Siciliano appartenente alla Corte Penale Internazionale finisce nella lista dei ricercati di Mosca in un momento cruciale per la Russia. Ecco cosa sta accadendo.
Mentre la Russia è alle prese con quello che potrebbe trasformarsi in un vero e proprio colpo di Stato, in Italia c’è apprensione per il giudice Rosario Salvatore Aitala, catanese ricercato da Mosca.
Ecco chi è e perché le autorità russe lo avrebbero inserito nella lista dei ricercati dalle autorità russe.
Ricercato in Russia il giudice Rosario Salvatore Aitala, chi è
Nato a Catania 54 anni fa e docente di Diritto internazionale penale alla Luiss, Rosario Salvatore Aitala è un giudice italiano appartenente alla Corte Penale Internazionale. Fa parte del gruppo che lo scorso 17 marzo ha emesso un mandato d’arresto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin, accusato di crimini legati alla guerra in Ucraina.
Secondo le indiscrezioni, il giudice Aitala sarebbe nella lista “ai sensi di un articolo del Codice Penale”, ma non è ancora chiaro quali siano le accuse a suo carico. Gli sarebbe contestato – secondo quanto scritto dalla Tass (agenzia di stampa russa) – il “tentativo di prendere in custodia illegalmente una persona” e il presunto “complotto per attaccare un funzionario governativo straniero, che ha lo status di persona protetta a livello internazionale, con l’intento di generare tensioni internazionali”.
In passato Rosario Aitala è stato procuratore della Procura di Trapani, dove si è occupato di lotta alla mafia, ma ha anche lavorato come direttore del Law Enforcement Department della commissione di polizia dell’Unione Europea. Nel 2013, inoltre, è stato capo consigliere del presidente del Senato Pietro Grasso.
Il gruppo Wagner e il “colpo di Stato” in Russia
Le autorità russe e Vladimir Putin, in questo momento, non si occupano solo di ricercare il magistrato catanese Rosario Aitala. Tra le preoccupazioni principali del potere russo, infatti, c’è il gruppo Wagner. Guidato da Yevgeny Prigozhi, l’ex “cuoco di Putin”, la banda paramilitare minaccia di occupare i principali presidi militari russi.
Nelle scorse ore, il gruppo sarebbe entrato a Rostov e minaccerebbe di avviare una vera e propria “rivoluzione”. Non parlano di “colpo di Stato“, ma di una “marcia per la giustizia”. L’intento però sembra chiaro: minare le fondamenta della leadership russa, il tutto in un momento cruciale per la guerra in Ucraina, in atto ormai da quasi 500 giorni.
“La situazione è difficile”, ha annunciato Putin in un discorso alla nazione, che però minaccia anche pesanti ritorsioni per i rivoltosi e per chiunque decida di sostenerli. Le prossime ore e i prossimi giorni saranno decisivi a livello internazionale.
Per quanto riguarda gli italiani a Mosca, il Ministero degli Esteri comunica: “Il Ministero degli Esteri è in contatto con l’Ambasciata d’Italia a Mosca. Al momento nessuna criticità per i connazionali in Russia, i quali sono stati invitati alla prudenza. Per informazioni questo è il numero di emergenza dell’Unità di Crisi 0636225″.