Nella valle del Belìce nasce il club degli olivicoltori, ad inaugurare l'iniziativa il ceo di Starbucks. L'azienda si muove in Sicilia.
La rivoluzione del caffè? Passa dall’olio siciliano. Nello specifico, quello prodotto nel distretto olivicolo della Valle del Belice, che ingloba gli areali di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Partanna Santa Ninfa e Poggioreale. Un territorio che ha negli ulivi centenari dal tronco spesso e nodoso e nella ‘nocellara’, la tipica oliva che in questo territorio si distingue per la perfetta forma tonda, gli elementi identitari di un’agricoltura antichissima. È qui che si registra la nascita del Club degli Agricoltori belicini.
Un’occasione, la presentazione della nuova realtà consortile, stamane all’azienda agricola Asaro, sede a Partanna e tenuta nelle campagne tra Castelvetrano e Selinunte, per lanciare la collaborazione con Starbucks, il colosso americano del caffè fondato a Seattle nel 1971, oggi la più grande catena del suo genere al mondo, con circa 30mila punti vendita in 78 paesi, di cui 12mila soltanto negli Stati Uniti.
Attuale risultato della relazione imprenditoriale, in base alla quale Starbucks acquista l’olio della Valle del Belìce, si chiama Oleato, un caffè emulsionato all’olio d’oliva, dolcificato con l’aggiunta di panna. Bevanda innovativa, presentata per la prima volta lo scorso febbraio al mega store Starbucks di Milano, che di primo acchito fa storcere il naso agli appassionati dell’espresso, ma che nasce proprio in Sicilia, dove il tradizionale caffè ristretto è abitudine, anzi, culto. E dove Howard Schultz, fondatore e oggi ceo ad interim di Starbucks, durante un suo viaggio dell’anno scorso sperimentò il consiglio salutistico di versare un cucchiaino di olio extravergine di oliva nella tazza di caffè. Tornato in America, a convincerlo definitivamente sono stati i pareri positivi di amici medici sulle proprietà nutraceutiche dell’olio Evo e i suoi effetti sulla salute, in particolare anti-tumorali.
Oggi, l’imprenditore americano era presente a Selinunte accompagnato dal suo staff e da Michelle Burns, vicepresidente esecutivo global coffee, social impact e sustainability di Starbucks. Presente anche Tommaso Asaro, quarta generazione dell’azienda belicina fondata oltre un secolo fa, il quale ha illustrato le potenzialità di questo accordo di business.
Le parole del ceo di Starbucks
“Puntiamo a replicare qui in Sicilia i risultati che da dieci anni conseguiamo in Costa Rica dove abbiamo acquisito una grande tenuta. Laggiù abbiamo avuto la preoccupazione di evitare di diventare dei competitor degli agricoltori locali, e di attuare invece nuove pratiche di sostenibilità economica e ambientale, all’insegna della condivisione – ha spiegato Schultz -. Un mese fa ho avuto il piacere di portare Tommaso Asaro in questa tenuta per mostrargli il nostro progetto, che è anzitutto culturale e che, dal canto suo, ricalca il modello della Napa Valley, in California, per la produzione di vino di alta qualità”.
“Si tratta nella sostanza – ha aggiunto Schultz – di sviluppare nuove prassi produttive che mettano in rete i produttori allo scopo di creare un marchio e adeguare lo status dei produttori belicini al mercato internazionale. L’esempio del vino californiano ha grande successo da tempo perché i produttori, pur continuando a competere tra loro nella produzioni di vini eccellenti, cooperano per promuovere e potenziare sempre di più l’immagine, la reputazione del vino della loro zona super vocata. E lo fanno impregnando le loro risorse per gestire gli eventi climatici avversi che almeno ogni 10 anni la colpiscono, riducendo di molto la produttività del raccolto”.
L’unione fa la forza
“L’impegno, adesso, è quello di camminare insieme, condividere le scelte e, soprattutto, adottare metodologie comuni che abbiano una ricaduta sociale e di sviluppo per il territorio”, ha detto Tommaso Asaro davanti a una platea di più di 300 produttori. “La cultivar Nocellara del Belìce, da dove si produce anche l’olio Evo, è per noi una risorsa, vista l’unicità di produzione come territorio, il Club ha come obiettivo quello di valorizzarla, iniziando da chi la coltiva. I punti di forza del Club sono qualità, sviluppo sociale e produzione”. Il Club ha già mosso i suoi primi passi già nelle scorse settimane mediante incontri con agricoltori-produttori e agronomi provenienti dai paesi di maggiore produzione della cultivar: “È ai produttori che verrà affidato il controllo del Club. Sarà finalmente l’occasione per parlare di agricoltura in modo pratico e scientifico”.
L’impegno per il sociale, dichiarano da Starbucks, sarà basilare anche in Sicilia. L’esperienza dei centri Starbucks Farmer Support Centers (oltre 10 nel mondo), con il primo aperto proprio in Costa Rica nel 2004, rappresentano esempi di supporto alle cooperative di agricoltori e fornitori.
“I nostri agronomi – ha specificato Schultz – si basano sui metodi di coltivazione tradizionali per aiutare gli agricoltori a migliorare sia la qualità che la redditività dei loro raccolti. Starbucks guarda adesso con attenzione al Belìce per trasportarvi questa esperienza di sostegno all’agricoltura del territorio”.
La parola d’ordine è la solita, ma ineludibile: fare squadra. Superare i vecchi schemi di concorrenza che si traducono in chiusure reciproche tra produttori. “Bisogna eliminare ogni forma di campanilismo, solo così si può vincere – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Luca Sammartino -. Momenti come questi danno impulso al governo regionale per migliorare le infrastrutture nella nostra Isola” e “a investire nella formazione degli agricoltori – come ha sottolineato l’assessore regionale all’istruzione Mimmo Turano -. Per la Valle del Belìce, quella presentata oggi è un’opportunità straordinaria per il territorio”.
Domani, domenica 27 agosto, Partanna sarà la sede della prima festa degli agricoltori, aperta alla comunità locale: una serata di musica e spettacolo, anticipatrice di un appuntamento che vuole diventare tradizione negli anni successivi.