei bandi che prevedano, ad esempio, di impedire alle aziende che hanno usufruito di tirocinanti senza poi assumerli, di partecipare a successivi reclutamenti. Ancora, si sostiene la necessità di selezionare le aziende sulla base delle reali potenzialità che queste hanno di garantire una prospettiva di lavoro, in modo da proporre ai giovani delle vere opportunità, e non solo precariato e sfruttamento.

A beneficiare di una manodopera a costo zero sono quasi sempre le stesse aziende, imprese, enti pubblici e privati. Della situazione si è interessato anche Ignazio Corrao, parlamentare europeo a Bruxelles, che ha depositato una richiesta di interrogazione parlamentare d’indagine sui fondi europei.

“Come ex lavoratori e siciliani viviamo una condizione di disagio dopo essere stati usati unicamente per favorire un lavoro sottopagato”, dice Oreste Lauria. “Le istituzioni della politica regionale devono adesso affrontare la realtà mettendo in atto misure che favoriscano realmente l’occupazione”.

La replica della Regione

La richiesta è di rafforzare le politiche attive del lavoro creando nuovi strumenti efficaci, ponendo fine alle obsolete formule degli avvisi regionali nati solamente per favorire le aziende pubbliche e private creando manodopera a costo zero.

“Gli uffici dell’Assessorato – ha replicato l’assessore al Lavoro, Nuccia Albano – hanno incalzato le agenzie del lavoro (strutture che hanno gestito le pratiche dei tirocinanti, ndr) per definire le pratiche che sono ancora mancanti di alcuni documenti e c’è stato uno sforzo per cercare ogni possibile soluzione per pagare i tirocinanti. Sappiamo che questi ultimi sono incolpevoli e per questo non abbiamo voluto penalizzare tutti quelli che hanno partecipato alla formazione. Nelle prossime giornate, infatti, le somme saranno messe a pagamento, salvo qualche eccezione, chiudendo, così, questo annoso problema”.

Michele Giuliano

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